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Bellew demolisce Makabu e trionfa a Liverpool

Bellew centra Makabu

 

L’inglese chiude la partita nel terzo round

 

Di Matteo Biancareddu

 

 

 

Quella di ieri, per l’inglese Tony Bellew, è stata la serata perfetta. Il pugile di Liverpool ha infatti conquistato il vacante titolo WBC dei cruiser, e l’ha fatto nella sua città natale e nello stadio della squadra per cui fa il tifo, l’Everton. Migliaia di suoi concittadini hanno gremito gli spalti e il prato del Goodison Park, incitando Bellew come fanno abitualmente con la squadra del cuore. Anche attraverso lo schermo televisivo, l’eccezionale atmosfera creata dai tifosi è risultata emozionante. Davanti a un pubblico simile, perdere non era un’opzione accettabile, e difatti Bellew non l’ha considerata neanche sul finire del primo round, quando un poderoso sinistro di Makabu l’ha fatto ruzzolare al tappeto con tanto di capriola. L’inglese non si è fatto influenzare da quell’inconveniente e ha chiuso la contesa già nel terzo round, quando ha inchiodato il rivale alle corde con un’irresistibile assalto a due mani. Il KO che ne è conseguito ha fatto temere per l’incolumità di Makabu, perché il congolese ha impiegato diversi minuti per rinvenire. Alla fine, però, tutto si è risolto per il meglio, e Bellew si è potuto concedere all’abbraccio del Goodison Park.

L’inizio del match ha visto Bellew (27-2-1, 17 KO) tenere il centro del ring, mentre Makabu (19-2-0, 18 KO) aspettava sornione come suo solito. Il congolese, posizionato in guardia destra, azionava subito il jab, agevolato dal fatto che Bellew teneva il sinistro molto basso. Il combattimento si accendeva nell’ultima parte del round, quando Makabu sembrava accusare due colpi e retrocedeva verso le corde, dove l’avversario lo investiva di ganci in serie. L’africano, chiuso nella guardia, pareva effettivamente in difficoltà, ma chiunque abbia visto un po’ di boxe sa come quelle situazioni siano pericolose anche per chi attacca, specie se non si esce dai colpi. Dopo aver lasciato sfogare il rivale, Makabu usciva dalle corde e portava un jab scivolando verso destra, così da trovare l’angolazione giusta per mettere il diretto sinistro. Il diretto partiva e centrava Bellew in pieno volto, facendolo rovinare al tappeto. Per fortuna dell’inglese, la campana suonava subito dopo la fine del conteggio.

Nel secondo round, Makabu tirava inspiegabilmente i remi in barca e di fatto regalava la ripresa all’avversario, che usciva nel finale. Era come la quiete prima della tempesta, che si scatenava nel terzo round. Makabu partiva aggressivo e costringeva l’avversario alle corde, ma accusava due ganci sinistri e un destro che lo facevano retrocedere fino all’altro capo del ring, dove Bellew lo metteva brutalmente KO con modalità da esecuzione. Fatale era un gancio sinistro incrociato, che spegneva letteralmente l’interruttore al congolese dopo che alcuni diretti l’avevano visibilmente scosso. L’arbitro era Victor Loughlin, quello del drammatico match tra Chris Eubank Jr e Nick Blackwell. In questo caso, anche se qualcuno può pensare il contrario, Loughlin non ha atteso troppo prima d’intervenire: è vero che Makabu stava incassando molti colpi sulle corde, ma la situazione era molto simile a quella da cui il congolese era uscito egregiamente nel primo round, quando aveva atterrato l’avversario. Se Loughlin avesse fermato l’incontro prima del colpo decisivo, sarebbe stato accusato di eccesso di zelo e di favoritismo verso il pugile di casa, che peraltro è suo connazionale.

Tony Bellew (left) celebrates beating Ilunga Makabu in the WBC Cruiserweight World Championship bout at Goodison Park, Liverpool

La differenza nel match è stata fatta dall’enorme divario fisico tra i due contendenti. Dei dieci centimetri in altezza a favore di Bellew già si sapeva, ma non era ipotizzabile che l’inglese, ex mediomassimo, sarebbe salito sul ring con un fisico da vero peso massimo. I chili in più l’hanno reso leggermente più statico e lento, ma anche e soprattutto più potente: forse addirittura più di Makabu, che nella potenza ha la qualità migliore. E non è certo un caso che Bellew, nell’intervista post-match, abbia lanciato la sfida al connazionale David Haye, peso massimo da oltre cento chili: evidentemente, si sente in grado di sostenere una simile impresa. Per ora, comunque, può godersi l’agognato titolo di sigla, conquistato davanti al pubblico amico dopo una rincorsa durata anni.

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