Quando era in vita Smokin’ Joe Frazier non ha avuto grande rispetto da parte di Filadelfia, la sua città.
La palestra dove ha costruito parte della carriera e regalato preziosi consigli a tantissimi giovani pugili è diventata un grande negozio di mobili e biancheria per camere da letto (foto Marco Bratusch), la statua a lui dedicata è stata completata solo recentemente dopo una lunga attesa. I politici avevano preferito edificare un monumeto a Rocky Balboa, un pugile frutto della fantasia, anzichè ricordare un campione vero, eroe tra i pesi massimi quando la categoria era piena di fuoriclasse.
Medaglia d’oro ai Giochi di Tokyo ’64, campione del mondo da professionista, primo a battere Muhammad Ali, mandandolo anche al tappeto l’8 marzo del 1971 al Madison Square Garden di New York. Smokin’ Joe ha chiuso la carriera con un record di 32-4-1 (27 ko).
Il 7 novembre del 2011 un cancro al fegato se lo è portato via per sempre.
Ora Weatta Frazier Collins, una delle sue figlie, chiede a Filadelfia di rendergli onore. Ha presentazto una petizione, già firmata da 5800 persone, per intolare al campione una strada della città. Vorrebbe che Glenwood Avenue, l’arteria che taglia Philly a nord del centro e attraversa Reyburn Park, diventasse Joe Frazier Boulevard.
Vedremo come andrà avanti questa storia.
Intanto godiamoci “The final Goodbye” della Roosterman Production, con la mitica Hurt di Johnny Cash come colonna sonora. Semplicemente meraviglioso.