Già una sconfitta con un verdetto non unanime rimediata in Francia dà molto fastidio, ma non è una novità. La trasferta di Fiordigiglio a Saint Quetin, contro Zakaria Attou, ha però dei retroscena che aumentano sensibilmente il disagio provocato dall’ aver perso l’occasione di portare a casa il titolo europeo dei superwelter.
Il maestro Meo Gordini, in poche parole, sottolinea alcune situazioni che fanno più chiarezza sul match di ieri sera:
-Non mi aspettavo certo che buona parte pubblico fischiasse il verdetto e questo da un senso alla nostra interpretazione del match. Orlando ha rimediato subito una ferita profonda, derivante da una testata, ricucita alla fine con 9 punti di sutura esterni e sette interni. Il medico di riunione ha più volte chiesto all’arbitro di poter verificare la ferita senza avere nessuna risposta. Non commento i numeri espressi dai cartellini, ma due cose mi sono sembrate chiare. il nostro pugile ha mantenuto sempre l’iniziativa e qualcuno mi dica cosa ha fatto Attou in più di Orlando per meritarsi il titolo. Sono deluso veramente da questa esperienza-.
Il promoter Loreni sottolinea che farà giungere all’Ebu la sua protesta:
-Presenteremo domani stesso una protesta ufficiale all’Ebu. I cartellini inequivocabilmente parlano da soli. Esiste una disparità di numeri che deve essere presa in considerazione e approfondita. Chiederò l’immediata rivincita di un match dove il pugile di casa è stato premiato per qualcosa che non ha fatto, dato che il ritmo e l’ azione è stata portata avanti esclusivamente da Fiordigiglio. Attou si è solo difeso e non poteva e non doveva essere premiato come risulta in un cartellino assurdo (116 a 111)-.
Orlando Fiordigiglio è ferito più dentro che fuori. Fatichiamo a togliergli le parole di bocca. Prima si limita a dire solo che non meritava di perdere, poi insistiamo e risulta evidente che il suo disagio parte da lontano:
-Mercoledì ci hanno fatto arrivare all‘aereoporto più lontano, quando ce ne sono due più vicini. L'ora peggiore per il traffico parigino. Abbiamo impiegato tre ore per arrivare in albergo. Una sistemazione a dir poco desolante. Camera senza armadi, bagno di 80 cm. quadrati, lavandino, l’alimentazione proibitiva per un pugile che deve fare il peso. Il menu prevedeva solo vari piatti di fritto, carne con salse, altre portate misteriose. Alternativa: esclusivamente riso in bianco. La colazione offriva solo paste e yogurt. Il peso previsto alle 16.30, improvvisamente é slittato alle 19.30. Tutto questo senza possibilità di allenarsi, se non nel corridoio dell‘albergo. Al palazzetto sono continuate le angherie. Al nostro angolo sono imposte solo due persone. Appena iniziato il match all’angolo di Attou erano in cinque o sei. Il match lo avete visto; credo di aver dettato il tempo e il ritmo e di aver portato i colpi migliori, ma lascio giudicare quei tifosi che alla fine hanno fischiato il verdetto. Non parliamo poi della grettezza dell’ospitalità locale. Ho pagato personalmente i pranzi e le cene, ho regolato io i conti delle camere al mio nutrizionista, al mio presidente e al secondo all'angolo, cui ho rimborsato anche il viaggio di ritorno in aereo. Se in Italia ci comportiamo così succede il finimondo. Una pagine triste di pugilato internazionale. E il mio dolore intimo aumenta notevolmente dovendo constatare i mesi di sacrificio buttati al vento, tanti soldi spesi e soprattutto tanto tempo rubato alla mia famiglia...-.
