In Canada, il Grey Eagle Resort and Casino di Calgary, la celeberrima località montana che ospitò i Giochi Olimpici invernali, ospiterà sabato 27 Gennaio un “eterno” della boxe mondiale: il 41enne mancino Zab Judah (43-9-0; 30 ko), pluricampione del mondo dei superleggeri e welter, a partire dalla fine degli anni “90. Scorrere il record del longilineo e straordinario pugile, nativo di Brooklyn ma ora residente a Las Vegas, è come rivivere la storia della boxe degli ultimi vent’anni. Da Baldomir a Spinks, da Tszyu a Mayweather, da Clottey a Matthysse, da Malignaggi a Paris, Munguia, Khan, Danny Garcia, Cotto e tanti altri ancora si sono trovati tra le sedici corde con un protagonista che mai ha tradito le attese dei suoi innumerevoli tifosi. Ma 22 anni di professionismo e la carta d’identità prima o poi bussano alla porta di tutti e Zab non fa eccezione. A partire dal 2011 le sconfitte, sino ad allora molto rare, hanno cominciato ad infittirsi e tra il 2013 e il 2017, dopo essersi arreso con Garcia e Malignaggi, è rimasto inattivo.
Ma le insidiose e irresistibili (purtroppo, per tanti) sirene del ring l’hanno richiamato di nuovo.
Nella gelida Calgary affronterà il 33enne messicano Noel Mejia Rincon (21-13-1; 12 ko), un pugile che ai bei tempi forse sarebbe stato al massimo un suo sparring. Meglio così. Aumentano pe possibilità che Zab Judah non si faccia male e magari, attingendo al “pozzo” del proprio talento, vinca e diverta anche il pubblico che certamente non mancherà. Viene meno il vigore con gli anni, ma la classe resta, se non mutilata da sforzi atletici ormai inadeguati. Non resta che augurare a questo immenso campione un tramonto luminoso e soddisfacente. Ma soprattutto breve.