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Giovanni De Carolis contro Akkawy: una sfida difficile ma non impossibile!

DeCarolisAustralia

(Faccia a faccia tra Giovanni De Carolis e Billal Akkawy, a Sidney)

Giovanni De Carolis (25-8-1; 13 ko) è ad un “tiro di schioppo” dal giorno più importante della sua avventura pugilistica. Sabato, tra le sedici corde di Punchbowls, un sobborgo alle porte di Sidney nel remoto Nuovo Galles del Sud dell’immensa Australia, affronterà il 24enne imbattuto beniamino di casa Bilal Akkawy (16-0-0; 14 ko), per tentare di strappargli la cintura dei supermedi Wba dell’Oceania che, in verità, non si capisce bene cosa c’entri con il nostro pugile laziale, se la geografia non è un’opinione...

Ma la verità è che il nome della cintura conta ben poco in questa circostanza. In gioco ci sarà molto di più: la possibilità del nostro pugile di rientrare nel “giro che conta” a livello mondiale e quella del ragazzo australiano di avviarsi verso un futuro sicuramente ricco di chance. Chi scenderà dal ring sconfitto dovrà ridimensionarsi di molto, specialmente per quanto riguarda De Carolis, a causa di una carta d’identità non vecchia, ma neppure nuova. Dodici ore di fuso orario e migliaia di chilometri separano l’Italia da Sidney e i contorni dell’avventura del nostro portabandiera assumono per questo toni ancora più impervi. Ma non bisogna esagerare, in questo senso. Da Roma una pattuglia di fedelissimi amici si sta avviando all’altro capo del mondo per essergli vicino e nella stessa Sidney, una delle lingue più parlate, inglese a parte, è proprio l’italiano e quindi, qua e la’ sugli spalti del Club Punchbowls, ci sarà sicuramente chi tiferà e soffrirà per lui.

Italia e Australia, pugilisticamente, hanno sempre avuto tante cose in comune, a partire da Tiberio Mitri e soprattutto Bruno Visintin, che nell’altra parte del mondo si coprirono di gloria, sino ad Aldo Pravisani, Altidoro Polidori, Giordano Campari, Sergio Caprari, Salvatore Burruni, Sergio Milan, Luigi Coluzzi (che addirittura trascorse il resto della sua vita laggiù), per non parlare dei pugili a “mezzo servizio”, vale a dire italiani formatisi in Australia quali Gilberto Biondi, Rocky Gatellari, Joe Gibilisco e il grandissimo Rocky Mattioli. Un elenco che potrebbe prolungarsi ancora molto a lungo, ma sufficiente a ricordare come i guerrieri tricolori non siano mai state semplici comparse, nelle terra dei canguri…

Ora tocca a Giovanni De Carolis e la sua impresa sarà difficile, ma non impossibile. Bilal Akkawy è giovane, possiede la sfrontatezza propria dell’età, è convinto di diventare un campione e parla, unitamente al suo team, con rispetto dell’italiano, però con il rispetto che si deve ad un rivale di alto livello e che comunque sarà destinato a soccombere. Ma non ancora affrontato avversari di alto livello e sono tutte da scoprire le sue doti di sopportazione alle difficoltà fisiche e psicologiche proprie di chi si trova per la prima volta in situazioni che, si spera, siano complicate. Possiede un jab sinistro pesante e piuttosto continuo (però deve cedere qualche centimetro in allungo al laziale) e picchia forte sia di destro che di sinistro, anche se dai filmati sembra più un demolitore che non un puncher dal colpo isolato e fatale. Come tutti i pugili australiani, dovrebbe avere tanto cuore e notevole “cattiveria” agonistica e di ciò bisognerà che Giovanni tenga conto.

Viene legittimo pensare che un De Carolis al top della forma e pienamente convinto di sé, quello ad esempio della vittoria su Faigenbutz  e N’Diaye, potrebbe e dovrebbe farcela, mentre durissima sarebbe l’impresa per il De Carolis del secondo match con Zeuge e soprattutto di Poliakov.

Fondamentale sarà per lui dettare i “tempi” del match e riscoprire il lungo jab sinistro delle sue giornate migliori, muovendo i fianchi per eludere o ammortizzare le bordate di Akkawi. L’australiano non dovrà esaltarsi, non dovrà sentirsi imbattibile sin dall’inizio o saranno guai, perché l’esaltazione e l’adrenalina “buone” sommate al sostegno del pubblico si trasformerebbero in una mistura pericolosissima. Giovanni sarà obbligato a farsi “sentire” sin dal primo colpo di gong eppoi gettare tutto se stesso in una sfida difficile e poprio per questa “bella il doppio” da vincere.

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