(Una drammatica immagine della tragedia di Yeison Cohen)
Il 28enne piuma venezuelano di Maracay, Yeison Cohen (2-8-1; 1 ko) è deceduto sabato scorso presso la Clínica del Norte di Barranquilla, in Colombia, dov’era stato ricoverato il 2 Marzo, al termine del match perso per ko all’8° round contro il locale Hugo Berrio (26-7-1; 17 ko), sul ring dell’Hotel “El Prado”. Una cosa emerge immediatamente agli occhi: il grande divario tra i record dei due protagonisti e l’indifferenza di molti dinanzi al fatto che dal 2015 al fatale ultimo match, il povero Yeison avesse sostenuto 9 incontri, pareggiandone 1 e perdendo tutti gli altri (3 per ko). Lo si è detto mille e mille volte: il pugilato non è una partita a tennis né di pallavolo…Ma c’è chi continua imperterrito a rischiare la salute altrui (ovviamente).
Ora sono state avviate delle indagini per capire cos’è accaduto e raccogliere le prove di eventuali irregolarità. Sembra emergere l’ormai pressoché verificata certezza che Cohen non fosse in possesso delle visite mediche richieste e del permesso al combattimento, al pari di numerosissimi suoi connazionali che escono dal Venezuela per combattere dovunque possano.
Inoltre, alla manifestazione non c’era l’autoambulanza e ad aggravare il tutto, l’incoscienza e l’incompetenza del medico di ring e dei secondi del ragazzo, che l’hanno portato all’ospedale in taxi! In più (nella speranza siano voci malevoli), si mormora di questioni di soldi di un’infamia senza pari, tenendo conto della modestissima borsa che sarebbe dovuta andare ad un giovane con moglie e una bimba di tre anni.
Il dramma è che queste tragedie accadono troppo spesso e soprattutto in certe parti del mondo, ma nulla cambia. Forse perché molto spesso le vittime sono pugili di modesto livello, il cui nome nessuno conosce…