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Cinquantatré anni fa...la grandezza della boxe italiana non dal clou, ma dal contorno!

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Un paio di giorni fa, senza che molti se ne ricordassero, sono trascorsi esattamente 53 anni da un’incredibile notte milanese, in cui il pugilato italiano era ancora sulle prime pagine dei giornali, nelle aperture dei Telesport e soprattutto nelle chiacchiera della gente, persino di quelle a cui della boxe non importava tantissimo. Era il bollente 18 Giugno 1965 e il sottoscritto non aveva potuto andare a Milano, perché eravamo agli ultimissimi e fatali giorni dell’anno scolastico…Nell’aria, quel mattino, si percepiva l’elettricità buona e bella che sempre precede i grandi eventi sportivi. Agli italiani, da sempre “guelfi e ghibellini” anche se si tratta si scegliere la pizza, le more o le bionde, il mare o la montagna, ecc. faceva alzare la pressione il match che di lì a poche ore avrebbe visto di fronte, nello stadio di S.Siro, Sandro Mazzinghi, il guerriero “toscanaccio” di Cascine di Buti, campione del mondo Wba-Wbc dei superwelter, e lo sfidante, il “divino” dei salotti buoni dallo stile elegantemente “chirurgico”, il beniamino del mondo dello spettacolo, il predestinato alla gloria sin da quand’era ragazzino, Nino Benvenuti.

I Bartali e Coppi dell’epoca, con i guantoni alle mani anziché la sella della bici sotto al sedere! Chi non c’era non può nemmeno immaginare…Chi non c’era forse neppure può credere che, in quei giorni a cavallo dell’estate, si parlasse del “cuor di leone” e del profugo istriano dei tempi di sangue, più che di tutto il resto. Invece era proprio così.

Non voglio scrivere del match, del risultato, di tutto ciò che lo precedette e lo seguì, di una rivalità che divise per sempre i protagonisti. Sì, vinse Nino per ko al 5° round e l’immagine del sensazionale uppercut destro che pose fine ad un match sino a quel momento equilibratissimo e drammatico è ormai tra le leggende della boxe. Ma sia Nino che Sandro avevano ancora tanta storia davanti e la percorsero stupendamente.

Voglio invece soltanto ricordare i match che, tra le zanzare e la lieve foschia degli spalti meneghini, fecero da cornice al clou. Simboleggiano abbastanza chiaramente che cos’era la boxe verde-bianco-rossa di quell’epoca, sia in termini quantitativi che qualitativi, ma soprattutto nel tessuto sociale del paese.

Ecco chi vi combattè e come finirono gli incontri:   

Camp. Europeo dei Leggeri:

Franco Brondi b. Kid Tano (Spagna) kot 11°r.

Camp. Italiano dei Mediomassimi:

Vittorio Saraudi b. Benito Michelon kot 9°r.

Welter:

Carmelo Bossi b. Alfredo Parmeggiani ai p. 10r.

Medi:

Carlo Duran b. Fabio Bettini ai p. 10r.

Piuma:

Carmelo Coscia b. Gabriele Ceccangeli ai p. 8r.

Questa era la boxe, questo il livello, questo il pubblico. Di cosa stiamo parlando? Di una decadenza che, rapidamente e senza freni, ha fatto scivolare il nostro pugilato in fondo alla scala.

Peccato…Era così bello!

https://gualtierobecchetti.wordpress.com/

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