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Kim Ki Soo, il guerriero coreano

di Leonardo Pisani

 

KimKiSoo

Duro, misterioso; fu una sorpresa, anzi un’amara sorpresa quando a Seul, quel  25 giugno 1966, il campionissimo Nino Benvenuti lasciò il mondiale dei superwelter, conquistato contro l’eterno rivale Sandro Mazzinghi,  all'allora sconosciuto sfidante Kim Ki Soo. Il coreano era una vecchia conoscenza del triestino. Si erano scontrati alle Olimpiadi di Roma nel 1960, tra i welter, nei quarti. L’italiano vinse e poi conquistò l’oro. Benvenuti e il suo team furono invogliati alla trasferta asiatica dalla borsa di 55 mila dollari. Credevano di non avere problemi. Il coreano non aveva brillato da prof, imbattuto certo, ma solo 47° nelle classifiche mondiali dei medi e 17° neisuperwelter. Un incontro strano, che fece discutere e ancora fa discutere; fu equilibrato e l'aria di casa fece il resto: alla 14^ ripresa Kim era stanco e in difficoltà e stranamente si afflosciarono le corde del ring, il combattimento fu interrotto e si riprese solo dopo 15 minuti. Alla fine Kim Ki Soo era il nuovo campione del mondo per split decision. Era nato a Pukch'ŏng, il 17 settembre 1939 , aveva iniziato a combattere nelle arti marziali coreane, poi la boxe. Un pugile fatto d’acciaio. Soffrì molto solo contro il fortissimo statunitense Freddie Little, ma vinse pur se con verdetto contrastato, ma cedette contro Mazzinghi, quando perse il mondiale a Milano. Fu, per la cronaca, il primo boxer coreano a vincere un mondiale, per questo rimase nel cuore del suo popolo. Alto 172 cm, mancino, duro e combattivo sul ring quanto gentile e cavalleresco nella vita. Fu anche campione asiatico dei pesi medi. Lasciò il ring con 33 vittorie (17 prima del limite) e due sole sconfitte ai punti.

L’incontro con Mazzinghi nel 1968

MazzinghiKiSooKim

Kim soo Ki arriva in Italia e detta le proprie condizioni; la sua borsa è di 54.000 dollari, tanti per un mondiale dei superwelter (quasi 350mila euro di oggi) e giunge da medio, pesa infatti circa 75 kg. Sandro è nei limiti di peso, poco più di 69 kg. e vuole combattere, vuole quel titolo, previsto per sabato 25  maggio all’aperto di San Siro, però scoppia un diluvio. Incontro rimandato: si combatte domenica alle 17. Sandro, ridendo, mi racconta che sapeva che il coreano era un ottimo pugile e un duro, ma scoprì che anche la testa era dura, quando cercava di ferirgli le arcate e anche i capelli “a spazzola” erano duri e faceva male anche conquelli. Ride Sandro e poi mi dice: «Sono passati 50 anni; quest’anno ricorre l'anniversario e ho un ricordo bellissimo di quel match. Furono 45 minuti di pura follia, il più bel match della storia del pugilato Italiano e mondiale. Kim era un grande pugile, forte, roccioso ed era il mio match della vita: dovevo ritornare campione a tutti i costi! Lo dovevo a me stesso e a tutti quelli che avevano creduto in me e poi quel tifo...Lo stadio pieno che urlava il mio nome...Ho ancora i brividi! Ritornai campione del Mondo wba/wbc..”.

Più che un incontro fu uno scontro da gladiatori, da Anfiteatro Flavio; Soo Ki lo colpisce con una testata, ferisce l’arcata sopraccigliare di Mazzinghi e in Corea avrebbe vinto per kot… Ma il toro toscano non si arrende, anzi, attacca e alla terza ripresa si scatena: un gancio, diversi montanti e il coreano replica colpo su colpo, ma poi va al tappeto. E’ la prima volta in carriera: nessuno l’aveva mai fatto contare e nessuno ci riuscirà più, tranne Mazzinghi.

«Al terzo round, dopo che già con una testata mi aveva aperto lo zigomo destro, esplodo ventuno colpi in sequenza: gancio, montante, diretto e poi ancora, e ancora…-Racconta Sandro -Ki-Soo Kim mi cade addosso, lo spingo via e lui va al tappeto,  mentre l’arbitro Valant inizia a contare; poi volge le spalle e appoggia le braccia sulle corde in segno di resa. Tutti pensammo che fosse finita. Mio fratello gridò: “Ale! Hai vinto!”. Invece Kim si girò di nuovo verso di me e l’arbitro evidentemente conscio della spettacolarità del match, lo fece continuare, poi qualche secondo dopo suonò il gong e Kim si riprese, continuando per tutte le restanti riprese con un ritmo pazzesco....Non so nemmeno io come facemmo a reggere 15 riprese così».

Il verdetto non è unanime, Harold Valan, di Brooklyn,vede vincente Mazzinghi per 71 a 67; l’italiano Nello Martinelli lo stesso punteggio; il coreano Soon-Choul Park invece dà un verdetto assurdo, con Kim Soo Ki in vantaggio di 5 punti. Forse aveva visto un cartoon di Walt Disney o le comiche di Buster Keaton. Sandro Mazzinghi ritorna sul trono, ma se avesse combattuto in Corea, neanche se metteva per un’ora al tappeto Kim Ki Soo avrebbe vinto! Ma mi racconta: “Dopo l’incontro Kim viene da me a congratularsi, dicendo che aveva vinto il più forte. Grande campione, grande uomo. Lo ricordo e lo rimpiango…”  

Kim è scomparso prematuramente nel sonno il 10 giugno 1997, a soli 57 anni.

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