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Un ottimo Arblin Kaba batte Pereira a Bologna

Ottava vittoria consecutiva per il superleggero allenato da Paolo Pesci. Il francese, ferito, fermato nell’intervallo fra il quarto e quinto round. Verdetto di vittoria tecnica ai punti. Il suo angolo chiedeva il KOTC. Il pugile bolognese: “L’ho ferito con un gancio destro”.
Di Maurizio Roveri
Felicitations, felicitations…”, si è affrettato a dire Werner Viche ad Arblin Kaba incrociandolo dopo il match. Il francese manager del Team Viche, allenatore di David Afonso Pereira, era sorridente. E ne aveva i suoi buoni motivi. Quella ferita - forse neanche particolarmente preoccupante - dietro l’orecchio di Pereira che ha determinato a sospensione del combattimento, nell’intervallo fra il quarto e il quinto round, ha presumibilmente tolto il pugile francese dall’imbarazzo d’una situazione che stava facendosi dura e difficile. Per quanto sia combattente valoroso, David Pereira appariva già in chiara difficoltà a contenere l’azione intensa di Kaba e le rapide combinazioni di colpi che il pugile italiano stava portando. Kaba aveva intensificato il ritmo, andando a segno con bella fluidità e con una certa consistenza. Caricava ganci e montanti, sotto e sopra, alternandoli ai diretti. Spesso doppiando i colpi. Il francese è un ragazzo orgoglioso, aveva venduto cara la pelle fino a quel momento del match, s’era rialzato dopo il knock down della seconda ripresa (colpito secco da un gancio sinistro alla punta del mento) riprendendo a combattere. Pur con una tattica più prudente. Però stava diventando dura, sempre più dura per lui. Seppur molto preparato, Pereira era certamente giunto molto affaticato all’angolo al termine di un quarto round dominato dal suo avversario. Kaba aveva già cominciato ad aumentare la consistenza della sua boxe. Credo che sarebbe stato arduo per il pur resistente Pereira arrivare al termine dei sei round in programma. 
 
 
KABA Bolognina
L’imbattuto Arblin Kaba, ancora convincente
 
 
 
E dunque… quella ferita è stata presa - probabilmente - come una liberazione. E’ stato Werner Viche a richiamare l’attenzione dell’arbitro Massimo Mordini. Mostrandogli la ferita dietro l’orecchio del suo pugile. L’arbitro ravennate ha chiesto l’intervento del medico, il quale ha evidentemente valutato che sarebbe stato prudente interrompere i match. Da regolamento il parere del medico di servizio, richiesto dall’arbitro, è sempre vincolante per la continuazione o no del combattimento.
S è andati, pertanto, alla lettura dei cartellini. Pura formalità, essendo Arblin Kaba nettamente in vantaggio (ha vinto tutti i round, il secondo round con due punti di margine). 
Il verdetto di vittoria tecnica ai punti ha sollevato disappunto e malumori a bordo ring, accendendo anche discussioni e polemiche per lunghi minuti. Quale il motivo del contendere? Si è ritenuto non corretto, e sotto un certo aspetto penalizzante per Kaba, il verdetto “ai punti”. Dal clan del pugile bolognese si chiedeva il verdetto di KOTC.
Pereira Francia a Bologna
Il francese David Pereira
Non cambia la sostanza. Kaba vittorioso comunque. Ottavo successo da Professionista in altrettanti combattimenti. E soprattutto una prestazione molto convincente, contro questo francese dal record “perdente” ma pugile impegnativo, esperto, uno che sul ring ci sa stare. Bene così, dunque, per il lanciatissimo ventiquattrenne superleggero che sta riaccendendo antiche passioni attorno al pugilato in una città - Bologna - abbastanza indifferente in questi Anni Duemila. 
Bellissima la tranquillità di Arblin. Mentre a bordoring montavano le discussione sul tipo di verdetto, lui era sereno, calmo. Più di tutti. L’equilibrio e il controllo, e la saldezza di nervi, sono importanti risorse mentali di questo ragazzo intelligente, riflessivo, lucido, più maturo dei suoi 24 anni. Accetta serenamente un verdetto che è soltanto ai punti, pur sapendo in cuor suo che se il match fosse andato avanti… presumibilmente avrebbe vinto prima del limite. Il KOT sarebbe forse arrivato. Pareva ormai lì dietro l’angolo. C’erano ancora sei minuti di battaglia, e Kaba aveva un ritmo e una intensità che il già affaticato David Pereira difficilmente - molto difficilmente - sarebbe riuscito a reggere. I montanti al fegato avevano cominciato a fare effetto.
Non sentirete mai una polemica da parte di Arblin kaba, non è nello stile di questo educatissimo e rispettoso ragazzo italoalbanese.
Comprendo però - sotto un certo aspetto - le vivaci polemiche dei suoi tecnici e dei suoi supporters. Nel record di un giovane pugile che sta facendosi largo, e che sta cercando i suoi spazi (anche a livello internazionale) apparirà una vittoria ai punti. Anzichè un KOTC. Che fa ben altro effetto!
Allora, verifichiamo. E’ stato corretto andare alla lettura dei cartellini con conseguente “vittoria tecnica ai punti”? Oppure si sarebbe dovuto decretare il KOT?
Affidiamoci al regolamento tecnico della Federazione Pugilistica Italiana. L’art. 83 è tutto dedicato alle decisioni in caso di ferita di un pugile. Vengono analizzati principalmente e profondamente i casi di ferita per testata. E’ tutto molto chiaro, non sto tuttavia a riportare gran parte di questo Art. 83 poichè la parte maggiore riguarda le ferite per testata. Non è la situazione del combattimento professionistico che si è svolto sabato sera nella Palestra Popolare della Bolognina Boxe. 
C’è stata una ferita, ma non provocata da una testata. Si tratta di altra situazione, decisamente più rara. E a questo punto il Regolamento Tecnico (che abbiamo visto essere molto ampio e preciso nel descrivere le situazioni di ferita per testata) dedica invece poche righe ad altre situazioni. Lì mi pare che sia po’ scarno. Infatti l’Art. 83 conclude con il punto numero 3. Che dice: “In tutte le situazioni in cui una ferita vene prodotta da colpi ritenuti dall’arbitro regolari, il pugile non ferito risulterà il regolare vincitore del match per KOTC”.
Ecco la parolina: KOTC. 
E’ il verdetto che Paolo Pesci (il Maestro di Kaba) e i suoi collaboratori hanno insistentemente chiesto. Avevano ragione?
La mia professionalità giornalistica mi spinge a sentire logicamente il parere di Giorgio Cavallari, che essendo il Commissario di riunione è la figura più importante, l’uomo che controlla che tutto in una riunione di boxe sia fatto in maniera corretta. Sono tanti i compiti di un Commissario di Riunione. Deve assicurare il regolare svolgimento delle competizioni pugilistiche. E’ l’unica Autorità federale deputata ai controlli e alle verifiche, prima, durante e al termine d’una riunione di boxe, affinchè tutto si svolga in conformità delle regole federali.
Giorgio Cavallari lo conosco da tempo. Uomo che per competenza, esperienza ed esemplare onestà, rappresenta i massimo della garanzia.
Cavallari non ha dubbi: “Non può essere KOT. In presenza d’una ferita di un pugile, se il match non può proseguire dopo l’intervento del medico, si va alla lettura dei cartellini. Fa testo il punteggio al momento della sospensione. Al di fuori dei casi previsti per il “pari tecnico”. Si va al punteggio, dopo la prima ripresa se si tratta di un match da quattro riprese; dopo la seconda ripresa se si tratta di un match programmato sulle sei riprese, e dopo il gong della terza ripresa se il match è sulle otto riprese. Quando la sospensione del combattimento per ferita avviene prima, il verdetto è di “pari tecnico”. In questo caso, fra Kaba e Pereira, si trattava di un incontro sui 6 round. Erano già state disputato quattro riprese, stava addirittura per cominciare il quinto round e dunque si era già ampiamente fuori dal limite del “pari tecnico”, che sarebbe avvenuto in caso di interruzione per ferita entro la fine del secondo round poichè si trattava di un match sulla distanza dei sei round. Il pugile francese dopo la quarta ripresa si è trovato nella condizione di non poter proseguire, come il medico di servizio ha verificato. Allora, in questi casi, per determinare il verdetto si va al punteggio. Kaba era in vantaggio al momento della sospensione e il verdetto pertanto è quello di VTP. Vittoria tecnica ai punti”.
Chiaro. Chiarissimo.
Ripeto: il Regolamento Tecnico approfondisce in particolare i casi di ferita per testata.
Qui, non si è trattato di testata. 
Parlo con Kaba della sua ottima prestazione. E lui, con l’umiltà che lo contraddistingue, lo dice quasi di passaggio. “L’ho colpito con i gancio destro. E ricordo bene che, dopo quel gancio, il francese era ferito”.
E allora: se la ferita è stata determinata da un colpo, il verdetto sarebbe dovuto essere di KOTC (vittoria prima del limite per intervento medico).
E’ evidente che l’arbitro e i giudici non hanno visto il gancio aprire la ferita dietro l’orecchio di Pereira. Effettivamente era una posizione difficile da vedere. Cosicchè, quando nell’intervallo fra la quarta e la quinta ripresa, l’allenatore del pugile francese ha chiesto all’arbitro Mordini l’intervento del medico, in quel momento per arbitro e giudici diventava difficile capire che cosa avesse prodotto quella ferita. Un colpo? Oppure lo sfregamento del guantone sull’orecchio durante una fase corpo a corpo? Inevitabile a quel punto andare alla lettura dei cartellini. Decretando per un Kaba ruggente la vittoria ai punti.
Arblin è soddisfatto della prestazione. Tuttavia, da serio professionista, esigente con se stesso, non si accontenta. “Debbo migliorare. So che debbo migliorare. In particolare dovrò svolgere un lavoro aerobico per arrivare ad ottenere una maggiore continuità nel portare i colpi. Ero ben preparato. Ma sono pronto ad allenarmi in maniera ancor più rigorosa”.
Kaba combatterà di nuovo il 14 dicembre, ancora nella palestra della Bolognina Boxe. E sarà la prima volta sulla distanza delle 8 riprese. Avrà un avversario di valore. No, non sarà Khelladi. Ottimo pugile, il genovese, classificato nelle prime posizioni nella graduatoria italiana dei pesi leggeri. Khelladi potrebbe essere l’avversario del superleggero di Bologna, ora affidato alla procura di Francesco Ventura, in una eventuale possibile e interessantissima sfida tutta italiana per il Titolo del Mediterraneo. All’inizio del 2019.
Per quanto riguarda il contorno dilettantistico della riunione organizzata dalla Bolognina Boxe, apprezzabili prestazioni di Chiara Gregoris, la 54 chili della TPO Bologna, del peso medio Matteo Giannarelli (Boxing Club La Spezia) e del ventenne abruzzese Davide Mennuni  (della Palestra Popolare Johann Rukelie Trollmann di Chieti).  
Molto bene anche la romagnola Lisa Brighi. Ha perso? Per i giudici… In realtà, sul piano dell’espressione tecnica, ha fatto vedere belle cose, di sicuro ha prodotto uno dei migliori match della sua carriera. L’avversaria, la modenese Lavinia Boggia, ha avuto un orgoglioso finale e l’ultima immagine potrebbe avere condizionato il giudizio dei giudici. Tuttavia la sconfitta mi pare eccessivamente penalizzante per Lisa Brighi e per il suo Maestro, il grande Meo Gordini che - riuscendo a portare la Brighi a prodursi su questo livello tecnico - aveva ancora una volta confezionato un piccolo capolavoro.
I RISULTATI
DILETTANTI
Kg 69: Mario Missoni (Boxe Le Torri Bologna) e Marius Gabriel Bufnila (Ravenna Boxe) incontro pari.
Femminile kg 57: Luisa Chiara Messina (TPO Bologna) batte Martina Alberti (Pugilistica Spezzina) ai punti.
Kg 75: Matteo Giannarelli (Boxing Class La Spezia) batte Lorenzo Tomasi (Bolognina Boxe) ai punti.
Femminile kg 54: Chiara Gregoris (TPO Bologna) batte Marta Ricci Maccarini (Ravenna) ai punti.
Femminile kg 57: Lavinia Boggia (Robby Team Modena) batte Lisa Brighi (Gordini Boxe Ravenna) ai punti. 
Kg 75: Stefano Puccetti (Boxe Le Torri Bologna) batte Angelo Leonzio (Ravenna Boxe) ai punti.
Kg 64: Davide Mennuni (Palestra Popolare Johann Rukelie Trollmann) batte Federico Tocchi (Bolognina Boxe) ai punti.
Kg 75: Daniel Munoz Quiroz (Boxe Le Torri Bologna) e Michele Leonzio (Ravenna Boxe) incontro pari.
PROFESSIONISTI
Pesi superleggeri: Arblin Kaba (Bologna, kg 64,900 - Team Ventura) batte David Pereira (Francia, kg 65 - Team Viche) per VTP al quinto round. 

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