(Lejarraga e Gavin)
Sabato notte, attorno alle sedici corde dell’Exhibition Centre Baracaldo di Bilbao, una marea di scatenati sostenitori baschi affiancherà il proprio idolo, il 26enne imbattuto Kerman Lejarraga (26-0-0; 21 ko), nella difesa della cintura europea dei welter dall’attacco del 33enne inglese di Birmingham, Frankie Gavin (26-3-0; 15 ko), già iridato tra i dilettanti (vittoria su Domenico Valentino per 18 a 10 a Chicago nel 2007) e dotato dalla natura di un grande talento, sciupato però con uno stile di vita non consono a chi vuole diventare davvero un campione.
“Revolver”, come lo chiamano i concittadini di Bilbao, é un pugile in possesso di colpi pesanti, enorme determinazione e un’aggressività che pochi altri pugili europei possono vantare. Quando sale sul ring con il volto bendato, accolto da un vero e proprio “inferno” di tifo, sembra davvero che in quel momento rappresenti l’intero e bellicoso popolo basco. Poi, quando suona il gong, si scatena. Cresciuto in maniera molto rapida dal 2013 a oggi però sempre nella propria terra, lo scorso 28 Aprile ha dimostrato contro un altro britannico, Bradley Skeete, di non essere soltanto un pugile “locale”, polverizzandolo in meno di due riprese e conquistando con irrisoria facilità la vacante cintura continentale. Ora, egli stesso e il proprio adorante pubblico sono convinti che accadrà la medesima cosa con Gavin, tanto che già l’attenzione é rivolta verso traguardi iridati.
Dal canto suo, “testa matta” Gavin, che già da dilettante fece ammattire coloro che lo curavano, sa di essere all’ultima chance di una carriera prestigiosa, ma non pari alle attese. Indisciplina, attrazione irresistibile per tutto ciò che é proibito, poca propensione a frequentare la palestra (e chi più ne ha, più ne metta…), gli hanno tarpato le ali. Mancino dotato di tecnica, furbizia, varietà di colpi e grande coordinazione gambe-braccia, ora sembra avere messo la testa a posto, anche se forse troppo tardi.
“Nella mia vita ho fatto tanti errori-Confessa il britannico-Sono arrivato a pesare persino oltre 90 kg! Ma adesso sono pronto per la sfida di Bilbao e voglio vincere”. Lo si ricorda nella stupenda sfida contro il nostro Bundu, nel 2014, allorché fu battuto per split decision al termine probabilmente del match migliore di tutta la carriera del fiorentino della Sierra Leone. Poi, nel 2015 il fortissimo Kell Brook e nel 2016 la “meteora” Sam Eggington gli hanno imposto dure sconfitte prima del limite, rispettivamente per la cintura iridata Ibf (kot al 6° round) e per quella Intern.le Wbc (kot all’8° round). Ammesso e non concesso che il “pentimento” di Gavin sia sincero e che il suo stile di vita sia realmente mutato, riesce difficile pensare che egli possieda ancora le energie, la rapidità, la resistenza e la sopportazione al dolore che ha perso strada "per sua colpa, sua grandissima colpa".
Lejarraga ha forse minore tecnica dello sfidante, pur non essendone affatto a digiuno, ma vanta un’esuberanza atletica invidiabile e tanta, tanta volontà di arrivare. Ha il dono del ko nascosto in entrambi i guantoni e cercherà di fermare sulle gambe l’inglese con un pesante lavoro al corpo, che rappresentà forse il top del proprio repertorio. Gavin deve assolutamente evitare gli scambi a viso aperto e la corta e media distanza nelle prime 5-6 riprese, per poi uscire alla distanza facendo affidamento alla tecnica e alla guardia mancina. Se tale probabile strategia avrà successo, allora avrà l’opportunità di giocarsi carte importanti, ma se fallisse e Kerman Lejarraga riuscisse ad imporgli subito i propri arrembanti e letali attacchi, rischierà di “saltare”, proprio com’é accaduto al connazionale Skeete. Le previsioni propendono per lo più per la seconda ipotesi.
A Frankie Gavin, campione sinora “mancato”, l’arduo compito di stravolgere i pronostici...
