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Rigoldi-Parodi visto dall'altra parte e il malinconico addio al ring dello sconfitto

di Gualtiero Becchetti

 

RigoldiParodiMatch

(Rigoldi incalza Parodi)

Talvolta é molto interessante e quasi "educativo" porsi dal punto di vista dello sconfitto. E' una mia debolezza, ma il fascino di colui che scende dal ring battutto, nonostante i sacrifici compiuti prima del combattimento e le sofferenze patite durante, mi hanno sempre esercitato un irresistibile fascino. Forse perché é nella sconfitta più che nella vittoria che emerge spesso il "profondo" di un atleta e soprattutto di un uomo.

Sabato sera, dinanzi ai concittadini di Hyeres, in Francia, il 31enne Jérémy Parodi (42-5-1; 10 ko) é stato letteralmente dominato dal nostro 25enne Luca Rigoldi (19-1-1; 8 ko), il ragazzo vicentino dotato di polmoni grandi come una mongolfiera e da una determinazione "vecchio stile". Per il pugile di Gino Freo, nato pugilisticamente a Vicenza e maturato a Piove di Sacco, si é aperto un vasto orizzonte ricco di prospettive, di traguardi, di speranze e di rischi.

Per Parodi, il cui nome evidenzia sicure radici italiane più o meno remote, la quarta sconfitta consecutiva per un titolo internazionale e in questa circostanza "vero" come l'europeo, chiude per sempre lo spazio ai sogni di gloria. Oltre alla palese inferiorità atletica e tattica rispetto a Rigoldi, il francese é parso quasi soggiogato dall'importanza dell'impegno, dalla responsabilità di non deludere il pubblico accorso per lui e da chissà cos'altro ancora. Ha passato i primi cinque round senza allungare praticamente le braccia, come se fosse paralizzato e lo scatenato Luca ha praticamente condotto questa fase del match come se fosse un allenamento al sacco ai 100 all'ora, bombardandolo come e quando voleva. All'angolo urlavano a Parodi di rispondere, di muovere le mani, di boxare. Niente da fare. L'ombra nera della sconfitta era già una presenza fissa al fianco di Jeremy.  

Come riporta il sito della FFB, il suo allenatore Ben Belhachemi, cercando di rinfrancarlo negli intervalli, gli ha detto: "Non puoi resistere per dodici riprese in questo modo! Sii cattivo! Fammi almeno una ripresa alla Sugar Ray Leonard!". Parodi invece non solo non poteva e non riusciva a combattere neppure per un istante come Leonard, ma continuava a subire chiudendosi a riccio, fermandosi sulle corde e incassando un'infinità di colpi simile ad una tremenda grandinata estiva...Se i pugni di Rigoldi avessero più dinamite, per il francese la serata avrebbe avuto conseguenze molto, molto peggiori.

Per il suo maestro, ad un certo punto non era rimasta che l'estrema speranza che si va a scavare in tali drammatici frangenti: quella dell'orgoglio e dellla forza morale del pugile. "Forza Jeremy! Fai vedere al mondo che sai combattere-Gli urlava, mentre seduto sullo sgabello il suo allievo aveva ormai gli occhi diperati e rassegnati-Muoviti, aspettalo e picchia! Manda fuori giri la macchina dell'italiano. Hai una boxe stupenda...Allora falla vedere! Sai eseguire azioni meravigliose...".

Nelle ultime riprese non si può dire che Jeremy Parodi non abbia tentato qualcosa, ma con enorme incertezza, in modo saltuario e sostanzialmente inneficace per Luca Rigoldi, ormai in trionfale tranche agonistica. Se infatti il veneto accusava un seppur lievissimo calo di ritmo, il transalpino non poteva non accusare il "martirio" al quale era stato sottoposto sin dal primo secondo della sfida. E infatti, al suono dell'ultimo gong, tutto era già scritto.

Braccia alzate e salti di gioia per Luca Rigoldi; occhi bassi, volto segnato e infinita tristezza per Jeremy Parodi. 

Pochi minuti per rifiatare un po' ed ecco lo sconfitto ai microfoni televisivi: "Sono molto deluso, perché io davvero ho dato tutto ciò che avevo. Ho dimostrato d'essere un guerriero. Cosa mi é mancato? Sinceramente non lo so. Sono abbattuto e addolorato.Ho perso troppo tempo per partire. Erano due anni che non disputavo un incontro come questo, a livello europeo. Si é visto! Avevo preannunciato che in caso di sconfitta, mi sarei ritirato. Ecco. Non ho più niente da dimostrare!".

L'altra faccia della boxe, quella in cui un giovane di trent'anni si sente improvvisamente e innaturalmente vecchio. Quella in cui la vita cambia per sempre il proprio corso. Una vita da pugile, Una vita da pugile battuto...

 

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