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In memoriam Rocky Lockridge

 

 

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Quella sera al Castello Sforzesco

Era il 29 luglio del 1984 quando Rocky Lockridge combattè a Milano, all'aperto al Castello Sforzesco. Faceva un gran caldo e c'era un sacco di gente. Milano era bellissima quella sera e io ero lì con il mio amico Giancarlo, quello che avrebbe curato le fotografie dei miei libri. Andavamo appena possibile alle riunioni di boxe e quella sera non potevamo mancare. Assidui spettatori de La Grande Boxe di Canale 5 e di tutte le possibili dirette televisive conoscevamo bene Rocky Lockridge e potevamo solo essere grati a Umberto Branchini e alla scuderia Totip che ci permettevano di vederlo dal vivo. Lockridge allora era campione dei superpiuma per la WBA, titolo conquistato qualche mese prima contro Roger Mayweather, e aveva già combattuto in Italia, a Sanremo, quando per lo stesso titolo aveva perso contro il panamense Eusebio Pedroza, un fuoriclasse. Ma anche lui, a soli 25 anni, lo era e lo avrebbe dimostrato, quella sera e in seguito.

Non era un caso che Lockridge combattesse a Milano; Branchini voleva opporgli presto per il titolo il tunisino Kamel Bou Ali, uno dei migliori pugili della sua scuderia e l'occasione per vederli impegnati nella stessa riunione era ghiotta. Lockridge non combatteva per il suo titolo ma affrontava Julio Llerena, un colombiano di 24 anni dal discreto record ma che poteva solo fungere da collaudatore di buon livello. Lockridge naturalmente vinse, e vinse come gli appassionati milanesi volevano vedere, con un K.O. al 6° round.

Il match di Bou Ali era sulla carta molto più impegnativo perché il tunisino affrontava lo spagnolo Roberto Castanon, un 31enne che era stato a lungo campione europeo dei pesi piuma e che, salito di categoria, si era preso il titolo continentale anche qui prima di perderlo contro il napoletano Alfredo Raininger. Il baffuto Castanon non era forse più lo stesso pugile di un tempo ma Bou Ali fu bravo a chiudere il match in sole 2 riprese anche se ricordo che l'arbitro fu criticato per un intervento apparso ai più un po' troppo precipitoso.

Combatteva anche Luigi Minchillo quella sera, battè anche lui in 2 riprese lo statunitense Monte Oswald. C'era anche il mancino piacentino Aldo Buzzetti, già campione italiano  dei pesi medi, che battè un altro tunisino, il collaudatore Mokhtar Djelassi, che aveva già sconfitto in precedenzaai punti, per K.O.T al 4° round. Kamel Bou Ali incontrò poi davvero Lockridge a Riva del Garda il 27 gennaio del 1985 e perse per K.O.T al 6° round. Lockridge avrebbe perso il titolo nella difesa successiva battuto dal grandissimo Wilfredo Gomez, e non sarebbe riuscito a conquistare il titolo della WBC battuto da Julio Cesar Chavez. Ma attenzione, contro due dei più formidabili campioni dell'era moderna Lockridge perse solo per majority decision e, nel caso del match con Gomez, in casa dell'avversario.

Purtroppo poi il dopo carriera di questo campione è stato drammatico come troppe volte accade ma si sapeva già quando combatteva che il pugile statunitense fosse tossicodipendente. Ora Lockridge non c'è più, come non c'è più chi mi accompagnava quella sera e come non c'è più la boxe di quel livello in Italia, quando si poteva portare da noi un campione di quel livello e correre in massa ad ammirarlo. Riposi in pace.

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