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Cristofori: “Ho un motivo in più per vincere domani a Chieti”

Il ventiquattrenne ferrarese diventerà papà ad agosto. E al bimbo che nascerà vuol dedicare una grande prestazione nell’insidiosa sfida contro Emanuele Cavallucci. E’ la seconda difesa del titolo italiano dei welter. In questa intervista, “Il Drago” si racconta come uomo e come pugile.
Cristofori relax corde
di Maurizio Roveri
L’uomo corre, sull’argine del grande fiume, nelle mattine piene di profondi silenzi. E’ l’alba. La sagoma spunta fuori dalle nebbie che profumano di mistero. Come un’ombra che avanza decisa, con piedi rapidi lungo i sentieri dove la magìa della galaverna va a formare aghi di ghiaccio sui rami degli alberi. 
Le gambe corrono dentro quel paesaggio incantato.
I mattinieri, a Porotto nella periferia di Ferrara, sono già abituati a vedere in lontananza il profilo del pugile che si allena a quell’ora, fa il footing quando un nuovo giorno sta per nascere, spinge le sue gambe per chilometri. Ogni mattina, in qualunque stagione: in mezzo alle brume autunnali o nel freddo dell’inverno, o in queste settimane che - climaticamente anomale - sembrano un anticipo di primavera.
Lui è Nicola Cristofori, il boxeur professionista campione d’Italia dei pesi welter.
Non passa inosservato, Nicola, con i suoi 183 centimetri di altezza. 
Le tiene allenate bene, le gambe. E i piedi. E il fiato. Perchè sono un patrimonio per chi sul ring propone uno stile di pugilato basato sulla mobilità, sui riflessi, sulla scelta di tempo, sul girare e spostarsi di continuo e in maniera agile e fluida.
Cavallucci vs Cristofori Chieti
Ecco, questi sono gli ultimi giorni di un’altra preparazione intensa, dura, rigorosissima. Venerdì 8 marzo, al Pala Santa Filomena di Chieti, il ventiquattrenne Nicola Cristofori andrà a difendere per la seconda volta quel “tricolore” che conquistò la sera del 16 marzo 2016 a Cernusco sul Naviglio quando sconfisse Michele Esposito. 
L’avversario del ferrarese fra quattro giorni, dentro le sedici corde della città abruzzese, sarà Emanuele Cavallucci. Il quale giocherà in casa. Nato e cresciuto a Chieti, arriva da trentenne a battersi per la primissima volta per il titolo italiano. Cavallucci propone un record abbastanza simile a quello del campione in carica. 
I numeri, infatti, dicono che Cristofori ha sostenuto 13 match da professionista con 10 vittorie (1 per KO), 1 sconfitta (ai punti) e 2 match pari. Il suo sfidante è salito sul ring, da Pro, 12 volte: 10 vittorie (3 per KO), 1 sconfitta (per KO) e 1 pari. 
La differenza? Cristofori, all’età di 24 anni, è già passato attraverso esperienze e battaglie di un certo livello. Con titoli in palio. Cominciò diventando campione dei Neo-Pro al PalaCatania prevalendo su Corrado Scibilia il 17 dicembre 2016, e quella sera Nicola disse “Per me è solo l’inizio”. Lavorando duro, e migliorando, il pugile ferrarese arrivò a conquistare la cintura “vera” di campione d’Italia. Era il 16 marzo 2018, la vittoria su Michele Esposito. In Lombardia.
Poi, una difesa insidiosa. Rivelatasi ancor più difficile di quanto si immaginasse. La dura battaglia contro un avversario valoroso ed espertissimo come Tobia Loriga l’11 agosto dell’anno scorso nel magnifico scenario della Piazzetta Trepponti a Comacchio. Verdetto di non semplice interpretazione, con quel “pari” a salvare il titolo di Cristofori. E comunque l’essere uscito dai sentieri tortuosi di un’aspra sfida con la cintura tricolore ancora addosso è stato un altro esame di maturità superato.  
Emanuele Cavallucci sul ring da Professionista ci va dal settembre 2013. Due anni prima del debutto di Cristofori da Neo-Pro. . Però… il pugile di Chieti ha perso poi quasi due anni. Inattivo dal giugno 2014 (dopo il suo terzo match da Professionista, vinto contro Pompeo Mellone) fino al maggio 2016 quando fece il rientro fra le sedici corde sconfiggendo Giuseppe Rauseo per squalifica. Un mese più tardi, Cavallucci conosceva l’amaro sapore della prima sconfitta: un KOT per mano di Christian Arvelo Segura il 10 giugno 2016 a Torino. Quell’incidente di percorso lo fermò ancora. E passò un anno tondo tondo prima di rivedere il pugile di Chieti nuovamente sul ring. Il 10 giugno 2017 a Roma batteva Valerio Mazzulla per KOT. Da allora, la sua attività è stata costante. Pur senza avere l’opportunità di combattere spesso. Emanuele ha avuto pazienza. Ha aspettato che arrivasse il suo momento. E adesso, all’età di 30 anni e 5 mesi, finalmente può battersi in un match con il titolo in palio.
 
Nicola Cristofori parla  di questo combattimento. Che può essere un match-chiave per il futuro. Mantenere ancora una volta il titolo potrebbe aprirgli prospettive ancor più interessanti
Cavallucci, il mio avversario di venerdì, non è passato attraverso battaglie come quello che io ho combattuto con Michele Esposito e con Tobia Loriga. Lui ha fatto un altro percorso, merita rispetto perchè è un buon tecnico, sarà sicuramente motivatissimo. E dunque dovrò affrontarlo con la massima attenzione. Per non farmi sorprendere. Nella boxe basta un attimo, un episodio, per decidere il destino di un combattimento. Ho visto qualche video di suoi match recenti. Anche lui è alto, lavora bene con il jab sinistro essendo impostato in guardia normale, mentre io sono un mancino. Ho cercato di guardare le cose essenziali da questi video. Non ho approfondito le ricerche sul mio sfidante. Io preferisco concentrarmi sulla mia boxe, curare ogni dettaglio, farmi trovare prontissimo. Punto a fare bene quello che so fare. E se farò anche qualcosa in più, ben venga”.
La meticolosità e la professionalità del pugile allenato dal maestro Roberto Croce, e gestito dal manager Loreni, sono dimostrate dal sostanzioso lavoro di guanti al quale Cristofori si è sottoposto.
Ho fatto tre giorni ad Assisi con i pugili della Nazionale che erano in preparazione per i Campionati Europei Under 22 e con questi ragazzi ho fatto sessioni molto dure di guanti. Inoltre, mi hanno aiutato molto - mettendosi a mia disposizione come sparring - campioni come Ballisai, come Fiordigiglio e ovviamente il mio compagno di palestra Marcello Matano. Insomma, ho spinto bene”.
Già, Marcello Matano. L’ex-campione Intercontinentale dei superwelter, nonchè interprete non fortunato ma valoroso di due semifinali mondiali, da qualche tempo è sceso di categoria. Ora fa il welter. Sì, la stessa categoria di peso del suo amico e compagno di palestra Cristofori. E se un giorno i percorsi della boxe li portassero l’uno di fronte all’altro? Sarebbe un clamoroso derby della Ferrara Boxe…
No, no, non accadrà mai. Andiamo avanti su strade diverse. Come diversi sono gli obiettivi”, precisa subito Cristofori.
Cristofori Croce Fiordigiglio 2
Quale tattica dovrà usare Nicola Cristofori l’8 marzo al Pala Santa Filomena di Chieti contro Cavallucci? Lo chiedo a Roberto Croce, l’uomo che in Cristofori ha sempre creduto e che lo coltiva fin da quando Nicola entrò in palestra e aveva 14 anni.
Sono due pugili tecnici, entrambi bravi a boxare di rimessa, entrambi molto mobili. Vincerà chi saprà interpretare meglio il match”, è l’opinione dell’allenatore di Cristofori.
Insisto con Croce. Se Nicola Cristofori vincerà, e conserverà ancora la cintura di campione d’Italia dimostrando d’essere maturo per obiettivi più ambiziosi, quale sarà il prossimo passo? Quali prospettive potrebbero aprirsi?
Andiamo per gradi. Evitando ogni forzatura. Nicola è giovane, ha 24 anni, deve poter maturare in maniera progressiva. Certo, è un ragazzo che ha belle qualità naturali, possiede ad esempio un colpo d’occhio eccezionale. Però, ci sono ancora dei difettucci da limare, da togliere e su questo dobbiamo lavorare. Non bisogna avere fretta. Una bella prestazione venerdì, conservando il Tricolore, ci farebbe capire che possiamo puntare al titolo dell’Unione Europea. Per ora. L’Europeo? Ancora prestino. Per traguardi importanti ci vogliono ancora 2-3 anni”.
Molto sagge, piene di buon senso, le parole di Roberto Croce.
Nicola Cristofori si porta dietro un nickname. Il Drago. Perchè “Il drago”? Com’è nato questo soprannome?
E’ nato così per caso, scherzando con gli amici. Loro mi dicevano “Nicola, sei forte, sei un drago…”. E così, la parola drago mi è rimasta appiccicata. Mi piace”.
Umile e sensibile, da ragazzo che si è costruito i suoi successi con tanto sacrificio, Nicola ha scritto nella sua pagina Facebook una frase che mi è sembrata suggestiva. E significativa del suo modo di essere, di pensare. Ve la propongo. 
Non competere con nessuno, non devi dimostrare niente a nessuno. Non devi arrivare dove sono arrivati gli altri, devi superare i tuoi limiti. Sìì la migliore versione di te stesso!”.
Queste parole, Cristofori le ha inserite sopra il video di un allenamento nella palestra della Ferrara Boxe (che da dieci anni è felicemente la sua seconda casa).
E’ una frase che ho trovato su internet, leggendola ha fatto un forte effetto su di me, mi è piaciuta e l’ho usata adattandola al mio mestiere di pugile. Trovo che sia un bel messaggio: lottare per migliorarsi sempre nella vita, per cercare di superare i propri limiti. Questa è la cosa più importante”.
Superare i propri limiti. Battere le paure. Crescere. Maturare. Lavorare duro per migliorarsi. Tutto questo richiede fatica, sudore, sacrificio. Nicola Cristofori ha l’umiltà, la determinazione, la costanza per affrontare la vita dura del pugile. 
Ogni volta che combatto è anche una sfida con me stesso. Cerco sempre di fare meglio della volta precedente. Come il lavoro giornaliero in palestra: ogni volta voglio farlo in maniera più efficace. Desideroso anche di provare nuovi stili, di ampliare il mio repertorio. C’è sempre qualcosa da imparare, se uno vuole. Voglio fare il pugilato nel migliore dei modi. Per questo ho fatto una scelta di vita: ho deciso di dedicarmi soltanto alla boxe”.
Sono anni importanti, questi, per Nicola Cristofori. Nella boxe. E non soltanto nella boxe. Anche nella vita. C’è la famiglia che presto si allargherà, fra qualche mese arriverà un… draghino.
Eh sì, Camilla mi darà un draghino. Dovrebbe nascere ad agosto”, racconta emozionandosi Nicola. Felice. Bramoso e orgoglioso di diventare papà. E già impaziente.
Poi rivela una curiosità che riguarda lui e la sua compagna. “Per puro caso, noi due siamo dello stesso giorno, stesso mese e stesso anno”.
L’8 agosto 1994, appunto.
E il bimbo nascerà ad agosto, e proprio in quei giorni…”.
Gliela senti nella voce e gliela leggi negli occhi, la felicità. Cristofori va alla battaglia di Chieti portandosi dietro questa bella serenità interiore. “E sarò ancor più motivato”.
Un titolo da difendere in trasferta. Fuori casa, Nicola. Ancora una volta, come quando la conquistasti questa cintura di campione d’Italia. E prima, ci sono stati match in diversi angoli d’Italia: a Manzano, Sottomarina di Chioggia, Empoli, Catania, Grosseto, Scandicci. Non ti disturba?
No. Anzi. Preferisco combattere fuori casa. Mi trovo di più a mio agio”.
Nel pugilato Nicola Cristofori ha conosciuto il brivido d’essere il numero 1 in Italia. Il titolo dei Neo-Pro quando aveva 22 anni, poi lo stupore di afferrare la cintura da big: Campione d’Italia a 23 anni e mezzo. 
Anno dopo anno, è un continuo scoprire nuove emozioni.
Il ragazzo di Ferrara ammette: “Quand’ero dilettante, agli inizi, non avrei mai pensato di fare così tanto. Poi, piano piano, ho preso più fiducia. La convinzione è cresciuta”.
Cristofori Primo sgranato
La carriera dilettantistica del welter mancino di Ferrara dalle gambe sempre in movimento è stata una carriera buona. Ma non brillantissima. Neanche campione regionale. Cinquantotto i match disputati, trentadue vinti, ventuno le sconfitte e cinque pareggi. 
Quella volta che perse prima del limite contro Gieloshai nel maggio 2013 a Molinella, o successivamente quando perse ai punti due volte contro Marco Muccioli e poi contro Quarneti, Marleci, Redovani, Vairo Lenti e Danny Tanfoglio pochi mesi prima di tentare l’avventura da Neo-Pro, presumo che - allora - in molti ritenessero Cristofori non pronto. Si sbagliavano. Si sbagliavano. Perchè le sue caratteristiche tecniche e il suo tipo di boxe si sono rivelate più adatte al pugilato professionistico e nel “passaggio” sono state valorizzate. I soli 3 round del Dilettantismo non potevano permettere a Nicola di mostrare il meglio delle sue doti: quelle gambe agili e scattanti, il colpo d’occhio, il fiato, la resistenza alla distanza, la pulizia tecnica. 
Da Professionista il welter ferrarese è riuscito - fino ad ora - ad interpretare la sua espressione tecnica, la sua apprezzabile boxe di rimessa. Dimostrando anche di saper soffrire e di non smarrirsi in mezzo alle insidie di un match difficile com’è stato quello con Tobia Loriga (lo “Squalo” di Crotone quella sera di sette mesi fa a Comacchio tirò fuori tanta intensità mentale e tutto il “mestiere” di chi sul ring ci va da una vita). 
C’è un’altra bella frase nella pagina facebook del Drago. Dice: “Uno dei grandi piaceri della vita sta nel fare quello che la gente dice che non riuscirai a fare”.
Da bimbetto e da ragazzino Nicola Cristofori giocava a calcio. Lo ha fatto dai 4 ai 14 anni. Attaccante. Poi… la boxe. Dove - nel tempo - è diventato un bravo interprete della tecnica difensiva, con quel suo portarsi fuori dalle traiettorie dei colpi e quella naturale abilità nelle schivate.
Com’è entrata la boxe nella vita di Nicola?
Per motivi personali ho lasciato il calcio. Mi è stato consigliato di provare il pugilato. Ero ragazzetto e avevo bisogno di prendere sicurezza. Così entrai in palestra. Mi piacque. Ci presi gusto, sempre di più. Ho avuto la fortuna di conoscere Roberto Croce. Lui è stato importantissimo per me. Mi ha fatto maturare come persona, mi ha aiutato tanto a diventare un buon pugile. Quando arrivai alla Ferrara Boxe ero un ragazzo un po’ chiuso, non parlavo molto. Roberto ha avuto tanta pazienza, mi ha seguito con affetto. Mi ha fatto anche da padre”.
E ora il maestro e il suo allievo sono pronti a partire verso un’altra avventura.
 
 
 
 

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