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I migliori francesi emigrano in America per allenarsi; motivo di riflessione anche per l'Italia?

BigBear

Hassan N'Dam e Michel Soro, i quali hanno ultimamente preparato i loro rispettivi combattimenti negli Stati Uniti, rappresentano l’iniziale “pattuglia” dei pugili francesi che sembrano decisi a volare al di là dell’Atlantico per allenarsi. Una novità, ma pure un campanello d’allarme per la boxe d’Oltralpe, la quale dovrà interrogarsi seriamente sull’attuale livello medio dei propri tecnici.
N’Dam ha scelto la Florida e Soro la California per mettersi rispettivamente agli ordini di un allenatore cubano di un messicano.

Il vincitore (?) di Murata ha dichiarato che con il suo allenatore precedente, Mouss Ouicher, era sempre fisicamente al top ma gli mancava “qualcosa” tecnicamente e quel “qualcosa” l’ha rimarcato il promoter Sebastien Acaries, sottolineando come N’Dam, il quale era andato ripetutamente al tappeto contro Quillin e Lemieux, è notevolmente migliorato da quando i nuovo coach Pedro Diaz gli ha cambiato l’impostazione sulle gambe, facendolo saltellare e muovere di meno, per abituarlo ad essere più sciolto e a tenere il centro del ring. Tra l’altro, a parte una scientifica e puntuale dieta personalizzata, il franco-camerunense non appena arrivato in Florida è stato sottoposto ad un rallentamento del lavoro dal momento che senza avvedersene era finito in “superallenamento”.
Michel Soro, da pare sua, ha descritto l’atmosfera che si respira nel californiano campo d’allenamento di Big Bear, una specie di eremo isolato dal mondo, in cui si viene sottoposti ad una tremenda preparazione atletica molto difficile da sopportare. Lo sparring viene svolto soltanto nella giornata del sabato, mentre negli altri giorni ci si dedica al miglioramento tecnico e il pugile con cui s’incrociano i guantoni è sempre di alto livello, simile all’avversario che si affronterà e fa il possibile per imitarne lo stile.

Anche il cruiser Arsen Goulamirian si dice entusiasta dell’esperienza vissuta in Canada e di non essere mai stato tanto “in palla” come quando si è allenato là. Il franco-armeno comunque non sottovaluta le qualità dei tecnici francesi, però pone l’accento su un aspetto che anche in Italia è divenuto fatale per i nostri pugili: l’impossibilità di dedicarsi totalmente alla boxe in Francia, impediti dagli impegni di lavoro e dai problemi della vita quotidiana. Ciò non accade oltreoceano e per tale ragione anche il suo prossimo match del 1° luglio verrà preparato in America.
Pure Tony Yoka e Souleymane Cissokho hanno scelto di volare a Oakland (California), sotto la guida di Virgil Hunter, allenatore tra gli altri di André Ward, Amir Khan e André Berto, perché ritengono che egli sia in grado di fare emergere valori e risorse che in Francia rimarrebbero inespressi.

Tutto ciò dovrebbe essere motivo di approfondita riflessione non solo Oltralpe, ma anche in Italia, dove hanno conseguito la qualifica ben 3641 tecnici (2081 tesserati nel 2017) e si contano 6161 pugili AOB, 2849 giovanili e 196 professionisti... Una media di circa 1 allenatore ogni 3/4 agonisti. Un poderoso e affollato schieramento che in teoria lascerebbe spazio a tante speranze.

Eppure…

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