Vantaggi nettissimi del campione
Avevamo scritto che nel pugilato se si affrontano due veri campioni che però appartengono a due categorie diverse vince il più pesante. E' quello che è successo ad Arlington, Texas, ma dobbiamo onestamente riconoscere che se pensavamo che comunque il match potesse essere equilibrato questo invece non è affatto successo. Errol Spence Jr ha dominato Mickey Garcia al punto che uno dei giudici ha redatto un cartellino da 120-107 il che significa che ha visto un round in cui, pur in assenza di atterramenti, Spence ha prevalso per 10-8. Se questo è un match che dà l'effettiva misura di quanto valga Spence non si può nascondere una certa delusione per un match così a senso unico. Gli altri due giudici hanno visto anche loro un cosiddetto "shootout" dando 120-108, noi avevamo 119-109 perché abbiamo assegnato la seconda ripresa a Garcia ma, visto l'inizio al rallentatore di questo match, questo è puramente un dettaglio. Possiamo dire che la montagna, cioè un match molto atteso, ha partorito un topolino? Si, decisamente.
Mentre scriviamo non possediamo gli effettivi pesi con i quali i due pugili sono saliti sul ring ma la differenza era davvero troppa. Succede anche troppo spesso. Ma va affrontato anche il lato tecnico di un match così. L'analisi che ne ha dato Mickey Garcia a match appena terminato è stata di una lucidità rara in un atleta che ha dovuto fare 12 durissime riprese. Il californiano ha semplicemente detto che Spence ha fatto il match che doveva fare al riparo del suo jab destro (Spence, ricordiamolo, è un mancino), che lui, Garcia, ha provato a fare degli aggiustamenti ma che Spence ha sempre trovato la giusta risposta. Tutto esatto, tutto impietosamente vero. Il match Spence ha cominciato a vincerlo, dopo due riprese più che altro di una lenta partita a sacchi, con il continuo uso del jab destro che ha sempre più aperto la strada al gancio e al diretto sinistro. Ma non è tutto qui, Spence ha lavorato moltissimo al corpo togliendo energie e gambe a Garcia che ha dato l'impressione solo a inizio 5° round di provare a fare ciò che doveva, cioè ingaggiare una battaglia accorciando la distanza e rischiando magari anche la sconfitta prima del limite. Se non ha potuto farlo è perché Spence non glielo ha consentito.
Nella seconda metà del match Spence, un newyorkese che vive in Texas a breve distanza dalla immensa arena in cui si è combattuto, ha capito che non correva alcun rischio serio e che i pugni di Garcia, frequenti rispetto ai suoi in misura di 1 a 4 e mezzo secondo i dati statistici, erano comunque leggeri per dargli troppo fastidio. Ed è stato doloroso vedere come Spence, scioltosi ormai in un combattimento in cui poteva prendere l'iniziativa e scambiare senza rischi, ha portato Garcia sull'orlo dello stop dell'angolo dove il fratello Robert, ex pugile, ha sicuramente considerato questa eventualità.
Ma vorremmo aggiungere dell'altro. Se un pugile che proviene dalle categorie inferiori paga dazio in fisicità e in potenza dovrebbe avere un vantaggio, magari piccolo, in velocità di braccia. Pur considerando la velocità di Spence questo non è comunque avvenuto e ci viene in mente quanto un esperto frequentatore del nostro forum, Michele Raffi, ha fatto notare criticamente nei giorni scorsi e cioè che Garcia si era messo a fare pesi per mettere massa muscolare. La questione dell' utilizzo dei pesi è da tempo molto dibattuta, ma il fatto è che la velocità di Garcia non è stata la stessa vista altre volte e forse lo si può imputare a una scelta sbagliata.
Spence ha così conservato il titolo di sigla IBF dei pesi welter ma soprattutto si è confermato un campione con la C maiuscola. Garcia dovrebbe tornare a spendere i suoi ultimi anni di boxe nella categoria che più gli si adatta, cioè quella dei pesi leggeri.
