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Bordo Ring

Marcello Matano cerca l’impresa a Parigi giovedì

 Vitu vs Matano
Il ferrarese sfida  il mancino  Cedric  Vitu sul ring del Cirque d'Hiver a Parigi   per salire sul trono d’Europa dei superwelter. In un match che vale anche come eliminatoria IBF. Dopo la Spal, anche “Il Capitano” vuole infiammare d‘entusiasmo Ferrara
di Maurizio Roveri
Immaginate. Immaginate se nei giorni del trionfo della Spal tornata in serie A dopo 49 anni, e la pazza gioia d’una città che calcisticamente era sprofondata anche nell’anonimato della C2 e perfino della serie D e che adesso già “si vede” avversaria della Juventus, della Roma, del Napoli, di Milan e Inter, e del Bologna, proprio come succedeva ai tempi di Oscar Massei, di Pandolfini, Morbello, Capello, Malatrasi, ecco… immaginate se questa Ferrara che ora è tutta colorata di biancazzurro dovesse anche infiammarsi d’entusiasmo - fra qualche giorno - per l’impresa di un suo guerriero del ring! E’ chiedere troppo? Perchè mai? I sogni sono fatti per essere coltivati, accarezzati, vissuti. Non per rimanere chiusi dentro un cassetto. Inseguire un obiettivo, un traguardo, una conquista significa aprire il proprio cuore alle emozioni più intense, più forti. Dove sta scritto che Marcello Matano (19 match da professionista, 17 vittorie, 2 sconfitte) non possa vincere - giovedì a Parigi - il titolo europeo dei superwelter? Che vale anche come eliminatoria mondiale per la IBF…
Chiaro: la missione di Matano in terra di Francia, in casa del campione europeo in carica Cedric Vitu, è di quelle dure. E’ una missione difficile, e questo la rende ancor più emozionante. Da vivere con trepidazione, con passione, con speranza.
Marcello Matano è un figlio di Ferrara. Ha 30 anni, nato nella città estense il 23 giugno 1986. E’ un campione d’uno sport umile. Con la fatica, con il sudore, con il sacrificio, con l’orgoglio, con il coraggio ha già combattuto - in pochi anni - battaglie dure, aspre, importanti sul ring. Facendosi apprezzare. Ha vinto titoli, due tricolori dei superwelter e tre volte l’Intercontinentale IBF. 
Matano con le braccia alzate verso il cielo, gli applausi di un intero palazzo dello sport come brividi sulla pelle. Sono immagini ancora abbastanza recenti, ricordi del 2013, 2014, 2015. Ha conosciuto anche il dolore di amare sconfitte, l’ultima (negli Stati Uniti, in Pennsylvania, quattordici mesi fa) lo ha tenuto fermo a lungo. Questa è la boxe. Si vince, si perde, si sale in cielo per una vittoria importante e per la conquista di un titolo, si assaggia la polvere dopo una sconfitta, ci si rialza, si torna in palestra a lavorare, faticare, sudare, percuotere il sacco. Si guarda avanti, a nuove prospettive, ad altre opportunità. Combatti, fino a quando sei in grado di poterlo fare. Nella boxe devi saper prenderti dei rischi, perchè chi non vuole rischiare non può fare il pugile. 
Matano è un agonista che non molla. Pugilisticamente ha dei limiti, dettati da una tecnica non raffinata. E soprattutto da una statura (173 centimetri, con conseguente limitato allungo) che non è propriamente da superwelter. Quando il 5 marzo 2016 affrontò l’avventura americana sfidando Julian “J Rock” Williams al Sands Bethlehem Event Center in una semifinale mondiale, Marcello si trovò davanti un avversario molto più alto, molto più grosso, nonchè più potente. Sul piano della struttura fisica sembrava ci fossero due categorie di differenza! Non si poteva definirlo un match improponibile (poichè nella boxe non c’è mai nulla di scontato…), di sicuro era al limite delle possibilità del ragazzo ferrarese. Marcello accettò quella sfida. Armato di orgoglio e coraggio, andò in America. Mai rinunciare a certe opportunità. Per non dover poi rimpiangere situazioni lasciate sfuggire. Quel match in Pennsylvania finì secondo logica, con Matano kot in piedi fermato dall’arbitro al settimo round. Ma nelle prime sei riprese Marcello era stato più che decoroso. E in quella tempestosa settima ripresa così gonfia di sofferenza, tra dolore e sangue, Matano dimostrò solidità e orgoglio. Aggredito, assalito, colpito duro, in affanno, non mise mai neanche un ginocchio al tappeto (forse, in verità, sarebbe stato meglio l’avesse fatto, per recuperare qualche energia e un pochino di lucidità). 
Vitu porta un montante
Marcello è partito  con destinazione Parigi. La sera di giovedì 18 maggio entrerà fra le sedici corde del Cirque d’Hiver, suggestiva location per la sua battaglia contro Cedric Vitu( foto sopra a dx), avversario forte e lanciatissimo. Il francese vanta un record di 45 match vinti, e 2 sconfitte ai punti. Quattro combattimenti vinti consecutivamente con l’Europeo in palio, nello spazio di tempo che va dal 13 giugno 2015 quando a Brescia con un recupero clamoroso piegò la resistenza di Orlando Fiordigiglio costringendolo al kot, fino al 21 gennaio 2017 quando ha sconfitto ai punti l’impegnativo e insidioso Isaac Real. A Parigi il trentunenne mancino, nativo di Creil, sarà sorretto da un’atmosfera di grande esaltazione. E’ un combattente che vive di adrenalina, Cedric Vitu. Che i francesi chiamano simpaticamente “Titi”.
 Matano Primo piano Marcello
“Il Capitano”, invece, è il soprannome che da tempo si porta dietro Matano. Lo chiamano così i suoi amici e i suoi fans di Ferrara e della vicina Occhiobello (già provincia di Rovigo) dove vive il pugile da sempre allenato da Roberto Croce . 
Conoscendo la dignità di Marcello, e le caratteristiche da guerriero, si può essere sicuri che darà tutto se stesso per salire sul tetto d’Europa. In una serata speciale che si porta dietro anche l’etichetta suggestiva di eliminatoria per il Mondiale IBF. Chi vincerà la sfida di Parigi, avrà probabilmente l’opportunità di incrociare i guantoni con Jarrett Hurd. Che è attualmente il numero 1 nel ranking della International Boxing Federation. L’imbattuto Jarrett “Swift” Hurd (20 match, tutti vinti, ben 14 prima del limite) ha conquistato la cintura mondiale il 25 febbraio scorso. In Alabama. Battendo per kot Tony Harrison. Il titolo era vacante. Lo aveva lasciato Jermall Charlo dopo avere demolito “J Rock” Williams per KO nel suo quarto (e ultimo) vittorioso match mondiale. Jermall Charlo ha lasciato la categoria dei superwelter. Per salire nella categoria superiore, quella prestigiosa dei medi, dove è posizionato al numero 2 della WBC fra gli sfidanti di Gennady Golovkin e al numero 3 nel ranking IBF.
Marcello Matano tenterà di portare un titolo europeo a Ferrara, quasi sedici anni dopo l’ultimo dei 6  match Europei vinti da Alessandro Duran (settembre 2001) nella categoria dei welter, e dopo ventiquattro anni dall’Europeo di Momo Duran nei massimi leggeri. Soprattutto Matano potrebbe riportare nella bellissima città del Rinascimento la cintura di campione d’Europa dei superwelter, a distanza di 44 anni dall’impresa che l’argentino-ferrarese Carlo Duran firmò nella bolgia della Stadthalle di Vienna il 15 marzo 1973 quando respinse l’assalto di Johann Orsolics conservando la corona EBU - appunto - dei superwelter.  E quello fu per il mitico Carlo l’ultimo dei suoi 9 Europei vinti, dapprima come peso medio e poi clamorosamente scendendo di peso quando già aveva un’età nella quale normalmente i pugili salgono di peso. Ma Carlo Duran, si sa, era speciale…
Matano con il maestro Croce
A questo punto, è il momento di raccogliere i pensieri, le parole, le sensazioni, le riflessioni, le speranze, le… confidenze di Marcello “Il Capitano”, e del suo mentore e allenatore Roberto Croce.
Sarà battaglia. Aspra, intensa, dura. Vitu è pugile che ha sostenuto 47 match, quattro volte campione d’Europa, ha detenuto anche il titolo dell’Unione Europea. Il francese è forte fisicamente, ma non pesante com’era, la sera del 5 marzo 2016, Julian Williams contro di me. Stavolta, la differenza fisica non ci sarà”, assicura Il Capitano. Il quale, però, confida: “In America, poco più di un anno fa, non fu la differenza di peso ad essere determinante. Commisi un errore io, nel settimo round. Un errore di tattica. Quando mi dissero che ero in svantaggio, persi la testa, mi misi ad attaccare alzando il ritmo. Ero tutto scoperto quando cercai di portare un montante, Williams mi incrociò con un gancio al mento. L’ho accusato, quel colpo. E lui mi fu subito addosso. Ero in difficoltà, ma l’incontro non andava fermato. Io avrei potuto proseguire, però l’arbitro fu di un’altra idea e non mi diede l’opportunità di andare avanti. Comunque, quella esperienza americana - seppur dolorosa - mi ha insegnato diverse cose. Innanzitutto mi ha fatto capire la necessità di saper controllare le emozioni sul ring. Un match di boxe è come una partita a scacchi, non puoi permetterti di perdere la massima attenzione, mai, neanche per un attimo. E fino all’ultimo devi tenere la testa concentrata”.
Quel combattimento in America contro Julian Williams lo preparai con rigorosi allenamenti ma senza poter fare i guanti con gli sparring, per via di un problema che - successivamente - ho completamente risolto. Tutt’altra storia, per questo Europeo di Parigi. L’intenso programma di preparazione ci ha portato anche per due settimane a Londra. Ho avuto l’opportunità di allenarmi in importanti palestre londinesi: come la Peacock Gym, dove tanti grandi campioni si sono allenati, da Lennox Lewis a Ricky Hatton, e la Rooney Gym. Indubbiamente lo stage londinese è stato molto formativo. Lì, sui rings di quelle palestre, respiri davvero lo spirito della boxe. Il lavoro svolto a Londra mi ha fatto raggiungere il top della preparazione, facendo i guanti con diversi sparring mancini. Ho potuto migliorare la mia tecnica nel portare i colpi, abbiamo portato avanti un lavoro specifico per dare più efficacia ai colpi. E adesso… sono pronto a salire sul ring e a mostrare interamente quel che valgo”.
Giovedì a Parigi, fra le sedici corde del Cirque d’hiver, avrò gli occhi della tigre. Come richiede una grande battaglia. Tuttavia sarà fondamentale interpretare il match nella maniera giusta. Questo è un incontro che si vincerà sulla strategia, più che sulla fisicità”.
Anche Roberto Croce, il maestro che segue Marcello Matano da sempre, sottolinea che non è possibile raffrontare il combattimento del marzo 2016 in Pennsylvania con quello che andrà in scena a Parigi fra due giorni. “Williams era un avversario alto 1,85. E la sera del match pesava almeno sei chili più di Marcello. Cedric Vitu, sotto questo aspetto, è più… umano. Non è altissimo, 178 centimetri, cinque più di Matano. Il francese ha un maggiore allungo. Tuttavia, dal punto di vista fisico sembra più grosso Matano. Il peso sarà abbastanza simile, questo è molto importante. Come potenza vedo meglio Marcello. Sul piano della velocità sono entrambi rapidi ed esplosivi, e dunque non è detto che si arrivi alla dodicesima ripresa. Ma… se arriviamo alla dodicesima ripresa, le possibilità nostre di vincere ai punti, all’estero, saranno basse. Ti possono fregare per 1 punto, com’è accaduto allo spagnolo, Isaac Real, il 21 gennaio scorso al Palais des Sport Marcel Cerdan di Levallois-Perret”.
In quel match contro Real - sottolinea il maestro Croce - Vitu si è trovato in difficoltà. E’ andato knock-down all’ottavo round. E anche alla dodicesima ha rischiato di andar giù, poi gli ha piantato un gancio destro che ha fatto barcollare lo spagnolo. Alla fine, un giudice aveva match pari. In occasione del knock down Vitu si era fatto sorprendere da un gancio destro. Un preciso efficace gancio destro corto”.
Potrebbe essere questo il colpo che “Il Capitano” ha preparato per mettere in crisi il campione d’Europa in carica?
A sua volta, Marcello dovrà fare la massima attenzione ai colpi doppiati che il francese ama portare alla corta distanza quando l’avversario è alle corde. Pur essendo mancino, Cedric Vitu è particolarmente attivo ed efficace con il destro. Che porta con naturalezza sia in gancio sia in montante.
Che cosa potrebbe succedere nel caso d’una vittoria di “Titi” Vitu, ma con un Matano valoroso e sconfitto di stretta misura?
Se la IBF indicasse il pugile francese come sfidante del campione del mondo Jarrett Hurd (è possibile, ma non è detto che andrà così, voglio ricordare che il match Europeo di Parigi è una Eliminatoria IBF, non una semifinale), Cedric Vitu lascerebbe il titolo di campione d’Europa. E se Matano si è ben comportato, potrebbe avere immediata un’altra chance europea.
Eh, ci sarebbe anche la possibilità di arrivare ad un derby tutto italiano fra Matano e Fiordigiglio per il titolo europeo vacante”, osserva Roberto Croce. Come una previsione. Confidando, però, in un’impresa del suo pugile giovedì sera (gong alle ore 22) sul ring del Cirque d’hiver di Parigi.

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