Nessuno dei tremila tecnici formati dalla Fpi è degno di guidare la nazionale. La Fpi crede che i corsi siano tenuti da persone non all'altezza?
La decisione di disegnare un nuovo quadro tecnico per la nazionale, l’inserimento di un consigliere federale come DT e di due cubani come allenatori, ha suscitato critiche e apprezzamenti.
Patrizio Oliva su boxeringweb ha espresso il suo giudizio, invitando gli altri maestri a farlo. Abbiamo ospitato una lettera dell’Associazione Nazionale Allenatori Pugilato, a firma del presidente Francesco Cutruzzulà, un intervento del maestro Gino Freo. Ora prende la parola Alessandro Duran, campione sul ring e all’angolo. Siamo convinti che ogni singolo intervento possa aiutare. Niente veleni, nè polemiche. Solo proposte per una boxe migliore.
Non discuto e non giudico la scelta delle Federazione di affidare la guida tecnica della Nazionale a due cubani. Sono convinto che saranno i risultati a dire se la scelta è stata giusta o meno. Però alcune constatazioni credo sia giusto farle.
In Italia ci sono quasi tremila tecnici di pugilato (una percentuale altissima rispetto ai pugili) formati da istruttori della FPI, possibile che tra tutti costoro nessuno sia considerato degno di guidare la Nazionale? In questo caso vuol dire che la FPI ritiene che i corsi di formazione per tecnici che essa stessa organizza siano tenuti da persone non all'altezza!
È da più di vent’anni che sostengo che non si può dare tessere a chiunque possa pagarsi l’iscrizione. Il sospetto che oggi l'interesse economico superi quello tecnico è forte. Penso inoltre che puntare tutto su un dilettantismo di Stato sia stato un errore grandissimo. È vero che si sono vinte medaglie olimpiche. Ma a che prezzo? Distruggendo il professionismo e facendo diventare i ragazzi dei pugili "impiegati". La rovina del pugile.
Finito il lunghissimo ciclo dei Cammarelle, Valentino e Picardi, l'Olimpiade di Rio ha dimostrato che nessuno è stato all'altezza di gestire il ricambio. Oggi la FPI punta ancora su Clemente Russo per vincere una medaglia a Tokio. Io non ho assolutamente nulla contro Clemente. Mi sembra però un segnale ben preciso da parte della FPI. Paura di un cambiamento e paura di puntare sui giovani. Io sono convinto che al massimo siano due le Olimpiadi a cui un atleta dovrebbe partecipare o il ricambio sarà sempre penalizzato!
Inoltre, vogliamo parlare dei conflitti d’interesse di dirigenti contemporaneamente con incarichi tecnici (e altri…), cosa mai vista nella FPI e credo in nessun’altra federazione?
Infine vorrei rispondere a un'affermazione del presidente Vittorio Lai pubblicata su un noto quotidiano italiano.
"Con i due tecnici cubani vedremo pugili con la guardia alta, movimento di gambe e colpi decisi".
Mi scusi, signor presidente, ma devono venire due cubani a spiegarci questo?
Ultima cosa. È passato quasi un anno dalla sua elezione. Lei aveva affermato che sarebbe stato il presidente di tutti e presente sul territorio. Quale? Visto che qua dalle mie parti non l’ho mai vista, né prima né adesso. Mi permetta un consiglio, anche se lei ha più anni di me: nello sport si vince attraverso la meritocrazia e la bravura, al di là delle simpatie o antipatie.
In bocca al lupo pugilato italiano.
Alessandro Duran