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Duran! Duran! Duran!" l'appassionante storia d'una famiglia di Campioni

AAADURAN DURAN DURAN Il libro  di Gualtiero Becchetti  in tutte le librerie
di Maurizio Roveri
Duran! Duran! Duran!
Un titolo che ha l'immediatezza e l'incisività di uno slogan. E quei punti esclamativi, strategicamente collocati dopo ogni Duran, come a voler annunciare che all'interno di questo appassionante romanzo di vita e di ring si sviluppano tre fascinose storie. Da leggere, da conoscere, da capire, da apprezzare. 
Gualtiero Becchetti ci propone, con grande stile e tanto sentimento, le vicende di tre Campioni della Noble Art. I Duran, appunto. Papà Carlos argentino di Rosario (la stessa città di Lionel Messi, superstella del Barça, il più forte calciatore contemporaneo e forse di tutti i tempi) e i suoi figli Massimiliano e Alessandro. Padre e figli. Artisti del ring. Ammirati messaggeri della nobile arte. E' una appassionante storia cominciata lontano, molto lontano da qui, in un altro continente, nelle strade polverose di Rosario a sud est della provincia di Santa Fe. Ma è soprattutto una storia nostra, che orgogliosamente sentiamo nostra, con gli odori e i sapori emiliani, perchè è qui che si è in gran parte sviluppata. Juan Carlos Duran scoprì Ferrara, deliziosa e tranquilla. E  capì che quella sarebbe stata per sempre la sua città ideale. Conobbe Augusta, la donna straordinaria che sposò e che gli è sempre stata vicina con tutto l'amore più profondo, con semplicità e pazienza. Fondamentale punto di riferimento. "Tenendosi le tante paure, le incertezze e talvolta le angosce celate il più possibie nella cassaforte del cuore, come fanno quasi tutte le donne che condividono la vita di un pugile", racconta nel libro Gualtiero Becchetti. Non è mai semplice essere la moglie di un pugile. Bisogna trasmettergli serenità, capirne le inquietudini in prossimità di un combattimento, condividerne i sacrifici, sopportare quando c'è da sopportare (e Carlo, argentino con le sembianze da indio, possedeva un certo "sangue caliente"), avere pazienza perchè anche nela carriera dei campioni ci sono inesorabilmente momenti difficili. Ed essere una presenza rassicurante e preziosa. Se non è semplice essere la moglie di un pugile (ma Augusta ha confidato d'avere sempre avuto un'enorme fiducia in Carlo, tale era la sua classe e la sua personalità), immaginatevi la sofferenza che inevitabilmente si prova  - da madre - quando sul ring ci sono i figli. Bravi, Alessandro e Massimiliano. Molto bravi. Hanno conquistato il mondo. Hanno vinto quasi sempre. Ma le inquietudini e le apprensioni d'una mamma sono - comunque - forti.
Una famiglia speciale, quella dei Duran. Così compatta. Così unita, così sorretta da valori importanti e da precise regole di vita.
Il pugilato fa da filo conduttore al libro di Becchetti. Tuttavia, "Duran! Duran! Duran!" non è soltanto un libro di boxe. C'è di più, tanto di più. Da ogni angolo di questo romanzo spuntano fuori - coinvolgenti - personaggi interessanti. Strani, divertenti, bizzarri, carismatici. Come ad esempio Adelina, la bisnonna di Juan Carlos Duran, un'india dal carattere di ferro e dallo sguardo magnetico. Era lei a dettar legge, là nella casa di Rosario. Camminava appoggiandosi ad un bastone, che talvolta finiva sulla testa di chi non facveva le cose come ordinava lei. Si narra che avesse 117 anni quando morì. 
E poi... Angela, la mamma di Carlos. Una ragazza italiana. Sì, una ragazza italiana che un giorno lasciò la sua Calabria e s'imbarcò su un bastimento viaggiando verso l'ignoto e verso la speranza di un domani migliore. Angela arrivò in Argentina, sposò Raul Domingo Duran e divenne Angelita. Ebbe otto figli, il più giovane fu proprio Juan Carlos, che vide la luce il 13 giugno 1936. Juan Carlos crebbe magro magro. Alto e magro, sembrava un fiammifero. E forse per questo gli affibbiarono il soprannome di "El Fofro". Il fiammifero, appunto. Ma quel fiammifero aveva quacosa di speciale. E s'accese. Non appena vide un ring, il "Fofro" lasciò tutti a bocca aperta. S'infiammò di talento, d'istinto, di ritmo, di fantasia. Quando si trasferì in Italia, Carlos Duran aveva già combattuto nel leggendario Luna Park di Buenos Ayres. Ma è qui, da noi, che è diventato personaggio, protagonista, artista del ring, coprendosi di gloria nei ruggenti Anni Sessanta. La rapidità, la scelta di tempo, la precisione, la continuità del suo jab sinistro sono passate alla storia. Come l'arte delle schivate, l'abilità difensiva, la capacità di bloccare i colpi e di "giocare" sulle corde.
Carlo è stato cinque volte campione d'Italia dei pesi medi, cinque volte campione d'Europa dei medi e, successivamente, tre volte campione europeo dei superwelter. Una lunga e ammiratissima carriera caratterizzata da 85 combattimenti da pugile professionista: 67 vittorie, 8 pareggi, 9 sconfitte. Si ritirò nel 1973. Era all'angolo dei suoi ragazzi quando misero piede per la prima volta su un ring: accadde una sera di febbraio del 1980, Massimiliano aveva 16 anni e Alessandro 15. Erano cresciuti "vivendo (fin da piccoli) il pugilato. E se n'erano innamorati. "Rapiti" anche loro dal fascino della Noble Art. Papà Carlo non avrebbe voluto che i suoi figlioli facessero quella scelta. Ma la rispettò. Pretendendo però da loro il massimo impegno, il rispetto per la boxe e per le regole che inevitabilmente richiede. Massimiliano e Alessandro hanno sempre fatto le cose con grande applicazione e in maniera rigorosamente seria e professionale. Da atleti ammirevoli e da uomini veri. Non è stato semplice per loro conoscere all'improvviso la frustrazione e il dolore del grande vuoto lasciato dall'improvvisa e tragica morte del loro grande papà, in un incidente stradale, il 2 gennaio 1991. Con coraggio, con una dimostrazione di grande dignità Momo e Alex superarono quel momento difficilissimo. E sul ring hanno combattuto anche per il loro papà. Anzi, è come se Carlo fosse stato lì accanto a loro.
Massimiliano - in carriera - ha conquistato i titolo di campione d'Italia dei massimi leggeri e poi è balzato sul trono mondiale: campione del mondo per la WBC la magica notte del 27 luglio 1990. Titolo vittoriosamente difeso, ancora nel '90 e poi perduto il 20 luglio 1991 (quando Carlo Duran non c'era più) in un combattimento cruento e drammatico dove Massimiliano - ferito, tagliato e sanguinante - venne penalizzato dall'assurda gestione dell'arbitro, il noto Arthur Mercante ormai  lento di riflessi e appesantito dagli anni.
Alessandro, il secondogenito di Carlo e Augusta, peso welter, è stato detentore per ben 13 volte del titolo italiano, poi il 26 ottobre 1996 ha conquistato il titolo di campione del mondo dei welter per la versione WBU a Sanremo. Vincendo ache il match di rivincita. Persa la cintura mondiale contro Malinga, Alessandro ha avuto la costanza per risorgere e la forza di tornare ad essere il numero uno al mondo. Dopo le sconfitte nei due derby italiani con Michele Piccirillo, Alessandro Duran puntò sul titolo europeo vincendolo nel 1999 e difendendolo vittoriosamente per due volte.
Da anni Massimiliano e Alessandro sono bravissimi insegnanti nella palestra padana Vigor di Ferrara. E stanno diffondendo - con enorme passione e tanta professionalità - il "verbo" della Noble Art.
Bisogna essere grati a Gualtiero Becchetti per avere scritto questo libro. E' una storia -bellissima - che andava raccontata.

E questa mattina, a mezzogiorno, "Duran! Duran! Duran!, viene presentato nella suggestiva Sala Zanotti del Palazzo Municipale di Ferrara, edificio di straordinaria bellezza, costruito a partire dal 1243 e divenuto residenza ducale degli Este fino al XVI secolo.

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