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In libreria “I RACCONTI DELLE SEDICI CORDE” di Gualtiero Becchetti



AAABecchetti_16_cordeUscito in tutte le librerie per i tipi della Bradipolibri


“I racconti delle sedici corde” ha finalmente visto la luce! E’ reperibile o sta per essere reperibile presso tutte le maggiori librerie italiane ed è il frutto del divertente e frequente contatto avuto con voi, che in internet avete avuto la pazienza di leggere le mie storie… Può anche essere acquistato on line (15 euro), direttamente a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure su www.bradipolibri.it
Spero di non avere fatto troppi “danni letterari” e che coloro che lo compreranno non debbano pentirsi d’averlo fatto!
Di seguito, quanto il grande Nino Benvenuti e l’amico Vittorio Parisi hanno avuto l’amabalità e persino l’eccessiva generosità di scrivere a prefazione dell’opera.

Gualtiero Becchetti


Di Nino Benvenuti


Ero un neo-professionista con la medaglia d'oro olimpica di Roma al collo, pieno di speranze e di sogni, quando conobbi Gualtiero Becchetti, che allora era poco più di un bambino e da allora le nostre strade si sono incrociate spesso, sia perché ero amico di suo cognato Carlos Duran e tuttora lo sono della sua famiglia, sia perché il ring è stato frequentemente occasione d'incontro e ne posso quindi testimoniare il lungo, costante e profondo amore per il pugilato e per i suoi protagonisti. Ho avuto l’opportunità di avvicinarmi a “I racconti delle sedici corde” quando ho letto ciò che Gualtiero aveva scritto riguardo all’iniziativa che avevo preso per aiutare Emile Griffith, mio grande avversario dei bei tempi poi mio amico per la vita, oggi in difficoltà, apprezzandone contenuti e stile. Poi, essendo stato informato della sua intenzione d’inserire la mia vicenda in una raccolta di racconti a tema pugilistico, ho letto il resto. Mi sono stupito nel costatare che gli unici nomi che vengono fatti esplicitamente sono proprio il mio e quello di Emile, mentre gli altri rimangono “nascosti”, ma ne ho poi capito la ragione: le storie narrate sono frutto della fantasia o reali e talvolta confesso che mi riesce difficile distinguere le une dalle altre, ma omettere i nomi dei pugili significa fare di una storia personale la storia di tutti noi, che siamo saliti o saliamo “lassù”. Ciò che è individuale diventa universale e leggendo il libro, mi sono reso conto che l’autore ha voluto sottolineare i valori, i problemi, le gioie e i dolori che caratterizzano fondamentalmente il nostro amatissimo sport. Ci siamo tutti in queste pagine: campioni e modesti pugili, arbitri e tecnici, uomini e donne, dilettanti e professionisti, protagonisti del presente e del passato.
Sono da sempre convinto che la boxe riprenderà in pieno il proprio ruolo di disciplina tra le più belle, emozionanti, educative e formative per i giovani, quando saprà riconquistare quei livelli culturali e morali che la resero meritevole d’essere immortalata da artisti, poeti e intellettuali di ogni epoca; solo se il grande pubblico si renderà conto che fare il pugilato non è un brutale scambiarsi pugni, riconquisteremo la nostra immagine vincente e questo libro, a mio parere, è una pietra in più per riedificare l’edificio.
Non si tratta del tradizionale annuario dei record o della consueta ricerca storica sui grandi campioni del passato e sui match leggendari dei quali sono stati protagonisti. Si tratta invece di storie di semplice lettura e per tutti, anche per coloro che di guantoni e ring non sanno nulla.
Sono convinto che, all’ultima pagina, ciascuno guarderà il nostro mondo con occhio più interessato e rispettoso e ciò, in questi tempi nei quali è tanto facile sparare a zero sui pugili senza alcun contraddittorio serio, è pur sempre un grande risultato.
Divertevi e riflettete, quindi, così come ho fatto io.



Di Vittorio Parisi

Recentemente ho avuto modo di incontrare un'amica di famiglia a una riunione di boxe, era venuta solo per caso perché era in compagnia. Prevenuta come nessuno se la prendeva con un peso massimo più massimo dell'avversario e che, di conseguenza, le sembrava il più cattivo, come il tipico "omone" delle comiche di Charlie Chaplin,quello che solo l'astuzia, o talvolta il gas dei lampioni dell'epoca, potevano stendere. E' proprio a chi non conosce la boxe che regalerei questo libro che è un panorama esatto di un mondo controverso, a volte naif, ma sincero e diretto come nessun altro. Il linguaggio è quello di chi ci racconta una storia, a volte una fiaba, ma talvolta diventa crudo e spontaneo, non da "buona famiglia" quando i caratteri sono un po' "fumini" come Becchetti ama definirli. Ma è esattamente quello che sono gli ambienti e i personaggi, famosi e non, raccontati.
Leggendo "I racconti delle sedici corde" si è instaurato fra me e Gualtiero Becchetti un gioco, che è poi quello che i lettori non mancheranno, ne sono sicuro, di fare, cioè cercare di indovinare i nomi dei protagonisti di ogni singolo racconto. Lèttone un paio gli telefonavo e sparavo la mia risposta, a volte ci ho preso subito, altre no. Poi ho smesso di farlo per un motivo molto semplice: non mi importava assolutamente nulla di saperlo, perché nel grande e variegato mondo della boxe potevano essere chiunque, non faceva nessuna differenza. E il bello di questa raccolta di racconti è proprio questo: sono tutti dalla parte di chi lassù ci è salito, di chi ci ha provato e ci prova indipendentemente dal fatto che ci riescano o no, da chi voleva solo dimagrire a chi voleva mettersi alla prova, da chi puntava in alto e non ce l'ha fatta a chi ci è riuscito senza quasi accorgersene.
Gualtiero Becchetti vive in una famiglia che ha dato e dà tanto al pugilato. Da semplice appassionato vi si è ritrovato poi immerso e, inutile sottolinearlo, gli piace tantissimo esserlo. Di passo in passo si è ritrovato Consigliere Federale, poi direttore del mitico Boxe Ring resuscitato dalle polveri a costo zero, con un pregio che a qualcuno forse pare un difetto: essere sempre dalla parte del pugile, che sia un campione o no. Detesta la parola "brocco" perché dal suo punto di osservazione privilegiato sa come nessuno che appia messo i guantoni anche una sola volta meriti di essere chiamato così. Non è mai stato un "politico" perché per lui il pugilato è fatto solo da quei ragazzi e solo quei ragazzi meritano di essere aiutati, per questo per lui la verità ha sempre e solo la faccia dell'onestà. I suoi racconti ci rendono quindi la verità e solo quella e, non fossero anche bellissimi, varrebbe la pena di leggerli solo per questo.

 

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