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La Boxe nella storia

Momo Duran, altri tempi

Momo1Campione mondiale a sorpresa, sconfiggendo un grande come Carlos De Leon. Quella sera a Capo d'Orlando combatteva anche Felix Trinidad...

Ci sono stati pugili nella storia più o meno recente della nostra boxe che hanno ottenuto risultati impensabili per quelle che erano le aspettative della maggior parte degli addetti ai lavori. Una vicenda che ricordo molto volentieri è quella del massimo leggero Massimiliano Duran. Figlio del grande Carlos che tanto lustro diede al nostro pugilato, pur essendo originario dell’Argentina, e fratello del bravo peso welter Alessandro.
Momo, questo il suo soprannome, era considerato il fratello meno dotato tecnicamente e destinato ad una carriera senza particolari acuti. Ma dopo la conquista del titolo italiano con una prova più che convincente contro Alfredo Cacciatore gli capitò, quasi per caso, la grande occasione di sfidare il campione mondiale WBC dei cruiser Carlos De Leon .
Il match si tenne a Capo d’Orlando, in Sicilia, alla fine di luglio del 1990. Quelli erano altri tempi e ancora c’erano le possibilità, anche se con tanti problemi, di fare attività ad alto livello nel nostro Paese.
Mi ricordo che allora c’era molto timore di avere fatto il passo più lungo della gamba vista la reputazione del temibile campione portoricano. Invece, tra l’incredulità di molti , Massimiliano divenne campione mondiale WBC al termine di un match combattuto e nervoso in cui il pubblico arrabbiato per un colpo irregolare di De Leon dopo il gong dell’undicesimo round , cominciò a lanciare sul ring delle confezioni intere di spaghetti distribuiti prima della riunione da uno sponsor, non certo per quello scopo. Almeno così credo.
Mi piace anche ricordare che nel sottoclou di quella riunione combattè per la prima volta in Europa un giovanissimo ed allora sconosciuto Felix Trinidad.
Probabilmente De Leon aveva sottovalutato il suo avversario ed era convinto di vincere senza troppi problemi, ma questo nulla toglie all’impresa di Duran, che era un pugile assai imprevedibile.
Riuscì anche a difendere il titolo vittoriosamente, ancora per squalifica, contro il forte francese di colore Anaclet Wamba al termine di un match duro e controverso nel dicembre dello stesso anno a Ferrara, fino a capitolare nel luglio dell’anno successivo a Palermo contro lo stesso Wamba al termine di un match di rivincita molto drammatico, viziato da una ferita profonda subita da Duran all’inizio dell’incontro che menomò il campione facendogli perdere tantissimo sangue.
Eppure non finì tutto lì. Un paio d’anni dopo ebbe l’opportunità di battersi per il vacante titolo europeo dei massimi leggeri contro il quotato britannico Derek Angol, presente in quasi tutte le classifiche mondiali e con un record che faceva paura. Ma anche stavolta sul ring di casa a Ferrara, contro i pronostici, Duran sfoderò una prestazione fantastica , credo la migliore della sua carriera, vincendo prima del limite all’undicesima ripresa. Una vittoria da campione, anche se ricordo lo spavento per le condizioni di Angol che fu ricoverato in ospedale a causa del KO subito e fu dimesso solo dopo una settimana.
Non so se Duran avrebbe potuto fare di più nella sua carriera, sicuramente resta uno dei pugili italiani dal rendimento più ondivago e sorprendente che mi ricordi.

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