Il decoder mysky o la stanza dei monitor di David Bowie ne “L’uomo che cadde sulla Terra”
Sebastian Vettel per la terza volta ha vinto il Mondiale di Formula 1. In Brasile il tedesco ha tremato, ma alla fine ha vinto con merito il Mondiale 2012. Alonso, secondo al traguardo, sul podio era molto triste, anche se era consapevole che fare meglio con questa Ferrari era praticamente impossibile.
Le vittorie hanno tanti padri, le sconfitte uno solo. Mai come in questo caso, questa frase è azzeccata per Lewis Hamilton, che con una corsa straordinaria ha vinto la prima edizione del Gp del Texas. L’inglese ha vinto probabilmente l’ultima gara da pilota McLaren, ha vinto per la prima volta da quando ha firmato un triennale con la Mercedes ed ha vinto per la prima, e forse ultima, volta come pilota della Ferrari. Perché se Lewis non avesse vinto, le speranze di Alonso e della Ferrari di vincere il Mondiale 2012 sarebbero svanite negli Stati Uniti.
Vettel il conquistatore. Il pilota tedesco nel 2012 ha vinto cinque Gp, tutti in Asia. Da Singapore è partita la riscossa del pilota Red Bull, che adesso deve provare a mantenere il vantaggio su Fernando Alonso.
L’estate della Formula 1 è stata molto particolare. Alonso vincendo a Valencia ed in Germania ha provato la fuga, la McLaren trionfando in Ungheria, a Spa e a Monza ha sognato il titolo mondiale. Le Red Bull sembravano quasi completamente fuori dai giochi.
(il mio piccolissimo omaggio a Juan Carlos Ferrero)
Il Mondiale 2012 è davvero bellissimo. Le prime sette gare sono state vinte da sette piloti diversi.
Negli anni ’80 gli Alphaville, un gruppo tedesco che ha ballato per poche stagioni, spopolò con ‘Big in Japan’, un brano allegro, divertente, che di tanto in tanto viene passato ancora adesso da radio e televisioni. Finalmente ‘Big in Japan’ lo possono dire due sportivi giapponesi: Kamui Kobayashi e Kei Nishikori. Il primo ha raggiunto il podio nel Gran Premio del Giappone, il secondo ha vinto il torneo di Tokyo. Due risultati straordinari giunti nella stessa giornata.