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Una meravigliosa stagione fallimentare che non tornerà più

Si possono anche perdere i play off, dopo una rimonta durata 42 giornate, per due pareggi subiti per delle sviste arbitrali, ma conquistare il pubblico cinematografico( non solo barese) grazie ad un documentario che non celebra dei vincitori, ma degli splendidi perdenti: è il caso del film “Una meravigliosa stagione fallimentare “del regista Mario Bucci, che racconta la magnifica ed insperata cavalcata del Bari durante lo scorso campionato, una squadra passata in pochi mesi da società fallita per debiti a fenomeno sui social grazie ai selfie realizzati dai giocatori principali per celebrare negli spogliatoi i loro festeggiamenti per una serie di vittorie consecutive che portarono la squadra biancorossa a sfiorare la promozione in A, fermata solo dal Latina nelle semifinali play- off.  

 Ma i selfie dei leader di quella squadra, tra i più attivi Daniele Sciaudone, che immortalavano lui ed i suoi compagni non servirono solo ad autocelebrarsi, ma soprattutto i giocatori del Bari lanciarono sui social network lo slogan diventato virale “Compra La Bari” per trovare un possibile acquirente della società dopo il fallimento per debiti (contratti in 36 anni di gestione parassitaria dalla famiglia Matarrese, guidata dell’ ex onorevole Antonio ormai subentrato all’ ex presidente biancorosso Vincenzo) pari a 48 milioni di euro. Mentre le aste giudiziarie andavano deserte la squadra in autogestione cominciava una striscia incredibile di risultati utili consecutivi che permisero al Bari scalare la classifica e riportare allo stadio 50.000 spettatori dopo anni anonimi in serie B: eppure arrivare ai play-off promozione non sarebbe bastato per garantire la sopravvivenza del calcio a Bari se alla terza asta decisiva l’ex arbitro Gianluca Paparesta non avesse presentato un’offerta di 4.800.000 euro necessaria per aggiudicarsi il titolo sportivo, requisito indispensabile per non ripartire dai dilettanti. Così la F. C. Bari ereditò il titolo sportivo dall’ormai defunta A.S. Bari ed in biancorossi poterono festeggiare in un San Nicola strapieno l’approdo ai play-off dopo un 4-1 al Novara nella regular season. Tutto questo è splendidamente raccontato in “Una Meravigliosa Stagione fallimentare” dove oltre ai giocatori di quell’incredibile squadra, ai dirigenti( tra i quali il nuovo patron Paparesta)figura tra i coprotagonisti del film anche il giornalista Michele Salomone che ritirato insieme al regista ed Angelozzi (ex team manager di quel Bari) a Berlino il premio come miglior documentario nell'11mm Football film festival di Berlino. “Una grande soddisfazione per tutti noi”, così ha esordito Salomone nell’intervista concessami.                                                                

–I fratelli Matarrese nella loro trentennale gestione con poche luci e molte ombre, sono i protagonisti in negativo del film, che giudizio dai del loro operato?                                                                                                                                                                                          

- “Vincenzo Matarrese era più genuino rispetto ad Antonio, ma entrambi sono stati mal consigliati dai loro collaboratori. Siamo a volte entrati in rotta di collisione a causa di alcune mie domande per loro scomode, come sempre quando un giornalista fa determinate domande non preconfezionate risulta antipatico. I Matarrese hanno gestito malissimo i rapporti con i tifosi, però considerando le loro scarse risorse, dopo l’abbattimento di Punta Perotti, sono riusciti comunque a garantire 12 stagioni su 37 di serie A al Bari. Credo che Vincenzo col tempo ci tenesse a modo suo alla squadra, da padre di famiglia all’antica ,mentre Antonio pensava maggiormente alle proprie ambizioni politico-calcistiche. Ma anni fa a Venezia quando si perse lo spareggio salvezza retrocedendo in C, erano al matrimonio di una figlia di Vincenzo. Per dire alla fine che l’attaccamento al Bari non fosse proprio da tifosi…"

Lo scandalo Calciopoli 2 non migliore di Moggiopoli colpì tante squadre e giocatori, ma furono i "pesci piccoli" a fare da capro espiatorio: in questa desolante “fauna”  i giocatori del Bari, soprattutto Andrea Masiello, si preoccupavano più di vendersi le partite e far scommettere gli “amici” piuttosto che far vincere la loro squadra; tuttavia per i tifosi baresi  sembravano appartenere al passato, perché Sciaudone, Christian Galano e gli altri biancorossi avevano, attraverso il gioco e la simpatia, riscattato le gravi colpe dei loro predecessori. Solo per evidenti errori arbitrali subiti nei due match col Latina la squadra biancorossa non ottenne la promozione in A, tuttavia la nuova società confermava alcuni “eroi” ( Galano e Sciaudone in testa) ma sostituiva allenatore(Zavattieri) e team manager(il già citato Angelozzi) , puntando su un mister come Mangia che non riusciva a farsi voler bene dall’ambiente ed a farsi capire dai giocatori abituati al 4-3-3 e non al 4-4-2. La vittoria nella prima giornata sull’ Entella era un fuoco di paglia, arrivava la sconfitta in casa col Perugia :da questo momento i risultati negativi arrivavano quasi puntuali e nell’occhio del ciclone finiva soprattutto il capitano Caputo tornato a giocare dopo un anno di squalifica. Che sia stato lui ad aver alterato gli equilibri? O troppi selfie avevano montato la testa ai Galano e Sciaudone che litigava con un tifoso e per questo veniva ceduto al Catania. Neanche il nuovo mister Nicola riusciva risollevare il Bari, nonostante il ritorno in squadra in Bellomo troppo presto bruciatosi a Torino e di Donati alfiere di quel Bari di Ventura che divertiva in A: la propria favola quest’anno sembra non abbia non solo un lieto fine ma non sia mai cominciata.                                 

-Tutta colpa della gestione Paparesta –chiedo a Salomone- che sembra più orientato al marketing ? Pensi che sia un tifoso del Bari o abbia intrapreso questa avventura per altri scopi?                                                                                                                                                                                                          

-"Lo sa lui i motivi che lo hanno portato a diventare presidente dei biancorossi. Secondo me farebbe bene a circondarsi di persone valide, cosa non fatta scegliendo Mangia come allenatore(poi esonerato) o il pessimo Antonelli a sostituire Angelozzi che andava confermato come direttore sportivo. Quando poi parla di “gufi” tra i giornalisti, tra cui forse il sottoscritto(sic!) assomiglia a Fascetti che parlava male di alcuni per distrarre l’attenzione dai reali problemi. Ma crede veramente che ci sia qualche “gufo” che sia auguri che il Bari perda o giochi male? Il primo errore è stato non cercare di trattenere il difensore Polenta, un leader della squadra come si vede nel documentario. Il Bari sulla carta ha un organico da primi 8 posti ma Nicola, una brava persona, deve giocare con il 4-3-3 se vuole tentare la rimonta. Ma la magia dello scorso campionato, quello dei selfie, è irripetibile, purtroppo”.

Ormai quest’anno è andata così. Speriamo in un sequel della meravigliosa stagione fallimentare, ma che porti il Bari in serie A già dal prossimo campionato, così come meriterebbero i suoi veri tifosi.  

                                                            

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