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Nati non fummo per viver come bruti

Ed alla fine ricominciò il campionato di calcio.

Alleluja! Milioni di italiani in crisi di astinenza dopo la sbornia dei Mondiali, 64 partite in un meno di un mese roba che stroncherebbe qualunque persona sana di mente e non ammalata del pallone in fase terminale ,possono ridare un senso ai loro i week-end. Certo abbiamo avuto le amichevoli estive, un tour de force  nelle Americhe ed in Asia da parte delle “big” italiane in cerca di nuovi mercati calcistici, a riempire l’attesa  dei tele –tifosi,ma vuoi mettere il fascino della prima giornata della serie A con un anticipo come Chievo-Juve il sabato pomeriggio? Oppure il brivido di un  Roma-Fiorentina in serata? Roba che la finale della scorsa Champions tra Real e Atletico o Germania-Argentina ti sembrano partite dell’oratorio.  Sorvoliamo sul fatto che  le squadre italiane dal 2010 non vincano la Champions(la bistrattata Inter di Mourinho) facendosi eliminare da squadre turche o buon ultimo il Napoli dal mediocre Bilbao mentre la nazionale schifeggia da due edizioni dei Mondiali facendo peggio della Grecia dopo che “il cielo fu azzurro sopra Berlino” appena per un’estate. Per questi  ed altri motivi me le sono perse abbastanza volentieri quasi tutte le gare di A e B, con due eccezioni di cui scriverò in seguito. Certamente conosco i risultati, quasi impossibile entrare in un qualsiasi sito online di un giornale senza che ci sia in bella evidenza qualche notizia riguardante il campionato italiano, ma al momento non  conosco l’andamento di 9/10 delle partite di A e B, infatti non compro più un giornale “sportivo” ( tranne a volte il Fatto quotidiano, ma è un’altra storia) da almeno un lustro: ormai da anni la quasi totalità delle partite della A e B hanno quasi sempre un andamento scontato, con azioni  e goal scontati, i soliti falli di gioco o di reazione (da parte di modesti ragazzoni in calzoncini) con annessi errori arbitrali. Adesso poi che Suarez in Italia-Uruguay  ha sdoganato il morso all’avversario ( nel suo caso la spalla di Chiellini) come parte del gioco abbiamo il “fallo del vampiro” dopo quello tattico: in Bari –Avellino, partita di Coppa Italia, il malcapitato attaccante barese De Luca è stato espulso dopo un morso (con tanto di segno rosso sul braccio)subito da  un difensore irpino, tal Comi, perché il barese ha protestato vigorosamente verso  l’arbitro reo di non averlo tutelato a dovere. Il “vampiro” invece, come era avvenuto per Suarez, neanche ammonito;si vede che dopo il celebre morso di Tyson all’ orecchio di Holyfield(e per questo  Iron Mike fu squalificato per un anno e perse il match) durante un incontro di boxe, ora il calcio vuole recuperare il terreno perduto, si fa per dire, aggiungendo problemi invece di risolverli . In quest’ ottica va letta l’elezione di Tavecchio alla presidenza della FIGC dopo il fallimentare mondiale brasiliano che ha portato le dimissioni congiunte dell’ ex presidente Abete e del C.T. Prandelli: inutile dilungarsi su questa estate, come ogni anno, calcisticamente torrida per gli italiani, sulla magra figura della nazionale e le successive abituali polemiche . Le frasi dette dal “buon “Tavecchio in quell’ infausta o fausta  conferenza stampa( a seconda dei punti di vista) le conoscerete quasi tutti, per i pochi che non le sapessero basta una breve ricerca su google digitando il cognome di quest’ ultimo aggiungendoci il termine pedigree. Frasi che, non esagero, passeranno alla storia di quest’ Italia  disastrata di secondo millennio. Non voglio fare considerazioni nette ma dare un paio di consigli( sono pur sempre gratis) per il futuro al nostro “eroe” : non avendo Lei una spiccata padronanza del registro informale  ( come il 90% dei dirigenti sportivi e non) dovrebbe  cercare di utilizzare uno  più formale,il buon vecchio politichese per intenderci(e Lei che viene dalla Dc credo lo conosca bene),  senza troppi voli pindarici verso metafore o similitudini  impervie, come Lei ha invece  fatto.  Se avesse detto una frase del tipo “ vorrei meno calciatori stranieri nel campionato, non una media di 16 giocatori su 22 per quasi ogni gara, magari fissando un tetto di un massimo 5 stranieri  in campo per ogni squadra per valorizzare i nostri vivai e soprattutto fare una selezione più attenta tra gli extracomunitari  e non, prendendo solo quelli che possano elevare il nostro tasso tecnico e non fare semplice folclore” quasi nessuno avrebbe avuto niente da ridire sulla sostanza. Almeno il sottoscritto.  Il secondo appunto si ricollega al primo: se avesse detto una frase del genere non sarebbe stato Tavecchio, ma un altro tipo di dirigente, e certamente nessuno  l’avrebbe votata perché i padroni del vapore volevano fortissimamente un tipo come Lei. A 71 anni è impossibile cambiare, Lei va benissimo per questa “Itaglia pallonara” .                                                 

Il calcio italiano è un’ industria (non più uno sport) seppur non più florida come un tempo, che non vuole cambiare la strada imboccata da decenni: si passa sopra l’ultimo morto in ordine di tempo(Ciro Esposito ferito durante gli incidenti di Roma tra tifosi napoletani e romanisti e deceduto dopo giorni passati in coma, qualcuno se lo ricorda ancora dopo aver pianto lacrime di coccodrillo?), ci si dimentica che la finale di coppa Napoli –Fiorentina si è svolta grazie alla mediazione di Genny a’ Carogna vero “capo politico” di questi tempi( mentre il Premier Renzi era impietrito in tribuna autorità insieme ad Abete ed al Presidente del Senato Grasso a fargli compagnia) e dulcis in fundo allo stadio  durante i controlli ti fanno buttare il tappo di una bottiglietta  d’acqua mezza piena se sei un bambino portato per mano dal tuo papà ma poi fanno passare dei criminali schedati  che portano con sé coltelli, mazze ferrate,bombe carta e fumogeni. Tanto ci sono Sky e Mediaset che  portano lo “spettacolo” in casa, paghi il tuo abbonamento e ti godi gli incidenti, dentro e fuori lo stadio, comodamente sul divano di casa tua. Certo non basta un Conte ( appena dimessosi con relative polemiche dalla Juve per incomprensioni sulle scelte di mercato e subito sostituito dal “nemico” Allegri) nominato CT della nazionale per dare una parvenza di rinnovamento al sistema,  tanto il contratto  faraonico da quasi 5 milioni netti l’anno lo pagano Pantalone ed i vari sponsor mentre la gente comune non riesce a far quadrare i conti, non il Conte. Antonio l'ho apprezzato da tempi di Bari, il suo 4-4-2 in salsa barese uno dei migliori che abbia visto, poi è passato al 3-5-2 ed ha vinto per manifesta inferiorità del campionato tre scudetti con la Juve.  Molto meno per l’ affaire di Siena, il solito risultato arrangiato di fine torneo, per il quale si buscò una sacrosanta squalifica. Ha carisma e quella personalità che mancava a Prandelli, ma non basta essere dei presunti salvatori della Patria per salvare almeno quella calcistica, ovvero fare meglio della Grecia, la Germania è fuori portata al momento. Il materiale umano da cui pescare è veramente scarsino per Conte,però puntando più su qualche giovane del Sassuolo(ma direi anche della serie B, non sarebbe uno scandalo o un azzardo) piuttosto che su certi “senatori” bolliti( non parlo di quelli della Camera Alta ormai in fase di smobilitazione )  che potrebbero pure saltare le qualificazioni per tornare utili nella fase finale. Intanto pare aver già messo ai margini Balotelli; “prima si tolga le cuffie dalle orecchie in quel di Liverpool  quando il mister parla,poi potrà giocare per me” pare abbia detto l’Antonio dal Salento con furore. Se son rose fioriranno, ma è più facile che la D’Amico dia del Lei in trasmissione a Buffon piuttosto che vedere Balotelli con la maglia sudata o fare gruppo nello spogliatoio.

Per intanto una novità nel campionato di A ed una conferma in  B. 

Orfani ma non tanto inconsolabili di Balo i milanisti hanno trovato un sostituto  non ancora sceso sul campo, perché acquistato negli ultimi giorni di mercato, ma seduto in tribuna durante Milan-Lazio, partita da me seguita. Si chiama Fernando Josè Torres, spagnolo di professione attaccante, nato 30 anni fa a Fuenlabrada e cresciuto nell’ Atletico Madrid. Lo conoscevo dai tempi in cui fu acquistato al Liverpool segnando una  caterva di reti nella Premier League, giocando poi un Europeo  nel 2008 discreto con la Spagna(fu suo il goal della vittoria in finale con la Germania, un mezzo pallonetto detto in gergo colpo sotto che superò il portiere tedesco in uscita) ed un Mondiale  due anni dopo anonimo, seppur vittorioso, perché gli fu preferito Villa. Pur essendo un attaccante forte fisicamente(186 cm per 78 kg) con un buon senso del goal lo chiamano El Nino(il bambino) per il suo faccino acqua e sapone, niente a che vedere con l’impomatato Ronaldo, pare abbia già stregato i cuori di qualche ragazzina milanista.Per gli amanti delle curiosità El Nino ha tre tatuaggi,  su un braccio ha tatuato il numero 9, sull’ altro il suo nome in lingua elfica mentre sul polpaccio la data del primo bacio con la fidanzata e futura moglie Olalla.  Al Chelsea in tre stagioni e mezza ha complessivamente fallito, non solo calcisticamente parlando ma anche riguardo al gradimento delle tifose inglesi meno calienti di quelle latine, ora invece ha la possibilità di riscattarsi nella nebbia milanese. Scortato dalla moglie, per fortuna una ragazza anche lei acqua e sapone non la solita modella o letterina, e dai due figlioletti conta di prendersi parecchie rivincite su chi lo considera ormai da rottamare; se non frequenterà troppo Arcore o la discoteca in compagnia di Inzaghi potrebbe farcela  .                         

La conferma è invece Galano, il “robben della Daunia” ala/attaccante del Bari: sabato ha realizzato lo splendido raddoppio dei biancorossi in quel di Chiavari con uno formidabile tiro di sinistro con effetto a rientrare. Il ragazzo meriterebbe un articolo a parte, forse in futuro l’avrà. Zeman (bentornato, mister) avrebbe fatto di tutto per portarselo a Cagliari. Quello che mi sento dire è che se non arriva tra un paio di anni in azzurro il sottoscritto non  ci capisce nulla di calcio .Parlando del Bari ci sarebbero anche qui mille rivoli per una storia fiume interessante da raccontare, almeno per me. Partendo dall’ asta fallimentare per l’acquisizione del titolo sportivo dell’ As Bari ormai fallita vinta dal l FC Bari guidato dall’ ex arbitro Gianluca Paparesta( il signore che si fece chiudere a chiave negli spogliatoi da Moggi infuriato, tanto per rammentare i fatti) passando per gli autoscatti di Sciaudone, il mediano che ad ogni vittoria posta sue foto insieme ai  compagni  festanti e vittoriosi. Ed infine la favola dello scorso campionato, pur senza il  lieto fine della promozione, gli insperati play off persi più a causa della cattiva sorte  che per meriti del Latina, per tacere gli orrori arbitrali a sfavore di Galano e soci nelle due gare incrimanate. Sarebbe materiale per 5 cartelle, ma credo di essermi dilungato troppo per ora, vedremo se in futuro la squadra saprà regalare le stesse emozioni.

Postilla finale: ho parlato di violenza negli stadi ma c’è anche una violenza verbale o meglio intolleranza verso chi non la pensi come noi e soprattutto professi un’altra fede calcistica. E’ successo ad un mio caro amico di essersi iscritto in forum di tifosi del Lecce, di aver fatto alcuni interventi iniziali mi diceva anche apprezzati, ma appena rivelata la sua fede calcistica prima è stato pesantemente insultato da uno pseudo moderatore(!) e poi bannato solo perché tifoso del Bari senza avere la possibilità di poter argomentare.  Non vale neanche la pena citare il forum, sono certo, avendo visitato la “Firenze del Sud” e conosciuto parecchi salentini che questi gentiluomini/ donne costituiscono solo la parte peggiore di questa terra. Quando si parla di educazione fin dalle scuole magari bisognerebbe allargare il raggio d’azione anche verso certi adulti, che vivono lo sport come un continuo scontro ideologico o peggio una guerra xenofoba: è vero che bisognerebbe iniziare fin da bambini, ma magari alcuni “ragazzini” che si atteggiano a uomini fatti chissà sono ancora recuperabili alla causa della cultura sportiva.

 

 

 

 

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