logo facebook

SEGUICI SU FACEBOOK

Storie di Boxe

La prima sconfitta...boxe, addio!

PugileRing

Ti avevano fatto credere di essere invincibile.
Per troppo amore o troppa incompetenza.
Avevi appena messo timidamente i piedi sul ring a torso nudo e già ti predestinavano a titoli straordinari. Avevi vinto la prima avventura, poi la seconda, la terza, la quarta…E altre ancora, per le quali alcuni giornalisti locali e televisioni casalinghe si erano sperticati con toni da Iliade e Odissea.
Se qualcuno ti avesse detto che avevi battuto rivali il cui ultimo successo era stato a "scopone scientifico", allora qualche dubbio l'avresti avuto.
Se qualcuno ti avesse detto che erano stati scelti tra i più scarsi e meno "cari" in circolazione, allora qualche dubbio l'avresti avuto.

Non ci sarebbe stato niente di male. Il tirocinio comincia sempre all'insegna della prudenza. Invece no!
Campione, campione, campione…
E i poveretti che stramazzavano ai tuoi piedi erano regolarmente dipinti come temibili pugili, sfruttando la non-conoscenza del pubblico pagante. Poi, inevitabile, é arrivata la resa dei conti e hai perso di fronte al primo avversario che era solo e semplicemente un pugile, seppure di modesta quotazione.
E come tantissimi prima di te e tanti altri dopo di te, ti sei tolto gli occhiali con le lenti rosa e hai capito di essere stato preso in giro, inutilmente illuso e sfruttato per un breve tempo. La fiamma della passione si é spenta in un attimo; la paura e l'insicurezza hanno preso il sopravvento; ti è sparita la voglia di prendere ogni giorno la sacca per andare in palestra.
Ti sei ritirato.
Giovane, integro ma senza più sogni.

Un giorno lontano qualcuno leggerà il tuo record e si domanderà come mai un ragazzo con più o meno una sola sconfitta sulle spalle abbia dato l'addio al ring.
Poi si accorgerà che anche parecchi altri, al primo ostacolo insuperato, hanno voltato le spalle alla boxe.
Nessuno forse gli spiegherà le ragioni vere e profonde. Solo tu e i ragazzi come te sapranno la verità e se la porteranno dietro per tutta la vita.

L'AMICO DEL PUGILE

Amicizia

Aveva concluso l'incontro stremato. Faticava persino a respirare e chi l'abbracciava o voleva parlargli gli procurava fastidio. Sembrava che gli togliesse persino l'aria. Poi il verdetto. Il braccio alzato. I rituali consueti. E finalmente giù dal ring, verso gli spogliatoi. 

Si lasciò cadere sulla panca così com'era. In quel momento anche lo spogliarsi e mettersi sotto la doccia gli pareva un'impresa. E intanto la porta si apriva e si chiudeva in continuazione, facendo entrare e uscire frotte di conoscenti,di curiosi, di persone importanti, di tecnici più o meno qualificati, di "imbucati"che gli rovesciano addosso manate, grida di giubilo, congratulazioni e predizioni di un futuro sensazionale. In mezzo, come una fastidiosa zanzara, il suo antico compagno di scuola e di gioventù che l'aveva sempre seguito...Gli si avvicinò e a bassa voce, per non essere udito dai estranei, gli sussurrò: "E' andata bene. Hai vinto, ma stasera hai fatto proprio schifo...Lento, senza ritmo...Hai preso colpi che non avresti mai dovuto prendere. Ti avevo detto mille volte di non stare troppo dietro agli amici e di allenarti come sempre facevi. Cosa ti é successo?".
Lo guardò come si guarda un marziano. "Ma che vuoi da me? Che c...dici? Ho vinto e sono il n°1. Ma vaffanculo!".
L'amico non fece una piega. Girò le spalle e si allontanò dallo spogliatoio, dal palasport e da lui.
Passarono i mesi. Ci furono altri incontri più o meno convincenti ma comunque sempre vittoriosi e accompagnati dalla grancassa delle persone vicine e lontane, dei giornalisti accondiscendenti e improvvisati, dei tecnici da week end.
E arrivò il grande appuntamento...
Finì malissimo. Come nessuno si sarebbe mai aspettato.
Alcuni giorni di lacrimata generale tra i conoscenti e sulle pagine dei giornali.
Poi stop! Silenzio totale. Nessuno vicino.
E finalmente, in un pomeriggio malinconico e inutile passato sul divano, la decisione.
Prese il telefono e premette il tasto sul nome dell'amico mandato a quel paese che non sentiva più da tanto, però mai cancellato dalla propria rubrica.
"Sono io!-Disse-Sono stato uno stronzo e tu avevi ragione. Un vero pugile deve fare quello che bisogna fare. Scusami...Adesso va tutto male e non so che fare...".
Un istante di silenzio, eppoi: "Che problema c'é? Siamo ancora giovani e ti rifarai! Devi solo ricordarti che gli amici sono quelli che ti dicono la verità. Io te l'avevo detta per aiutarti e non per ferirti...Andiamo a mangiare una pizza al solito posto? Tra un'ora?...Arrivo!".

Alla fine, la Boxe è sempre la Boxe

Gioconda

Molto spesso chi ama e frequenta la boxe non ne può più di ciò che le sta attorno. 

Un po' per volta si abitua ad osservarla come un magnifico quadro circondato però da cose inutili, cianfrusaglie, oggetti senza valore, parole piene solo di rumore che finiscono per ostacolarne la visibilità e persino a metterlo in secondo piano. Come una tela appesa in un angolino polveroso della parete più nascosta e buia della casa.
Ma proprio perché la ama, l'appassionato non si stanca di attendere. E pazienta, pazienta, pazienta...
Sa bene che infatti, ad un certo punto, suonerà il gong e magicamente la confusione e la polvere scompariranno.
Ed eccola infatti, la boxe. Al centro della scena. Finalmente soltanto lei.
Chiara, inconfondibile, magica...
Come un quadro speciale, un'opera d'arte che ha riguadagnato il posto migliore nella sala più importante del museo.
E per qualche tempo nessuno le potrà mancare di attenzione e di rispetto.
Perchè la boxe è la boxe.

Da sempre...

Insultare battendo i tasti...Essere campioni...

DuranFamiglia

Si conclude con il brano che segue il mio libro "Duran!Duran!Duran!", ove ho narrato le vicende delle quali sono stato in gran parte testimone diretto, per ovvie ragioni familiari.
In un tempo nel quale chiunque attraverso internet può dire ciò che vuole e mancare di rispetto a campioni di qualsiasi disciplina sportiva, l'ho trovato perfetto per testimoniare, attraverso la storia di Carlo, Massimiliano e Alessandro, la mia gratitudine verso gli atleti di tutti gli sport che hanno dedicato i migliori anni della loro vita per rendere più bella anche la nostra, spettatori delle loro imprese raggiunte attraverso percorsi costellati di immani fatiche, sofferenze terribili, atroci delusioni e meravigliosi trionfi...
Perchè questa è la vita dei campioni, tali divenuti non per caso o per altrui generosità ma conquistando ogni vittoria con le unghie e con i denti...

"Nel 2005, il direttivo mondiale del Panathlon Club conferì ad Alessandro Duran, a Varsavia, il prestigioso "Premio Fair Play” ritenendolo un esempio di serietà, dedizione e cavalleria sportiva; il trofeo, riservato solo a pochissimi atleti, rappresentò in un certo senso l’ultimo successo dell’ultimo dei Duran.
Si concluse così la lunghissima fiaba dei Duran, iniziata mezzo secolo prima quando l’ancora adolescente papà Carlo fu trascinato dai fratelli in palestra a Buenos Aires eppoi dipanatasi attraverso mille avventure e indimenticabili battaglie sui ring di ogni parte del mondo, a cui diedero in seguito il loro fondamentale contributo i figli Massimiliano e Alessandro, mamma Augusta e tutti coloro che “portarono il secchio” per la buona causa di una famiglia che tra le sedici corde ha davvero speso il meglio della vita.
La boxe è una follia, un paradosso che avvinghia e non abbandona più chi le si avvicina.
Appena scesi dal palco cordato, spentesi le luci della ribalta sopra le loro teste, Massimiliano e Alessandro hanno cominciato infatti ad attingere al profondissimo pozzo dell’inestinguibile amore per la Nobile Arte e a trasmetterne ad altri il “verbo”, nella speranza che prima o poi qualche ragazzo della loro Pugilistica Padana ne raccolga il testimone.
L’attesa di ciò che dovrà accadere, la fede che il sogno prima o poi s’avvererà, la convinzione che anche le sofferenze possono rendere la vita più meritevole d’essere goduta, il continuare a guardare avanti, avanti, avanti... e lottare.
Ecco l’essenza dei pugili, che tali rimangono per sempre.
Ecco la scelta per cui, in ogni caso, si può ben dire che i Duran-Duran-Duran, come prevede il finale di ogni fiaba che si rispetti, vissero felici e contenti".

C'E' TRISTEZZA NELLA BOXE? SI', PERCHE'...

GioiaDolore

"Coloro che non amano non hanno mai grandi gioie; coloro che amano spesso hanno invece grandi tristezze"
(Jean-Benjamin de Laborde)

Un amico mi ha detto: "Ho letto tutti i tuoi libri e mi sono piaciuti tanto...Ma perché così spesso hanno un fondo di tristezza?".
Non ci avevo mai pensato. E non ho saputo cosa rispondere, se non..."Perchè mi sono venuti così". E non è in verità una gran risposta.
Poi ho riflettuto e forse ho capito la ragione per cui in effetti distendo sopra le mie parole un'involontaria nube scura anche quando ciò che racconto dovrebbe essere illuminato dall'allegria e dall'ottimismo.
Ma il pugilato è uno sport di confine e come tale, anche per ragioni famigliari e affettive, l'ho sempre vissuto con sofferta passione.
E' uno sport di confine perchè è in perenne ed instabile equilibrio tra gioia e dolore, trionfo e dramma, speranza e disperazione. I pugili camminano su un lungo filo che attraversa il precipizio.
Un passo solo e tutto cambia.
Ogni volta è così. Per uno che vince ce n'è uno che perde, ma perde davvero e non di rado soffre nel corpo e nell'anima.
Non subisce una sconfitta per un goal o per un decimo di secondo di ritardo o per una pallina finita in rete.
Subisce una sconfitta che fa male e talvolta tanto...
E da qualche parte, vicino al ring o a casa in trepidante attesa vicino al telefono, qualcuno ha paura.
Una paura reale.
Non quella del tifoso che teme per il risultato e l'indomani se n'è già dimenticato...
E' la paura di chi teme per l'incolumità di colui al quale vuole bene. Di chi trema per il sangue che gli scende sul volto o le gambe che vacillano. E' l'angoscia di chi assiste ad un atterramento e si sente morire dentro e ad ogni secondo scandito dall'arbitro vorrebbe correre ad aiutare il proprio caro per paura che non si rialzi.
Questa è la terrificante bellezza del pugilato, il suo angosciante fascino, il segreto che ne fa lo "sport-non solo-sport".
Tale caratteristica, unica o quasi tra le discipline agonistiche, avvince, esalta, sconvolge, sommerge di gioia o di dolore chi lo ama, a partire dai pugili per arrivare a tanti ignoti spettatori.
Ecco perchè dalla penna mi sfugge sempre un velo di tristezza.
Non mi riesce di guardare una sfida di boxe come una rappresentazione da accompagnare con trombe, tamburi, cori spensierati o di dileggio verso l'altra fazione.
E' troppo serio ciò che accade sul ring.
Merita partecipazione, rispetto, solidarietà e molti pensieri. Sia nella vittoria che nella sconfitt
a.
Come in tutte le vicende che la vita ci riserva, non mi riesce di vedere mai una gioia senza ombre o un dolore senza un lume.
E il pugilato è qualcosa che assomiglia maledettamente alla vita,
Per questo meriterebbe di non morire mai.

NELLA VITA NON C'E' RING

Ring
Se la realtà quotidiana fosse delimitata da un perimetro quadrato, se l’arbitro e i secondi potessero essere vicini per dirci ciò che possiamo o non possiamo fare, se gli scontri fossero a parità di forze sotto le luci dei riflettori e il verdetto stabilisse con onestà chi vince e chi perde, tutto sarebbe più facile.
Così non è, purtroppo…
La vita è un combattimento complicato, sovente senza regole e cavalleria, che non ha un gong d’inizio e di fine e soprattutto non ha luci sulle nostre teste per togliere le zone d'ombra.
La vita non è sul ring. Nella vita non c'è ring.
Magari ci fosse!

LA SCONFITTA PURTROPPO CAMBIA TUTTO

 PugileAtestaBassa

 Ecco qualcuno che infila la testa nello spogliatoio sempre malinconicamente vuoto di chi è stato sconfitto e gli dice che non è successo niente, che è sempre lui il campione, il n° 1…
"Ma vaffanculo! Ho perso, ho perso; questa è la verità", pensa invece tra sè e sè il pugile battuto, inghiottendo dolore e disperazione.
"Mi dovrò reinventare la vita e sento che tutto s’è attorcigliato in me. I muscoli, le viscere, le speranze, il coraggio...
Voglio stendermi, chiudere gli occhi, dormire…Ma non ci riuscirò.
Attenderò l’alba filtrare sotto le finestre, piangendo, pensando, soffrendo…
Magari il sole tra qualche ora renderà meno scuro l’abisso che mi fa paura.
Per adesso ho perso, ho perso…Il cuore sanguina e sono solo. Disperatamente solo.
Rinascere.
Questo soltanto dovrò fare.
Ne sarò capace?"

RAGAZZI E RAGAZZE CHE SI STANCANO DI SALIRE SUL RING

Addio
Entrò in palestra.
L’allenamento era finito e i suoi compagni se n’erano ormai quasi tutti andati. Qualche frettoloso “ciao” ai ritardatari e quindi si diresse verso il maestro. Stringeva nella mano destra la sacca del club e in quella sinistra un sacchetto di plastica. Li depose ai suoi piedi.“Buonasera, maestro-Gli disse con voce tranquilla-Nella sacca ci sono la canottiera e i calzoncini già lavati e stirati; nel sacchetto invece ci sono le mie scarpette e il corpetto che potrai dare a qualche ragazza che fatica a comperarli. I guantoni e il casco li tengo per ricordo…”.
“Ci hai pensato bene, signorina?-Provò a ribattere lui, senza troppa convinzione-Me l’immaginavo questo momento da quando ti ho vista scendere dal ring con quella faccia”.
“Ci ho pensato per giorni e notti-Gli rispose-Amerò sempre la boxe. Verrò a trovarvi in palestra e a vedere le riunioni tutte le volte che potrò, ma non me la sento più di combattere. Sapevo che non sarei mai diventata né una campionessa né ricca con i pugni; i miei traguardi e le mie gioie sono sempre stati gli incontri vinti qua e là davanti a qualche spettatore. Mi avevi detto di pazientare se subivo qualche sconfitta immeritata e ti ho obbedito, ma stavolta mi si è rotto qualcosa dentro. Tanti sacrifici e tanta fatica per che cosa? Per subire un’altra ingiustizia, una vera presa per il culo, detta come va detto, proprio il giorno in cui c’era in gioco qualcosina di più importante del solito? Dovrei aspettare un altro anno e magari succederebbe poi la stessa cosa! E pensare che noi pugili ci accontenteremmo di ben poco; solo che i match venissero vinti dai più bravi e non dai più protetti. Tutto qui”.
Il maestro se ne stava ad ascoltarla in silenzio, guardandola con profonda tristezza.
Allora le si avvicinò e l’abbracciò stampandogli tre sonori baci sulle guance.
Intuì che in quel momento sarebbe toccato a lei fare coraggio a lui...

 

Ogni lunedì, almeno sino a quando mi "frulleranno per la testa", pubblicherò mie brevissime riflessioni sul pugilato e i suoi protagonisti, tratte da libri scritti in un passato recente e meno recente. Se risulteranno gradite mi farà piacere. Se non lo risulteranno, sarò ugualmente lieto perchè avrò la certezza di avere comunque fatto sprecare a chi li leggerà soltanto pochi secondi...

Gualtiero Becchetti

"LA BOXE FA CIO' CHE VUOLE". Il mio nuovo libro è reperibile nelle maggiori librerie e nei siti librari di internet (Pag. 250 - Ed. Edizioni Slam - Absolutely Free Libri-Roma).

RIFERIMENTI

BOXE RING WEB

EDITORE FLAVIO DELL'AMORE

Autorizzazione

Tribunale di Forli' n. 2709

CHI E' ONLINE

Abbiamo 754 ospiti e nessun utente online

FORUM

logo boxeringweb2017c

Il Forum a cura di NonSoloBoxe

Per discutere di Boxe e non solo...

CLICCA SUL BOTTONE
PER ACCEDERE AL FORUM

go