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Ali, Harold Smith e la truffa alla Wells Fargo Bank, di Eric Armit. I puntata

Una incredibile truffa nel pugilato americano

 

di Eric Armit

 

Nel gennaio del 1981 la boxe sembrava al vertice di un era eccitante. Solo due anni prima un nuovo e vibrante organizzatore di nome Harold Smith era emerso e stava ora promuovendo una riunione chiamata “This is it” al Madison Square Garden. Attraverso questo evento al Garden Smith voleva far capire che era salito al livello massimo nella boxe.

 Stava mandando in scena la riunione pugilistica più grande da anni con alcuni dei nomi più importanti della boxe in un cartellone che includeva tre campionati del mondo. Non solo, la stessa sera aveva organizzato un evento a Filadelfia con la difesa del titolo mondiale dei gallo  di Jeff Chandler contro Jorge Lujan.

Da quanto era comparsa sulla scena due anni prima Smith e la sua Muhammad Ali Professional Sports (MAPS) continuavano a crescere di forza. La loro magnanimità diventava leggendaria. Stavano battendo tutti gli altri organizzatori, pagando le borse più alte e regalando generosi bonus sia regolari che in nero.

The slow descent of record sprinter Houston McTear - Sports ...

Da dove Smith venisse era un mistero ma era ancora più un mistero come fosse ancora nel business. Aveva messo in scena incontri pagando borse alte per la maggior parte senza copertura televisiva e di fronte a poco pubblico. Organizzatori esperti come Bob Arum e Don King sapevano come mantenere l’equilibrio fra entrate e uscite ma sembrava che Smith più perdesse più spendesse. La comparsa di Smith era vista in modi diversi a seconda da dove veniva considerata. Per i pugili erano tempi belli. Smith era la fatina madrina, o il padrino, che li pagava di più di quanto fossero stati mai pagati e senza obblighi. I manager pure ne uscivano bene. C’erano chiacchiere su pagamenti non ufficiali ai manager solo per avere discusso un accordo che lo si trovasse o meno. Se uno era un organizzatore rivale, o un realista, si poneva solo domande sull’abilità di Smith di fare affari in un modo che ignorava tutte le linee guida sensate fiscalmente.

L'attitudine di pugili e manager era quella di non guardare in bocca a caval donato mentre agli organizzatori sembrava “tutto troppo bello per essere vero” e quindi era probabilmente “troppo bello per essere vero”.

Si poteva capire l’approccio dei pugili, dopo tutto Smith stava dando borse enormi per la sua riunione di gennaio. Stava per pagare un milione di dollari ciascuno a Ken Norton e Jerry Cooney ,a Thomas Hearns, Wilfredo Benitez, Matthew Saad Muhammad e Eddie Mustafa Muhammad un milione e mezzo ciascuno. Otto milioni di dollari di borsa per una sola riunione erano una cosa mai sentita e per questi sei pugili era più di quanto fossero stati mai pagati per un incontro.

I dubbiosi si ponevano due domande- chi è Harold Smith e da dove vengono i suoi soldi? Smith era arrivato sulla scena pugilistica mettendo in scena un programma di pugilato dilettantistico in California e attirando molti dei migliori dilettanti statunitensi ad unirsi al suo team Muhammad Ali Amateur Sports (Maas). Procurava “lavori” e comprava case per i loro genitori ecc. Aveva costruito un team potente ma il suo interesse in quel progetto svanì quando gli USA boicottarono le Olimpiadi del 1980. Quella decisione rovinò I suoi piani per il suo protetto giovane sprinter Houston McTear di vincere una medaglia d’oro olimpica ma prima del suo coinvolgimento con McTear, il background di Smith era come minimo nebuloso.

Per quanto riguarda i soldi Smith sosteneva inizialmente che sua moglie venissea da una famiglia ricca e che aveva altri finanziatori ma non ne aveva mai fatto i nomi.

Le due più quotate chiacchiere su da dove venissero le sue ricchezze erano una che lui stesse riciclando soldi per cartelli della droga ma non c’erano prove di questo. L’altra era che fosse un prestanome per una compagnia che trasmettesse via cavo in cerca di grandi nomi del pugilato da mettere sotto contratto prima di lanciarsi sul mercato ma Smith non faceva firmare a nessuno contratti a lungo termine così questo non spiegava le sue fonti.

MAPS era in vetta e la riunione del Madison Square Garden era quella che avrebbe confermato il suo posto come la prima compagnia organizzativa di pugilato del mondo che era stato il traguardo di Smith da quando aveva formato la MAPS. Poi il castello di carte multimilionario crollò a causa di un piccolo pezzo di carta.

La storia era cominciata quando Smith entrò in una filiale della Wells Fargo Bank in California. Non aveva lì un conto ma voleva incassare un assegno di una banca di un altro stato per una somma relativamente piccola. Lo ricevette l’impiegato Sammie Marshall ma Marshall non poteva cambiargli l’assegno perché non poteva stabilire che Smith avesse i fondi necessari in quella banca fuori dallo stato. In seguito Smith presentò un paio di assegni che avevano alle spalle dei fondi. Smith e Marshall instaurarono un buon rapporto e Smith spiegò a Marshall che stava sponsorizzando un giovane sprinter americano di nome Houston McTear. Siccome McTear veniva da una famiglia povera non aveva i vantaggi per accedere alle gare di atletica di college e università. Nonostante ciò questo McTear aveva scosso il mondo dell’atletica correndo in 9 secondi netti le cento yard e facendo segnare un tempo equivalente sulle 60 yard. McTear non aveva uno sponsor, viveva ancora nella baracca dove era nato e non aveva accesso alle gare e all’equipaggiamento di alto livello. Smith aveva valutato queste circostanze con Muhammad Ali e Ali aveva fornito i fondi perché McTear si spostasse in California e trovasse una casa. Fu attraverso lo sforzo di aiutare Mc Tear che Smith incontrò Ali per la prima volta. Smith capì quanto fosse magico il solo nome di Ali e quando decise di costruire qualcosa intorno all’aiuto a McTear attraverso la creazione di una organizzazione di sostegno a McTear e ad altri giovani atleti neri, avvicinò Ali per chiedergli il permesso di usare il suo nome. Ali rifiutò qualsiasi posizione nell’organizzazione di cui Smith proponeva il nome a lui dedicato ma accettò che fosse usato il suo nome in cambio del 25% netto dei profitti della MAAS.  L’obbiettivo principale era portare Mc Tear alle Olimpiadi dove c’era una possibilità che vincesse la medaglia d’oro facendone un atleta di alto valore. Sfortunamente un infortunio mise fuori gioco McTear per le olimpiadi del 1976 così il traguardo era ora i Giochi del 1980. Questa associazione con Ali fu usata da Smith per ottenere prestiti per la MAAS attraverso Marshall in termini molto più convenienti di quelli normalmente applicati. Marshall usò anche il nome di Ali per convincere il suo capo a concedere a Smith più flessibilità. Smith poi cominciò a invitare Mashall ai suoi eventi e a fornirgli altri benefici. Marshall portò con se un amico, Ben Lewis, anch’egli dipendente della Wells Fargo, a uno di questi eventi e lo presentò ad Ali. Smith continuò ad andare da Marshall per più prestiti sempre promettendo che il prossimo evento sarebbe stato quello in cui avrebbe fatto abbastanza soldi per restituire il prestito.

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Nonostante le promesse di Smith, Marshall si trovò a coprire i prestiti crescenti e a finire sempre più nei guai. Si era convinto che Smith fosse sulla strada di progetti che avrebbero reso molti soldi che avrebbero spazzato via gli scoperti che concedeva. Alla fine Marshall lasciò la banca e poco dopo fu nominato chairman della MAAS e poi della MAPS. Marshall aveva coinvolto Lewis nei suoi sforzi per rendere disponibili i soldi per Smith e garantito per lui, e Lewis non ebbe altra possibilità che dare prestiti senza garanzie a Smith.

Daily News from New York, New York on February 4, 1981 · 138

Lewis era molto deluso da come la sua carriera andava nella Wells Fargo ed era perciò un impiegato molto disincantato. Amava anche lo stile di vita da celebrità in cui Smith lo aveva introdotto e adorava Ali. Quando Marshall concedeva i prestiti le somme erano entro un range che permetteva un recupero ma ora con Lewis che si occupava della cosa Smith gli diceva che necessitava di fondi molto più sostanziosi per restare a galla e arrivare al grande momento in cui poter ripagare i prestiti. Gli chiedeva somme come 250.000 dollari alla volta. Lewis si rese conto molto in fretta che Smith non avrebbe mai potuto, e non lo avrebbe mai fatto, ripagare quelle somme ma era stato intrappolato nella ragnatela di Smith così qualsiasi somma Smith gli chiedesse lui provvedeva e poi nascondeva la transazione.

 
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