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I campioni dimenticati: 8) Roberto Proietti

Si ritirò da campione europeo

 

 
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Anni fa, quando ancora non scrivevo di boxe, scrissi una lettera a The Ring Magazine. La celebre rivista fondata da Nat Fleischer aveva pubblicato un articolo sui più grandi pugili italiani di tutti i tempi, un articolo molto incompleto in cui non solo si considerava italiano Johnny Dundee che da noi era effettivamente nato ma che noi abbiamo sempre considerato americano, ma si dimenticavano totalmente i grandissimi campioni degli anni 30 compreso il grandissimo Anacleto Locatelli che pure in America aveva fatto paura a gente come Tony Canzoneri e non solo a lui. Nell'elenco stilato da The Ring non c'era neppure il nome di Roberto Proietti ma qui qualche giustificazione l'avevano e vedremo poi perché. Però, se non bastasse un record notevole, basterebbe l'opinione del grandissimo allenatore/manager Steve Klaus che riteneva Proietti il talento più puro della boxe italiana assieme allo stesso Locatelli. La mia lettera fu pubblicata ma dubito abbia lasciato tracce.

Proietti, nato a Roma il 6 agosto del 1921, veniva da una famiglia che mangiava...carne e pugilato. Carne per via delle macellerie che possedevano e pugilato perché suo fratello maggiore Mimmo era un pugile e l'altro fratello Gigi divenne un manager furbissimo e scaltro quanto bravo che naturalmente guidò la carriera di Roberto come avrebbe poi fatto con quelle di gente come Sergio Caprari e Giulio Rinaldi. Gente legatissima a Roma e in particolare al popolare quartiere Testaccio. Non era certo facile per un pugile avere 20 anni durante la seconda guerra mondiale. Grande già  da dilettante con un titolo italiano in tasca e tante vittorie azzurre, Proietti debuttò professionista nel 1941. Poteva certo sembrare un azzardo opporre già al 6° incontro Proietti al bustocco Bruno Bisterzo che era appena diventato campione europeo dei leggeri ma il fratello Gigi sapeva quanto valesse il suo fratellino e difatti Roberto vinse ai punti in 8 riprese senza titolo in palio.

Proietti era un pugile molto veloce, un incontrista dalle mani leggere che però è stato capace di sopperire con la precisione a una potenza non eccezionale, un artista della schivata e uno che teneva molto bene i colpi ed era dotato di una tecnica eccezionale. Battuti tra l'altro Otello Abbruciati e un fuoriclasse come Gino Bondavalli nel 1942 fu bloccato sul pari in rivincita da Bisterzo a Milano. Battuto Aldo Minelli conquistò il titolo europeo e quello italiano battendo Ascenzo Botta ai punti a Roma. Il match era per il titolo italiano ma in casi come questi se un campione nazionale era anche campione europeo perdeva anche il titolo continentale. Subìta una squalifica in Spagna per supposto uso della testa, figuriamoci, nel 1943 perse i titoli europeo e italiano battuto a Lucca ai punti da Bruno Bisterzo. Dopo il disastro dell'8 settembre italiano Proietti riuscì a combattere a Roma per un anno ma poi le vicende belliche lo costrinsero a una sosta di quasi un anno e mezzo. Il 25 giugno del 1946 a Roma riuscì a tornare campione italiano battendo il solito Bruno Bisterzo che fu costretto al ritiro al 7° round causa una frattura a una mano. Proietti avrebbe avuto diritto al titolo europeo per via della solita regola ma non ne volle approfittare.

Lasciato anche il titolo italiano Proietti cominciò a dispensare lezioni di pugilato anche all'estero, in Francia ad Andre Famechon e Pierre Montane, in Inghilterra a Tommy Barnham, poi il 21 maggio 1947 andò a Bruxelles a battersi con il neo campione europeo Kid Dussart.e vinse per K.O.T al 13° round per la delizia dei tanti italiani emigrati che lavoravano per lo più nelle miniere. Difese il titolo sempre in Belgio ma a Tournai battendo ai punti in 15 riprese Joseph Preys.

 

Era il momento giusto per affrontare l'avventura americana. Il campione del mondo della categoria era all'epoca un fuoriclasse come Ike Williams ma Proietti era uno splendido pugile e poteva affermarsi anche oltre oceano. Ma soffriva di nostalgia, il suo mondo erano il Testaccio, Roma, l'Italia, la sua macelleria, la sua gente. Gli trovarono un mestierante che aveva incontrato e perso contro i migliori, tale Johnny Williams appena battuto da Livio Minelli, da affrontare alle St Nicholas Arena di New York il 17 novembre 1947, se ne occupava l'ex campione d'Europa Saverio Turiello, uno che sapeva dove e quando mettere le mani anche fuori dal ring. Un campione come Roberto Proietti avrebbe potuto perdere contro Johnny Williams solo se lo avesse voluto eppure perse ai punti in 10 riprese fornendo la peggiore prestazione della carriera. Forse, appunto e certo inconsciamente, era quello che voleva.

proiettiTornato in Europa perse pochi mesi anche il titolo europeo battuto da un minatore inglese, Billy Thompson, ma aveva una ottima attenuante avendo dovuto battersi per quasi 14 delle 15 riprese con una costola incrinata. Da quella sera Proietti non avrebbe più perso un match. Il 17 dicembre 1949 a Bruxelles sfidò Kid Dussart che era tornato campione europeo battendo lo stesso Thompson. Fu una prestazione straordinaria in un incontro duro. Dussart aveva promesso di metterlo K.O. in 6 riprese ma subì una lezione di tecnica, non solo, fu messo al tappeto al 7° round da un destro di un Proietti più "cattivo" del solito e si rialzò imbambolato. Proietti quella sera vinse ai punti meritandosi gli applausi di belgi e italiani assieme e vi aggiunse quelli degli esigentissimi tifosi inglesi il 31 gennaio 1950 a Kensington dando una lezione a Billy Thompson che a fine match lo complimentò senza attendere il verdetto.

Il 20 giugno seguente a Milano respinse sempre ai punti l'assalto del belga Joseph Preys. L'ultimo match della carriera lo disputò il 31 agosto 1950 a Copenhagen davanti a 20.000 spettatori surclassando con la sua tecnica il danese Jorgen Johansen, futuro campione europeo. Certamente Roberto Proietti avrebbe potuto andare avanti, aveva solo 29 anni ed era nel pieno delle sue forze, poteva puntare ancora all'America, ma sentiva di dovere smettere, di dedicarsi al suo lavoro. Smetteva così all'apice uno dei più grandi pugili italiani di sempre. Roberto Proietti morì a Ladispoli il 19 marzo 1988.

 

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