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Raccontiamo le quattro ragazze che difenderanno i colori italiani all'Olimpiade giapponese. Oggi Irma Testa... 

 

Secondo appuntamento.
Dopo Giordana Sorrentino, tocca a Irma Testa (57 kg, pesi piuma), la più conosciuta del poker di donne vestite di azzurro che oggi pomeriggio partiranno per Tokyo. L'Olimpiade le aspetta. Tra una settimana avrà inizio il torneo.

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Il talento è lo stesso, ma la ragazza che vola verso la sua seconda Olimpiade è diversa.
Irma ha corso troppo in fretta, rischiando di sciupare un dono che la natura le aveva assegnato e un mago aveva cercato di perfezionare.
Lucio Zurlo è il nome del mago.
Irma Testa è il nome della predestinata.
La torrese ha imparato con il tempo che tutto e subito è un risultato che difficilmente si può centrare. Sono quasi convinto che a influire negativamente sulla situazione sia stata anche un’esposizione mediatica eccessiva, sinceramente superiore al peso dei trofei. Un libro e un film dovrebbero essere testimonianze di un percorso che si è concluso, possibilmente con in bacheca successi importanti. E invece erano diventati un peso da caricare sulle spalle di una diciottenne, spalle piegate dalla responsabilità di essere indicata tra le favorite e dalla scoperta che, quando vai a sfidare il mondo delle grandi, puoi trovare qualcuna più brava di te.
Tutto questo, fortunatamente, appartiene al passato.
Adesso Irma ha acquisito una consapevolezza reale dei suoi mezzi, che sono tanti e di grande qualità. E, credo, affronterà i Giochi con una mentalità diversa. Penso che per il talento debba ringraziare il cielo, per i progressi sul ring debba ringraziare sé stessa e per la nuova dimensione debba sorridere al maestro di sempre. A Lucio basterà quel sorriso perché ha creduto senza tentennamenti in lei. Irma è forte di suo, ma il tocco in più è stato quello di questo uomo di grande saggezza e capacità.
Emanuele Renzini, il coach della nazionale, ha aggiunto un contributo importante, per carità, ma l’artefice del capolavoro abita a Torre Annunziata.
Lucio è la Boxe Vesuviana, società dalle nobili tradizioni con un maestro d’eccezione. Lui appartiene a una razza da salvaguardare come una volta faceva il WWF con i panda. Insegna pugilato e dà consigli di vita. Per i suoi atleti è allenatore, padre e amico. Un maestro con una faccia che meriterebbe un posto d’onore nell’archivio delle grandi maschere napoletane. Una saggezza antica, la conoscenza profonda dello sport che insegna.
Un’immersione nella casa del pugilato a Torre Annunziata ha restituito al popolo della boxe una campionessa, un’atleta che ha manifestato grandi doti fin dalle prime volte che è salita su un ring. Ora in più c’è la maturità di una giovane donna che, a parole ma soprattutto con i fatti, ha mostrato quanto lontano possa arrivare.
Sul ring delle qualificazioni europee ho ammirato una ragazza che può puntare in alto, sino al gradino più alto del podio. Calma, non sto dicendo che vincerà l’oro. Ma che ha i mezzi per farlo. Poi ci sono le avversarie di grande livello, la sfortuna, il tabellone (qui l’essere testa di serie dovrebbe darle una mano in senso positivo), la responsabilità di affrontare un torneo olimpico tra le favorite.
Irma ha dato concretezza a una boxe che era fatta più di belle intenzioni che di pugni a segno. Ha fatto vedere di essere in grado di interpretare qualsiasi copione tattico. Ha boxato da incontrista e attaccante, sul tempo e sulla velocità. Ha fatto cose che solo i campioni possono permettersi. Ritmo, giusta distanza, un passo laterale per uscire dalla traiettoria dei colpi della rivale, schivate millimetriche e rientri d’anticipo.
Lo so, corro il rischio di cadere nello stesso errore che ho condannato quattro anni fa, quando erano altri ad andare così lontano ancora prima di partire. Il fatto è che oggi mi sembra sia tutto così diverso. Le rivali sono alla sua portata, può giocarsela contro chiunque sia tra le favorite. È una donna, non più la ragazza con la testa piena di miraggi e una timidezza inconscia che affiorava subito dopo il suono del primo gong. Fintava, fintava, fintava. E non partiva quasi mai.
Adesso guai a starle davanti senza muoversi in continuazione, guai a credere che la sua non certo devastante potenza possa essere affrontata attaccandola. Lei è pronta a punire chiunque cadrà in un errore che conosce benissimo, l’ha commesso quattro anni fa.
La ventitreenne vista su ring di Parigi ha testa, tecnica e fisico per regalarci la gioia più bella per lo sport italiano. Il popolo della boxe ne ha un terribile bisogno.


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