QUATTRO CHIACCHIERE CON GIUSEPPE CARAFA CHE DOMANI VA ALL'ASSALTO DEL CONTINENTAL IBO DEI PESI LEGGERI
Giuseppe Carafa (12-4-2, 3ko), classe '94, fa parte di quella schiera di giovani e giovanissimi pugili italiani che stanno percorrendo la strada per arrivare a qualcosa di molto sostanzioso in carriera. Pugliese di Gallipoli ma residente a Ugento (Lecce) proprio al PalaOzan della sua città questo venerdì ha l'occasione per conquistare il Continental IBO dei pesi leggeri ed entrare nelle classifiche che contano di questo ente mondiale. Carafa, studente di Economia nella vita di tutti i giorni, è professionista dal 2015 e dopo una prima trafila di match in Italia non ha disdegnato trasferte in Ucraina, Spagna e ultimamente anche in Francia.
Dopo la sconfitta con Michael Magnesi del novembre del 2018 per il titolo italiano dei superpiuma, è passato sotto la gestione del team Conti Cavini ed ha conquistato quella stessa cintura sei mesi dopo battendo Invernizio, difendendo il tricolore con un pareggio contro quel Nicola Henchiri freschissimo campione dell'Unione Europea. Passato nei pesi leggeri, ha conquistato il WBC del Mediterraneo battendo Cipolletta quindi nel dicembre scorso ha tentato l'assalto all'Unione Europea dei superleggeri, ultimo match disputato, battuto però dal francese Massi Tachour a Lavallois-Parret nel palazzetto dedicato al grande Marcel Cerdan.
Venerdì il suo avversario sarà lo spagnolo Pablo Fuego (16-5, 2ko).
-Allora Giuseppe, come ti senti alla vigilia di questo nuovo impegno titolato?
-Mi sento bene, sono felice e non vedo l'ora di salire sul ring. Sono preparato a puntino e molto soddisfatto della preparazione che ho fatto. Mi sono allenato insieme a Francesco Stifani, ho lavorato molto, per un periodo sono stato anche a Grosseto nella palestra della Pugilistica Grossetana della famiglia Conti Cavini che mi amministra, con un preparatore atletico e senza tralasciare niente.
-Conosci il tuo avversario?
-Non conosco Pablo Fuego ma l'ho visto in qualche filmato. E' un pugile alto che mi sembra molto determinato e anche aggressivo come del resto è la scuola spagnola. Sono sicuro comunque di poter fare un gran bel match.
-Per chi non ti conoscesse, si può dire a ragione che sei uno dei pochissimi pugili che ultimamente ha davvero impegnato Michael Magnesi. Che ricordi hai di quel match?
-Ho ottimi ricordi di quell'incontro.( nella foto Carafa a sx) Nonostante la sconfitta ai punti portai Michael fino al decimo round e me la giocai fino alla fine, e sono l'unico ad averlo fatto nei suoi ultimi match. Per alcuni tratti devo dire che mi divertii anche, riuscii a colpirlo e ad impegnarlo. Oltre che essere un ottimo pugile, Michael è anche un amico e mi emoziona davvero vederlo fare la carriera che sta facendo, perché se la merita.
-Finalmente in Italia si sta perdendo la logica che un pugile per emergere debba avere un curriculum immacolato e senza sconfitte. Una sconfitta contro un buon avversario può insegnare molto di più di dieci vittorie con dieci collaudatori.
-Verissimo. Personalmente ho imparato moltissimo dalle mie sconfitte. La prima, in Ucraina, mi ha fatto crescere molto e mi ha dato la consapevolezza del pugile che sono adesso. Anche il mio ultimo match in Francia è stato determinante, e mi ha dato grande entusiasmo. Mi trovai di fronte a un grande ambiente, a un avversario preparato perfettamente, che fece un peso perfetto e un match importante. Ripeto sempre che contro Tachour feci una guerra nucleare avendo a disposizione solo arco e frecce, perché lui fu superiore a me, ma il verdetto ai punti non mi penalizzò (117-112 e doppio 116-112, ndr) e mi ha davvero insegnato moltissimo, mi ha fatto vedere di come e dove potevo crescere atleticamente, nell'entusiasmo e nella convinzione dei miei mezzi. Guarda per esempio il mio amico Vairo Lenti, che prima di affrontare Picardi per il titolo italiano aveva un curriculum con molte sconfitte rispetto ai match disputati e tutti lo davano per battuto. Invece Vairo ha vinto e anche in maniera meritata. Il dover per forza evitare la sconfitta per un pugile è un falso problema. In carriera vanno accettati tutti gli incontri, tutti gli avversari, solo così si può crescere. E questo lo si può fare anche traendo insegnamento da una sconfitta. Io almeno cerco di farlo.
-Dopo questo match quali sono le tue intenzioni a breve scadenza? Cercare di ripetere la strada che ha già percorso Magnesi verso il mondiale IBO o intraprendere altre strade?
-Valuterò insieme al mio staff, a Stifani, ai miei amministratori cosa dover fare. Se difendere questo titolo oppure se fare altro. Non ho fretta, però sono davvero entusiasta di quello che faccio, della mia condizione, della convinzione che ho maturato. Per questo devo ringraziare molto, oltre a Francesco Stifani che continua a seguirmi nonostante tutti gli impegni che ha con la Nazionale juniores, Rosanna Conti Cavini, Monia Cavini, Fabrizio Corsini, e certamente mio padre.
Andrea Bacci