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Di Silvio vuole rivincere il titolo italiano per alimentare i suoi sogni

QUATTRO CHIACCHIERE CON PASQUALE DI SILVIO

Di Silvio Pasquale activa

Pasquale Di Silvio (20-9-2, 6 ko), romano trentottenne, è uno dei vecchi leoni della boxe italiana dell’ultimo decennio. E’ vero che non vince un match da due anni ma, nonostante questo, oltre che essere sfidante al titolo dell’Unione Europea, il prossimo sabato 21 ottobre in quel di Pordenone nella riunione della Boxe Loreni  cercherà di conquistare addirittura per la quarta volta il titolo italiano dei pesi leggeri contro Francesco Invernizio (dodici anni più giovane di lui). Le altre volte Di Silvio si era portato a casa la cintura battendo Fiorletta nel 2008, Focosi nel 2013 e Acatullo nel 2015. In mezzo tante sfide con un titolo in palio, ben tredici, tra cui il match per il titolo Europeo (contro Marsili) e altre cinture internazionali minori e pure in giro per l’Europa. Insomma quasi all’alba dei quarant’anni “El Puma”, come è detto dai suoi tifosi, è tutt’altro che sazio.

-Pasquale, cosa spinge un uomo di quasi quarant’anni a continuare a fare il pugile in Italia?

-Certamente non i soldi! Si va avanti con la passione, che è tanta, con la sfida verso sé stessi. Certo, se tutti i sacrifici fossero ricompensati anche dal denaro si vivrebbe meglio anche la passione. Però il supporto economico non c’è e bisogna guardare avanti lo stesso. Io personalmente sono molti anni che ci sono dentro, poi ho il mio maestro Mario Massai che quotidianamente mi stimola ad continuare nonostante tutto.

-Cosa sai del tuo avversario di Pordenone?

-Invenizio l’ho visto combattere tempo fà contro Sandon. E’ un ragazzo giovane che sarà certamente agguerrito perché si trova davanti a una grande occasione. Noi però siamo preparati, già pronti a combattere e a vincere.

-Quanto ti ha condizionato il cambio di avversario?

-Un po’, certamente. Festosi con cui avrei dovuto combattere è un pugile diverso da Invernizio. Il primo viene dentro costantemente, l’altro fa tanto movimento ma accetta anche gli scambi.

Di Silvio con Massai di Spalle

-Parliamo un po’ delle tue esperienze all’estero. Tra Finlandia, Belgio e Inghilterra ti sarai fatto un’idea di come è vissuta la boxe in giro per l’Europa…

-All’estero cambia del tutto la prospettiva. Ci sono sponsor, ci sono le televisioni, palazzetti enormi con il tutto esaurito. Per non dire dell’organizzazione, sempre perfetta fin nei minimi particolari. In Italia manca tutto, dagli sponsor alla visibilità mediatica e all’attenzione del pubblico. Ormai sono parecchi anni che siamo abituati a questa situazione e quasi nessuno fa nulla per far cambiare le cose.

-Guardando indietro nella tua carriera, pensi che ci sia stato qualcosa che avresti potuto fare meglio di come hai fatto?

-Sicuramente nei match all’estero contro Tatli, Dodd e Patera avrei potuto dare di più, così come nel match per il titolo Europeo contro Marsili. Quello fu un grande match, mi mancò davvero poco per vincere. Ora vedremo un po’ come si prospetta il futuro. Faccio questo titolo italiano poi sono sfidante al titolo dell’Unione Europea, ma ho ancora un sogno nella mia carriera, portare a casa l’Europeo vero e proprio.

-Chi devi ringraziare?

-La mia famiglia, mia moglie in particolare. Poi il mio manager Marcello Paciucci che sono dieci anni che non smette di credere in me, il mio primo maestro Eugenio Agnuzzi e quello attuale, Mario Massai.

-Fammi qualche nome di pugili italiani giovani su cui poter puntare.

-Michael Magnesi sicuramente. Ma anche Forte e Lomasto sono ragazzi che possono fare grandi cose. I pugili bravi in Italia non mancano, devono essere solo supportati economicamente.

-Per concludere me le spendi due parole per i tuoi cugini, Spada e Di Rocco?

-Domenico è campione italiano, aspetta di difendere il titolo poi riprovare a fare qualcosa d’importante. Michele credo debba andare ancora a combattere in Russia. In passato hanno vissuto esperienze importanti, soprattutto Di Rocco avrebbe potuto fare molto di più. Ma ancora, come me, non mollano.

Andrea Bacci

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