di Domenico Paris

Con un sorprendente ko alla seconda ripresa inflitto all’ex detentore Fabio Tuiach sul ring di Montichiari, l’avezzanese Ivan Di Berardino si è laureato campione italiano dei pesi massimi, riportando nella Conca del Fucino una cintura che mancava da quasi trent’anni (precisamente dal 14 luglio 1989, quando Cesare Di Benedetto la conquistò sconfiggendo alla quarta ripresa Stefano Vassallo).

La prima domanda è quasi d’obbligo: ti aspettavi una soluzione così rapida?

Mi ero preparato per arrivare sino in fondo, però già verso la fine della prima ripresa ho avuto la sensazione che Tuiach non tenesse bene i miei colpi. Un’impressione che ha avuto anche il mio maestro Ivan Fiorletta, che durante l’intervallo tra il primo e secondo secondo round mi ha invitato ad andare dentro con maggiore decisione. Ho forzato ed è andata bene.

Quando l’arbitro ha decretato il fuori combattimento del tuo avversario, ti abbiamo visto piangere. Qual è stato il tuo primo pensiero?

Che finalmente, dopo tanti sacrifici e dopo i primi due tentativi di conquista del tricolore con Cardillo andati male, il mio momento era arrivato. È stata un’autentica esplosione di gioia. Quando ho visto le braccia dell’arbitro segnalare lo stop, non riuscivo quasi a crederci.

Ecco, rispetto ai due tentativi contro il pugile di Cassino, cosa è cambiato? Hai svolto una preparazione differente, hai avuto un approccio mentale diverso?

Abbiamo cambiato diverse cose dal punto di vista tattico. In quelle due circostanze, ho provato a giocare le mie chances cercando subito di trovare una soluzione di forza, mentre a Montichiari sono salito sul ring con l’idea precisa di ragionare e rendermi bene conto delle mosse del mio avversario prima di attaccare. Ed è stata una fortuna, perché ho intuito, come accennavo prima, che non riusciva a tenere bene i miei colpi e che lasciava diversi spazi vuoti nella sua guardia. Sono quindi riuscito a piazzare dei colpi piuttosto pesanti, imponendogli il conteggio. Quando poi il match è ripreso, non mi sono precipitato su di lui all’arma bianca ma ho continuato a cercare gli spazi giusti, trovandoli senza correre nessun rischio. Dal punto di vista fisico, credo che in questa vittoria abbia avuto un peso, fondamentale il grande lavoro di potenziamento muscolare e sulla forza che ho svolto negli ultimi due mesi e che già aveva dato ottimi frutti nel precedente incontro con Romano. È stata una scelta molto azzeccata e decisiva per una vittoria che mi ripaga dalla delusione seguita alla sconfitta con Cardillo, le cui proporzioni, comunque, continuo a non condividere.

Adesso quali saranno i tuoi prossimi impegni?

Proprio in questi giorni, il mio organizzatore Loreni sta cercando di sondare il terreno per un internazionale WBC o WBO. Vediamo se la cosa riesce ad andare in porto, altrimenti combatterò di nuovo e con piacere per il tricolore, sia per una difesa volontaria che per quella ufficiale.

Durante il match di Montichiari, abbiamo visto al tuo angolo un secondo molto particolare. Ce lo puoi presentare?

Sì, con piacere, è mia figlia Giulia. È sempre con me, sia durante la fase della preparazione che quando combatto. È la ragione stessa della mia esistenza, la luce dei miei occhi. Tutto quello che faccio, dentro e fuori dal ring, lo faccio per lei. Questa vittoria è sua, anche se non posso esimermi dal fare una dedica particolare anche al maestro Fiorletta, che dal 2014 mi segue con un affetto e una competenza straordinari e ha sempre dimostrato di credere in me, nelle mie possibilità di pugile e prima ancora di uomo.

Nato ad Avezzano il 16 marzo 1982
Vive: ad Avezzano
Soprannome: Nervoso
Altezza: 1.91
Peso: 108 kg
Record: 9-1-1 (6 ko)
Titolo: l'8 dicembre batte per kot 2 Fabio Tuiach al PalaGeorge di Montichiari e diventa il nuovo campione italiano dei pesi massimi
Esordio: 6 giugno 2014 (+kot 1 Nicola Rota)