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Acatullo chiede la rivincita, Kaba pronto a concederla

Rispetto e orgoglio da parte dei due guerrieri che sabato a Bologna hanno dato vita, in un match senza titolo, ad una sfida appassionante e di straordinaria intensità. Il superleggero di Bologna ha centrato la decima vittoria di fila e il 24 maggio a Mantova si batterà per il titolo del Mediterraneo WBC
 Quartarone a Bologna
di Maurizio Roveri
Sette anni fa, la sera del 2 marzo 2012, vidi un combattimento di straordinaria intensità emotiva e drammatica. Mi riferisco alla sfida fra Simone Rotolo e Matteo Signani. In palio il titolo italiano dei pesi medi. Al Seven Sporting Club di Savignano sul Rubicone, nel cuore della Romagna. Ricordo che quella battaglia - perennemente in bilico fra tecnica, tattica, coraggio e orgoglio - esaltò Nino Benvenuti che faceva da commentatore tecnico per la diretta della RAI.
Sabato a Bologna, nella palestra della Bolognina Boxe talmente gremita che non sarebbe passato neanche uno spillo, mi è parso di rivedere l’intensità e il pathos di quell’eccitante combattimento di sette anni fa.
Non c’era un titolo in palio, stavolta. Però c’erano - come allora - due valorosi guerrieri italiani. Che hanno creato emozioni forti. Otto round senza un attimo di pausa per riprender fiato. Il match che Arblin Kaba e Francesco Acatullo sono stati capaci di produrre, sul ring bolognese, credo che avrebbe entusiasmato anche platee ben più importanti come quelle inglesi e americane. 
Hanno fatto la guerra, fra le sedici corde della Bolognina Boxe, Arblin “Il Lupo” e Frank “la Tigre di Caivano”. Hanno fatto capire al pubblico presente che cos’è la boxe. Sport duro, di sofferenza, di sacrificio, di umiltà, dove ci vuole cuore e coraggio, passione e carattere, ma anche lucidità e apprezzabile tecnica. Solidità fisica e mentale. E tanta resistenza: ai colpi, al dolore, alla fatica. Tutto questo lo hanno fatto vedere, Kaba e Acatullo. 
Valorizziamo il pugilato italiano! Viene spontaneo esclamarlo dopo avere visto e ammirato un match di questo tipo. 
 
Bologna 3 9 marzo
 Un destro di Kaba allo stomaco (Foto Bonaga Communications)
 
 
Ha vinto Arblin Kaba, centrando la decima vittoria in dieci incontri da Professionista. Francesco Acatullo è stato un avversario valorosissimo. I giudici hanno assegnato 2 punti al pugile di Bologna. Per me, e per Massimiliano Duran ch’era seduto al mio fianco a bordo ring, c’era 1 solo punto di differenza.
Uno o due punti, la sostanza non cambia. Il successo del pugile allenato da Paolo Pesci (maestro della Boxe Le Torri) è meritato. Nessuno lo mette in dubbio. Come nessuno può avere dubbi sull’energica e intensa prestazione di Acatullo. Che sul ring di Bologna ha prodotto uno dei match migliori della sua carriera. Il pugile napoletano ha accettato di venire a Bologna e affrontare Kaba a casa sua. Si è battuto come una tigre. Ha perso di stretta misura ma esce ingigantito da questo combattimento. Non è (e non deve essere) un passo indietro in classifica. Una prestazione così merita rispetto. Giustamente, logicamente, come leggerete più avanti nelle interviste, Francesco Acatullo chiede ad Arblin Kaba la rivincita. In campo neutro. Magari a Mantova, dove il pugile di Bologna è già nel programma d’una grande notte di boxe il prossimo 24 maggio.
Acatullo negli anni scorsi (2015 e 2016) ha avuto l’opportunità di battersi tre volte per il titolo italiano. Ha sempre perso. Però adesso, a 31 anni, “Frank la Tigre di Caivano” ha raggiunto la piena maturità tecnica, fisica e tattica. Ha esperienza e la sa sfruttare. Ha trovato una bella armonia con i maestri che lo stanno ora allenando: il mitico Patrizio Oliva e il bravo Bruno Valente. Dunque, c’è da credere che Acatullo possa - d’ora in poi - dare il meglio. Va tenuto in considerazione.
Per la prima volta ho visto Arblin Kaba faticare veramente. E anche soffrire. In difficoltà no, neanche in affanno. Costretto tuttavia ad un match difficile, complesso, dispendioso fisicamente e soprattutto mentalmente. 
Kaba ha sofferto perchè per la prima volta ha incontrato un vero avversario”, racconta Frank la Tigre di Caivano. Giusto. Indiscutibilmente Acatullo è il più quotato, il più solido e smaliziato fra i dieci pugili affrontati fino ad ora dal superleggero di Bologna. E’ ciò che avevo scritto in sede di presentazione. Si annunciava vibrante e gonfio di insidie, questo match. Così è stato.
Spiega Acatullo: “Nessuno dei pugili che Kaba aveva incontrato prima possiede l’esperienza mia. In carriera ho incontrato diversi pugili di valore, ho combattuto tre volte per il titolo italiano. Io sono venuto a Bologna per fare la guerra. E per vincere. Ci sono andato vicino. Volevo dimostrare a Kaba che aveva di fronte a sè un grande pugile con un grande cuore. Ho perso una battaglia, ma non ho perso la guerra”.
Acatullo rilancia la sfida. Chiede la rivincita a Kaba. Sente di poterlo superare. “Se il 24 maggio lui incontrerà me per il titolo del Mediterraneo, sarà un match strepitoso. Sì, gli chiedo se può accettare questa sfida. Lui è stato bravo, ha vinto con merito, è giovane, ha 24 anni, ha le possibilità per crescere e maturare attraverso combattimenti impegnativi e duri. Deve incontrarmi di nuovo, se vuole crescere. Mi complimento con Kaba perchè è stato bravissimo. Però se lo ritrovo per un titolo, e sulla distanza delle 10 riprese, andrà diversamente…”.
Kaba-Acatullo II la sera del 24 maggio? In verità, per quella data è stato progettato già da tempo il confronto fra il superleggero di Bologna e Mohamed Khalladi per il “Mediterraneo” WBC. In una serata tutta italiana di grande boxe che prevede anche  il titolo italliano della stessa categoria di peso, quella dei superleggeri, fra il campione in carica Massimiliano Ballisai e lo sfidante Luciano Randazzo. E’ in questa direzione che gli organizzatori stanno lavorando.
Di sicuro la boxe metterà in scena un evento speciale nell’anno di Mantova “Città Europea dello Sport”. Sarà una serata pugilistica che nasce dalla collaborazione di Francesco Ventura (manager di Arblin Kaba) con la Boxe Loreni che gestisce la carriera di Ballisai (ma anche di Francesco Acatullo). Ufficialmente, per la FPI, sarà Mario Loreni il promoteur dell’interessantissimo appuntamento del 24 maggio. Che avrà una location suggestiva: il bellissimo Chiostro dell’800 dove ha sede il Centro Culturale Gino Baratta (Biblioteca e Mediateca), che in origine era sede dell’Ospizio di Sant’Antonio e successivamente usata (dal 1872) come area del Macello Comunale.
Mi auguro che Loreni mi dia la possibilità di battermi per questo titolo”, è la speranza-preghiera della Tigre di Caivano al suo manager.
Io sto crescendo match dopo match. Sul ring di Bologna ho dimostrato di sapermi battere con tutto il cuore. Rispetto a quelle tre volte che nel 2015 e 2016 ho combattuto per il Tricolore, mi sento più sicuro, ho acquisito esperienza, sono maturato. L’ultima volta che sono salito sul ring per il titolo italiano è stato contro Lomasto il 12 novembre 2016. Persi ai punti, di stretta misura. Se lo incontro adesso, lo batto sicuramente. Il campione in carica dei superleggeri è Ballisai, l’ho già incontrato. Potrei affrontarlo anche domani, senza alcun timore. Sono pronto anche a sfidare di nuovo Andrea Scarpa, Pasquale Di Silvio, Gianluca Ceglia. Non ho problemi. Perchè questo è il pugilato: si vince, si perde, si fanno le rivincite”.
 
BOLOGNA 2 9 marzo
 Arblin Kaba attacca Francesco Acatullo (Foto Bonaga Communications)
 
 
E Arblin Kaba che dice? Accetta di concedere la rivincita a Francesco Acatullo?
Arblin “Il Lupo” ha dovuto stringere i denti, sabato scorso. Però è stato bravo ad uscire fuori dalla boscaglia insidiosa trovando le risorse fisiche e mentali per aggiudicarsi alla grande l’ottavo e ultimo round. In certi momenti di un combattimento dispendioso e di non semplice interpretazione, Kaba ha sofferto. Dimostrando di saper soffrire, di non disunirsi, di conservare quell’autocontrollo e quella saldezza di nervi che sono le sue più importanti risorse, oltre alla fisicità.
Sono contento della mia prestazione. Contro un avversario valoroso, più esperto. Sono partito bene, facendo la mia boxe. Ho fatto un lavoro perfetto per i primi tre round, ho boxato facendo prevalere la mia superiorità tecnica. Lui per tre riprese non è riuscito a toccarmi neanche una volta. Poi, Francesco Acatullo ha cambiato strategia, ha messo in campo tutta la sua esperienza, le astuzie. Ha cominciato a mettere ostacoli davanti ai miei occhi e alle mie azioni. Non scorrettezze, però un certo ostruzionismo, usando i trucchetti del mestiere. Mi legava, non mi permetteva di fare il mio pugilato. Un lavoro un po’ sporco nei corpo a corpo, e io lì ho peccato di inesperienza. Acatullo è stato abile nel limitare per un certo periodo le mie potenzialità. Gli debbo dare il merito di avermi quasi annullato per tre round. All’ottava ripresa sono venuto fuori in maniera energica, riprendendo in pugno il match. L’ho messa sul piano fisico e lì sono di un livello superiore. Lui ha accusato un mio assalto quando l’ho portato alle corde e per un attimo ha piegato le ginocchia. Sono soddisfatto perchè, in un match difficile, ho preso pochi pugni. E’ importante sapersi proteggere”.
Acatullo chiede la rivincita…
Kaba non si scompone e risponde senza esitazioni. “Quando vuole la facciamo, per un titolo o anche senza nulla in palio. Io sono pugile per passione, principalmente. E per spirito sportivo. Dunque, non sono uno che dribbla una sfida o che si tira indietro. Pertanto, nel caso che Acatullo volesse una rivincita, che sia a casa sua o che sia per un titolo, io sono disponibile. Però non dipende soltanto da noi. Ci sono i procuratori che lavorano per gestire le nostre attività, ci sono dei progetti, delle programmazioni, delle strade da seguire. Vedremo”.
Entro la fine del 2019 Arblin avrà la chance tricolore?
Dati alla mano, direi che è quasi certo”, risponde Kaba. Concedendosi una riflessione: “Non è un caso che io sia stato inserito nella grande riunione del 24 maggio a Mantova, nella stessa riunione del titolo italiano dei superleggeri. Cioè della mia categoria di peso. Metti che accada un contrattempo e che uno dei due pugili interpreti del titolo italiano si renda indisponibile, ad esempio per infortunio, potrei essere io a rimpiazzarlo”.
Kaba, già collocato al numero 4 da BoxRec nella graduatoria italiana dei superleggeri, dopo il successo su Acatullo dovrebbe salire ancora.
Dieci match, dieci vittorie. Decisamente interessanti e promettenti i primi due anni da Professionista… 
Arblin, te l’immaginavi così vertiginoso questo inizio?
Non voglio peccare di presunzione, ma non ti nego che un po’ me l’aspettavo. Nel senso che quand’ero dilettante ho avuto le mie soddisfazioni e penso d’avere fatto cose dignitose. Però sulla distanza dei tre round non potevo esprimermi al meglio. Sapevo che il pugilato professionistico sarebbe stato più adatto alle mie caratteristiche, al mio modo di boxare, alla mia resistenza. Il Professionismo è nelle mie corde. Quando posso metterla sul piano fisico, non ce n’è per nessuno. Mi sono divertito in questi anni. Ho lavorato duro in palestra, tutti i giorni. Fatica e sacrifici. Ma va bene così, li accetto, li sopporto, altrimenti non avrei scelto la boxe. Ovviamente un pugile non vince da solo. Dietro a questi primi miei 10 successi c’è tutto il lavoro professionale di un team. In particolare il successo di sabato scorso contro Acatullo non sarebbe mai stato possibile senza il gruppo di lavoro che mi segue e mi aiuta a migliorare, a crescere: i miei maestri  Paolo Pesci e Antonello Pal, il mio preparatore Olmo Fish e i miei compagni di allenamento. E poi il tifo dei miei amici e dei miei fans che mi hanno dato la carica per non mollare fino alla fine. Non si vince mai da soli”.
Dal giorno del debutto Pro, il 26 dicembre 2016, Arblin Kaba detto “Il Lupo”, ha sconfitto in sequenza: Fabio Selvaggio per squalifica, Lorenzo Calì ai punti, Mirko Marchetti ai puntii, Riccardo Battisti per KOT al primo round a Terracina, Milovan Dragojevic ai punti, Dimitrije Djordjevic ai punti, Gaetano Guttà per kot al primo round a Mantova, David Afonso Pereira ai punti (si andò alla lettura dei cartellini dopo che una ferita rese impossibile al francese proseguire, in realtà quel verdetto sarebbe dovuto essere KOTC), Tamaz Avdiev ai punti, Francesco Acatullo ai punti. 
L’aspra battaglia fra Kaba e Acatullo sul ring della Bolognina Boxe è stata nobilitata dalla presenza di un arbitro d’eccezione, il referee internazionale Giuseppe Quartarone. Che ha diretto in maniera magistrale. 
Bologna 9 Marzo
 
Una fase di Chiochiu contro Zgurean (Foto Bonaga Communications)
Nell’altro combattimento professionistico della serata bolognese di sabato Petru Chiochiu ha vinto il “derby moldavo” dei supermedi con Pavel Zgurean. Si respirava aria da knock out fin dall’inizio. Pugni pesanti, colpi che s’incrociavano velenosamente. La struttura fisica del ventitreenne Zgurean (compagno di palestra di Kaba alla Boxe Le Torri) si faceva preferire. Ma Pavel era al rientro dopo nove mesi. Una sosta che gli ha fatto perdere qualcosa sul piano del tempismo dei riflessi, dell’occhio. Il pugile di Bologna non lo ha visto arrivare. Non lo ha visto proprio arrivare quel malefico destro, corto e veloce, di Chiochiu che si è stampato sulla tempia. Zgurean è crollato al tappeto. Da pugile giovane, solido, orgoglioso, si è rialzato. Anche con una certa lucidità. Ma ai primi passi, le gambe sono apparse subito in equilibrio instabile. E saggiamente l’arbitro Mordini non ha neppure cominciato il conteggio e ha fermato Zgurean. Decisione inevitabile. L’arbitro ha immediatamente capito che il ragazzone del maestro Pesci non era in grado di proseguire. Ironia della sorte. Nove mesi fa, nella stessa palestra della Bolognina Boxe, Pavel Zgurean aveva vinto per knock out demolendo un giovane slavo. Ritornando sullo stesso ring, è toccato a lui stavolta conoscere la sofferenza e il dolore di un KO subìto. Stava combattendo bene, con determinazione, pur con una guardia “rivedibile”. Era presumibilmente in vantaggio. Dopo un paio di round nei quali ha lavorato egregiamente con il lungo diretto sinistro, Zgurean non è riuscito più a mantenere la media distanza, l’adrenalina lo ha spinto ad un match da vicino. Andando nel campo di battaglia di Petru Chiochiu. Il ventinovenne moldavo residente a Monselice (buon prodotto della Boxe Cavarzere-Chioggia) è più basso, ma compatto e veloce. Decisamente pericoloso alla corta distanza. Quel colpo alla tempia con il quale ha risolto il combattimento è stato portato con tempismo, rapidità e precisione. 
Zgurean adesso deve reagire. Ha il carattere per farlo. E’ giovane, ha fisico, anche una certa potenza, tante cose da imparare ancora e dunque, teoricamente, ampi margini di miglioramento.
Apprezzabile il contorno dilettantistico. In particolare, ho ammirato la bella boxe e la pulizia tecnica dei due ragazzi più giovani. I 64 chili Fabio Zambon (Cavarzere-Chioggia), 15 anni, e Kevin Mustafaj, 17 anni, della Boxe Le Torri Bologna, hanno dato vita ad un match di qualità come è abbastanza raro vedere da giovani pugili di quell’età. Ha vinto ai punti Mustafaj, per la fisicità e per l’istinto naturale. Però complimenti al ragazzo veneto, un quindicenne di buona impostazione tecnica, sempre molto composto, interessante interprete d’una boxe pulita ed essenziale. 
Oltre a Quartarone (che ha diretto il match clou della serata) hanno arbitrato e giudicato bene Gianluca Scorzoni, Massimo Mordini, Christian Giannerini.
I RISULTATI
DILETTANTI
Kg 69: Pietro Guidetti (Sempre Avanti Bologna) batte Samuel Cambareri (Bolognina Boxe) ai punti.
Kg 66: Marco Cegion Boscolo (Boxe Cavarzere-Chioggia) batte Mario Missoni (Boxe Le Torri Bologna) ai punti.
Kg 75: Nicholas Chiaramonte (Team Bruzzese Galliera) batte Lorenzo Tomasi (Bolognina Boxe) ai punti.
Kg 64: Kevin Mustafaj (Boxe Le Torri Bologna) batte Fabio Zambon (Boxe Cavarzere-Chioggia) ai punti.
Kg 60: Federico Tocchi (Bolognina Boxe) batte Hasni El Mahdi (Accademia Pugilistica Modenese) ai punti.
PROFESSIONISTI
Pesi supermedi: Petru Chiochiu (Monselice, kg. 75) batte Pavel Zgurean (Bologna, kg 78) per KO alla quarta ripresa. Arbitro Mordini.
Pesi superleggeri: Arblin Kaba (Bologna, kg. 64,100) batte Francesco Acatullo (Caivano, kg. 63,100) ai punti in 8 round. Arbitro Quartarone.
 

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