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Boxe&Dintorni

Irma, Giordana, Angela e Rebecca...Soli voi potete limitare il tonfo azzurro a Tokio!

GalassiDavide

La piccola storia del pugilato italiano dice che

che il primo a riservare la copertina di Boxe Ring nel 2004 a due ragazze (Simona Galassi e Marzia Davide, divenute campionesse d'Europa) fu il sottoscritto e venne persino mostrata in Rai Sport, tant'era clamoroso il fatto per quei tempi. Il primo a dedicare poi un libro alla boxe "rosa" nel 2015 (Donne da Ring), fu egualmente il sottoscritto. Una breve premessa per sottolineare quanto mi sia sempre stato nel cuore il pugilato femminile e per legittarmi quindi a scrivere quanto segue...

Gualtiero Becchetti

Solo quattro ragazze, le brave Irma Testa, Giordana Sorrentino, Angela Carini e Rebecca Nicoli, parteciperanno tra un mese e mezzo ai Giochi a Cinque Cerchi di Tokio in rappresentanza del pugilato tricolore, quello delle 48 medaglie olimpiche. Le speranze di riuscire a galleggiare sono quindi aggrappate disperatamente alla boxe femminile, ammessa alla massima competizione appena 9 anni fa...Il pugilato maschile invece, disciplina olimpica da 117 anni, per la prima volta nella storia non vedrà sul ring un italiano.

L'Italia! La Nazionale che con i propri atleti, a partire dalla prima raggiunta ad Anversa 1920, ha conquistato 15 ori, 16 argenti e 17 bronzi, ponendosi al quarto posto della storia di sempre come risultati ottenuti, dietro a USA, Cuba, Gran Bretagna e davanti addirittura all'Urss! L'Italia, in cui per qualcuno tutto va a meraviglia e la boxe sta vivendo un trionfale rinascimento! L'Italia, che nel 1964 andava proprio ai Giochi della medesima capitale giapponese per portarsi a casa gli ori di Nando Atzori e Cosimo Pinto, i bronzi di Bepi Ros e Franco Valle, mentre oggi deve puntare tutto sulle sue ragazze in partenza per il Sol Levante, perché gli uomini non ci saranno, salvo miracoli più legati a complicati calcoli regolamentari che non ai risultati agonistici. L'Italia di Nino Benvenuti, Maurizo Stecca e Giovanni Parisi e tanti altri indimenticabili che ancora tutti ricordano, compresi coloro che di pugilato non sanno nulla!
L'Italia che oggi s'accontenta di esserci...Sì, s'accontenta di esserci, orfana degli eredi di un secolo di trionfi.
Non resta che accendere una candelina e recitare rosari a ripetizione affinché Irma, Giordana, Angela e Rebecca si mettano al collo qualche medaglia per attenuare il più grande tonfo pugilistico della nostra storia, con conseguenze d'immagine e di sostanza a cui è meglio nemmeno pensare. E comunque, sia chiaro, la "cicatrice" dell'assenza degli azzurri ai Giochi resterà permanente e (c'é da scommettere) senza responsabili. Come sempre in Italia.
Mondiali e Olimpiadi a livello dilettantistico. Europei e Mondiali a livello professionistico. Questi i soli titoli internazionali che davvero contano e interessano i media e l'opinione pubblica. Il resto sono folklore o poco più. Lo sanno, lo sapevano e lo sapranno sempre i veri conoscitori e amanti del pugilato. Quelli che, capaci di scrivere almeno "boxe" con la "e", non confondono il campionato del condominio o il torneo del dopolavoro con i traguardi di reale valore.
Quelli che capiscono l'abissale differenza tra i match veri e le esibizioni da fiera e da video-game.
E' la natura che regala con parsimonia ad ogni sport gli atleti di talento.
Poi sono i tecnici che li modellano, la dirigenza che traccia loro la giusta rotta, l'opinione pubblica che li riconosce infine quali VERI campioni.
Se uno di questi tre elementi basilari viene meno, tutto entra in crisi. Se poi addirittura tutti e tre non rispondono alle esigenze per svariati anni, accade quello che sta accadendo ed é accaduto. C'è voluto tanto tempo a ridurre la boxe italiana com'è adesso. Probabilmente ne servirà altrettanto per riportarla ai fasti di una volta, sempre che sia ancora possibile.
Ma dopo Tokio non saranno più rinviabili interventi urgenti, coraggiosi, competenti, innovativi, proiettati verso il futuro e soprattutto caratterizzati dal coraggio anche di potere sbagliare. Sì, sbagliare. Perché quando si crea é probabile talvolta sbagliare. Ma meglio sbagliare che restare afflosciati in una silenziosa e rassegnata immobilità il cui esito é scontato: il tramonto irreversibile nell'indifferenza di tutti.
Chi ha parlato dell'assenza dei pugili italiani alle Olimpiadi? Quattro gatti.
Eppure venti o trent'anni fa sarebbe scoppiato il finimondo per un evento di tale nefasta portata.
Ma alla gente ormai non gliene frega più niente di qualcosa che é oggi quasi invisibile. Ai giornali e alle televisioni ancora meno...
Ed é questo il campanello d'allarme più terribile che nessuno sente.
O finge di non sentire.
In ogni caso, petto in fuori e schiena dritta, Italia! Vada come vada, comunque salva almeno l'onore...

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