Pugile di talento, personaggio istrionico, padre di due campioni. Vinse l'europeo in un'epoca in cui conquistare quel titolo voleva dire tantissimo...

Mi è capitato di leggere su questo sito, un articolo di Gualtiero Becchetti, un appassionato ricordo del grande Carlo Duran scomparso ormai da oltre vent’anni.  Era un personaggio straordinario che non lasciava certo indifferenti, e subito mi sono tornati in mente alcuni episodi,  con lui protagonista, che ho vissuto ed altri che mi sono stati raccontati da persone a lui vicine. 
Gran bel pugile, dominò la scena europea dei pesi medi a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta ai tempi in cui un titolo d’Europa significava ottenere  un risultato eccezionale. Memorabile una sua presunta battuta, quando a fine carriera, dopo aver subito un knock down durante un match valido per il titolo continentale, mentre cercava sul tappeto il paradenti, al suo manager che gli chiedeva cosa stesse facendo, rispose prontamente: “Sto cercando il titolo europeo!”. 
Carlo, oltre ad essere un bravissimo pugile, ha avuto la fortuna di avere una splendida famiglia con due figli anch’essi pugili: Alessandro e Massimiliano.  
“I ragazzini”, come lui li chiamava con un inconfondibile accento argentino, in tempi diversi, gli hanno regalato grandi soddisfazioni sportive.  Di aspetto burbero e spesso quasi aggressivo, era in realtà una persona dal cuore d’oro e di eccezionale lealtà . Un personaggio unico e difficile da dimenticare.
Si avvicina il momento in cui la Lega Pro Boxe sostituirà di fatto la FPI, sempre più invischiata nel controverso professionismo dell’AIBA. Mi pare  di cogliere tante buone intenzioni, ma la realtà sembra molto dura da modificare. L’assenza ormai cronica di gruppi televisivi disposti ad investire sul pugilato credo sia un macigno troppo difficile da spostare. Mi auguro per il bene di questo sport di assistere presto ad un’inversione di tendenza ma, per ora segnali non ne vedo. 
Purtroppo i pugili migliori del nostro professionismo sono prossimi oppure hanno già  superato i 40 anni. Questi sono segnali inquietanti, ma sono convinto che se i protagonisti del nostro movimento riusciranno caparbiamente a restare a galla, qualcosa di positivo potrebbe prima o poi accadere.