New York, Ottobre 1950: Alfonso Teofilo Brown viene trovato privo di sensi all’angolo della 42° Strada. Trasferito al Sea View Hospital di Staten Island vi morirà sei mesi dopo senza essersi più ripreso. Tossicodipendente, senzatetto, è stato famoso per qualche tempo in Francia per essere stato l’amante del poeta e drammaturgo Jean Cocteau, ballerino di tip tap nello spettacolo “La Revue Negre” di Josephine Baker, nonché cantante ballerino nei cabaret parigini degli anni trenta.
Ed è famoso in tutto il mondo per essere stato per sei anni il campione del mondo dei pesi gallo (Giugno 1929 - Giugno 1935) con il nome di Panama Al Brown, IL PRIMO CAMPIONE DEL MONDO DELL’AMERICA LATINA.
Alfonso Teofilo Brown nasce a Colon, Panama, il 5 Luglio 1902, figlio di Esther Lashley, donna locale colonese, e di Horace Brown, schiavo emancipato del Tennessee, fuggito dalle leggi razziali Jim Crow degli Stati del Sud per lavorare nel canale di Panama. Horace muore quando Alfonso ha tredici anni, lasciando la moglie, che lavorava come donna delle pulizie, e i suoi sei figli in estrema povertà.
Per sostenere economicamente la propria famiglia il giovanissimo Alfonso trova lavoro presso il canale di Panama, alla US Shipping Board, ed è qui che conosce il pugilato guardando boxare i soldati americani. Frequenta una palestra locale e ben presto sul ring affronta i primi avversari, combattendo a livello amatoriale con il nome di Kid Teofilo. Magrissimo, alto 175 centimetri e capace di usare magnificamente il jab sinistro, sovrasta i pesi mosca locali fino alla conquista del titolo nazionale panamense.
Nel 1922, non ancora ventenne, è professionista. In patria i primi otto match (+7 =1), poi il primo Agosto 1923 il primo match al Velodrome di New York. Il suo nome ora è Panama Al Brown. Altissimo per la categoria, mosca prima e gallo poi, scala presto le classifiche; la rivista “The Ring” lo inserisce al terzo posto tra i mosca e al numero sei tra i gallo. Il 21 Maggio 1926 l’esordio al Madison Square Garden è un successo per KO al terzo su Teddy Silva, ma… il colore della pelle e presunte inclinazioni sessuali cominciano a rendere difficile la vita americana di Panama Al Brown. C’è una vignetta dell’epoca che lo ritrae altissimo e secco allampanato, circondato da pugili bianchi che lo esortano a lasciare per sempre gli Stati Uniti. Brown si allena duramente sotto l’attenta guida di Bill Miller, vince sul ring e spesso per KO, ma la sua carriera è frenata da ciò che l’America bianca e puritana vede in lui: un pugile gay con la pelle scura. E’ chiaro che in quella situazione Panama Al Brown non combatterà mai per il titolo.
Ogni sua esibizione sul ring è accompagnata da insulti omofobi e razzisti e ogni suo successo accolto da bordate di fischi. Eddie McMahon, promotore e socio amministratore del Commonwealth Sporting Club, gli suggerisce la Francia. A Parigi il pugile Panama Al Brown avrà molti meno problemi. E alla fine del 1926 Brown si trasferisce a Parigi, dove artisti di colore sono acclamati e dove l’omosessualità non è poi quel male terribile come lo è oltre oceano. Panama Al Brown adora la vita parigina e, nonostante le frequenti sbronze nei locali notturni e uno stile di vita stravagante, la serietà con cui affronta gli allenamenti giornalieri e il ring presto gli consegna fama di grande combattente e borse sempre più sostanziose. Il suo allenatore ora è Eugene Bullard. Tra il Novembre del ‘26 e il Dicembre del ‘27 dieci match: sette vittorie, un pari con il belga campione d’Europa dei gallo Henry Scillie, due sconfitte dubbie sempre con Scillie e con quella sorta di eroe nazionale che era Andre Routis (che nove mesi dopo andrà clamorosamente a prendersi il mondiale dei piuma nientemeno che contro Tony Canzoneri).
In un anno il nome di Panama Al Brown è conosciuto negli ambienti mondani parigini, si esibisce come ballerino nei cabaret e si vocifera sia uno degli amanti di Josephine Baker. Può permettersi il lusso di cambiare abito sei volte al giorno (voci del tempo) e di acquistare una lussuosa Bugatti. Per il mondiale è necessario il ritorno negli Stati Uniti e, seppur di malavoglia, Panama Al Brown torna negli USA. Dal Marzo 1928 cinque incontri e cinque vittorie, tre delle quali al Garden, l’ultima contro Kid Francis, che saliva sul ring con un fantastico +67 -2 =2 e il cui vero nome è Francesco Buonaugurio, nato a Napoli ma francese di nazionalità e residente negli USA da oltre un anno con grandi ambizioni mondiali. Il match con Kid Francis, svoltosi al Madison Square Garden il 13 Settembre 1928 sulle dodici riprese, fu in un primo momento dichiarato “mondiale” dall’NBA. Francis è favorito e l’NBA, che ha appena destituito Angelo Geraci “Bushy Graham”, lo vuole sul trono. La netta vittoria di Panama Al Brown scombina i piani della National Boxing Association che a ottobre emette un comunicato dichiarando invalidato il riconoscimento del match dalla propria egemonia e il titolo dei pesi gallo reso nuovamente vacante. Non è stata fornita alcuna comunicazione in proposito.
Rientro in Francia e quattro match a Parigi più un quinto a Madrid che è l’inizio di una trilogia con Domenico Bernasconi: il 29 Marzo 1929 un montante destro di Bernasconi ( nella foto )al quinto lo manda al tappeto: Panama Al Brown si rialza a stento, porta a termine le dieci riprese e viene dichiarato vincitore tra le proteste del pubblico. Il 18 Giugno 1929, al Queensboro Stadium di Long Island, nel Queens il suo avversario è lo spagnolo, da un anno residente a Philadelphia, Gregorio Vidal (+40 -5 =9, 10 KO). In palio c’è il mondiale NYSAC dei pesi gallo, reso anche questo vacante da Bushy Graham a Gennaio.
Panama Al Brown (+56 -7 =6, 25 KO) ha finalmente l’opportunità di mettere le mani sul titolo. Il dominio del panamense è totale; più alto e più veloce, il jab sinistro che buca continuamente la guardia dell’avversario. Al tredicesimo Gregorio Vidal, ormai allo stremo, va tre volte al tappeto. La campana lo salva e in qualche modo riesce ad arrivare al termine del quindicesimo round. Il verdetto a favore di Panama Al Brown è netto e unanime e, anche se l’NBA si affretta a comunicare la propria estraneità al match, la New York State Athletic Commission dichiara il panamense campione del mondo dei pesi gallo. Panama Al Brown è il primo pugile latino americano a riuscire nell’impresa. Quattro vittorie e una sconfitta contro il fuoriclasse futuro campione del mondo dei piuma e futuro Hall of Fame Battling Battalino, al secolo Cristoforo Battaglia, poi l’8 Febbraio 1930 la vittoria (squalifica per ripetuti colpi bassi) su Johnny Erickson, al secolo Angelo Azzolina nativo di Catania, convincono finalmente anche l’NBA a dichiarate Panama Al Brown campione del mondo universalmente riconosciuto. Undici match negli Stati Uniti senza titolo in palio tra Febbraio ed Agosto 1930, con 10 successi (uno su Domenico Bernasconi) e un pari contro Tommy Paul, che in realtà (guarda caso) si chiama Gaetano Alfonso Papa, poi il rientro a Parigi. Il primo match è una vittoria in quindici round contro il francese Eugene Huat, contro il quale conquista anche il titolo IBU, poi i numerosi match in giro per l’Europa, le due difese del titolo del mondo in Canada (con il norvegese Pete Sanstol, +80 -2 =5, e nuovamente Eugene Huat) e la sconfitta ai punti, senza titolo in palio, nella sua prima uscita in Italia, contro il fortissimo Vittorio Tamagnini al Palazzo dello Sport di Milano (25 Giugno 1932). Questo è però un triste periodo per Panama Al Brown, che ha la notizia della morte della madre e la diagnosi medica di sifilide, malattia dalla quale non c’è certezza sia mai guarito. Il quotidiano frequentare i locali notturni parigini lo porta inoltre alla dipendenza dall’oppio. Il secondo match italiano di Panama Al Brown, sempre al Palazzo dello Sport di Milano, è la difesa del titolo contro il campione d’Europa Domenico Bernasconi, terzo ed ultimo capitolo della trilogia. E’ il 19 Marzo 1933. E’ un verdetto controverso… al quarto round il panamense viene in un primo momento squalificato per un colpo sotto la cintura, poi inspiegabilmente il match riprende e il Panama Al Brown conquista un sofferto verdetto unanime in dodici round.
Difende il titolo ancora tre volte, poi ha inizio la parabola discendente. Nel 1934 il NYSAC lo sospende per non aver difeso il titolo contro il messicano Rodolfo Casanova, e subito dopo arriva la decisione dell’NBA di privarlo del titolo. Il primo Giugno del ‘35, alla Plaza de Toros di Valencia è l’idolo locale Baltasar Sangchili a detronizzarlo del titolo IBU, anche se pesano forti sospetti sul fatto che Panama Al Brown fosse stato drogato tramite bevande contenenti narcotico dal proprio stesso manager, corrotto dall’entourage dello stesso Sangchili. Tre mesi dopo la sconfitta ai punti nel match di rivincita con Pete Sanstol convince Panama Al Brown (+118 -17 =11, 49 KO) ad appendere i guanti al chiodo. Inizia qui la sua carriera artistica nei cabaret parigini, sei mesi come cantante e ballerino alla National Scala di Copenhagen, ballerino di tip tap e suonatore di sax al Caprice Viennoise. Panama Al Brown vive di notte e dorme di giorno, e alcool e droghe accompagnano la sua vita. E una sera, al Caprice Viennoise, incontra il famoso poeta francese Jean Cocteau.
Cocteau ( nella foto al centro a dx di Al Brown )in seguito descriverà così il loro incontro: -Quando ho incontrato Al era un impasto di stanchezza e disordine… uno straccio umano…”. Al Brown era divorato dall’oppio e dalla sifilide, dall’alcool e dai tranquillanti, ma agli occhi del poeta era ancora “un diamante nero in mezzo a tanta spazzatura”. Il rapporto con Jean Cocteau rigenera Al Brown a tal punto che il pugile riprende ad allenarsi. I traditori che lo avevano drogato nel match con Sangchili vengono messi da parte, e un nuovo Panama Al Brown, forte come prima, torna sul ring. E il rientro è clamoroso. Il 9 Settembre 1937, esattamente due anni dopo il suo ultimo incontro, a Parigi, mette KO al primo Andre Regis. Poi è la volta di Maurice Huguenin al terzo, Francis Augier al secondo, Joseph Decico ai punti e Young Perez al quinto. E il 4 Marzo 1938, al Palais des Sports di Parigi, conquista il vacante mondiale IBU dei gallo battendo ai punti in 15 durissimi round quel Baltasar Sangchili che lo aveva detronizzato tre anni prima in circostanze molto poco chiare (va ricordato che il “vero” campione del mondo allora era il portoricano Sixto Escobar).
Panama Al Brown sembra non fermarsi più; infila tre KO consecutivi, poi si ferma due anni. Ricomincia la vita notturna… la droga e l’alcool… si allontana dal poeta. Nel ‘40 viene arrestato due volte, cacciato dalla Francia con foglio di via permanente e inviato nella nativa Panama. Solo e senza denaro torna sul ring; sette match tra il ‘41 e il ‘42, con quattro vittorie, un pari e due sconfitte. Si imbarca clandestinamente a bordo di una nave per New York, dove fa il lavapiatti in un locale a Central Park. Drogato e senza tetto implora di poter tornare a combattere, ma le sue preghiere restano inascoltate. Nel ‘49 Jean Cocteau chiede ad Edit Piafh di interessarsi del suo ex amante tramite Marcel Cerdan, ma il grande pugile francese muore in un disastro aereo. La triste fine del grande Panama Al Brown (+131 -20 =12, 59 KO) sarà due anni dopo. Nel 1985 Panama Al Brown viene inserito nella Ring Boxing Hall of Fame e dal 1992 è nella International Boxing Hall of Fame di Canastota insieme ai più grandi di sempre.
di Paolo Lantini
Fonte principale: “PANAMA” AL BROWN di Marc Zinaman