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Torna la criminalità organizzata nella boxe?

Il peso di un gangster ricercato nell'accordo per Fury-Joshua

 

 
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Ho passato anni a raccogliere la documentazione necessaria per indagare sui rapporti fra mafia e boxe nella storia, sulla corruzione, sulle malefatte che hanno devastato la vita di tanti pugili. L'ho fatto perché amo il pugilato e vorrei vederlo pulito, soprattutto ripulito, Ne è uscito Fix! (edizioni Bradipolibri) e speravo che la storia fosse finita lì, senza bisogno di aggiornamenti. Non è mia intenzione farne uno ma ciò che sta succedendo in Gran Bretagna è sconfortante e dimostra che la Storia sarà pure maestra di vita ma solo qualche volta.

Nei giorni scorsi mi sono imbattuto in un editoriale molto coraggioso, forse anche un po' pericoloso per lui, di Matt Christie, il direttore di Boxing News, dedicato a David Kinahan. Molti di voi si chiederanno chi sia come negli anni 50 altri si saranno chiesti chi fosse Frankie Carbo vivendo a un oceano di distanza. Qui di mare in mezzo c'è solo la Manica. David Kinahan è un irlandese figlio di Christy Kinahan, un ex carcerato che è colui che ha costituito nella sua nativa Irlanda un cartello della droga con ramificazioni in Sudamerica e altri Paesi Europei in particolare la Spagna. Suo figlio David è ritenuto il reggente di questa attività criminale e accusato anche di riciclaggio di danaro sporco. Non manca una faida irlandese con un'altra famiglia criminale, questa specializzata in rapine a mano armata, gli Hutch. Un esponente della famiglia Hutch è stato sospettato di avere attentato alla vita di David Kinahan ed è stato ucciso a Malaga nel 2015, la polizia sostiene per ordine dei Kinahan. A loro volta gli Hutch hanno attentato alla vita di Daniel Kinahan alle operazioni di peso di una riunione di Dublino nel 2016, dopodiche Kinahan è sparito dal suo Paese..

A parte l'episodio delle operazioni di peso vi chiederete cosa c'entri la boxe con tutto questo. Ve lo spiego. Daniel Kinahan è il reale proprietario della organizzazione pugilistica MTK, nata a sua volta dalla MGM. Naturalmente questa gente si serve di prestanome e funge apparentemente da "consigliere". E la MTK ha nei suoi ranghi pugili importanti ma soprattutto si occupa di Tyson Fury. Sottolineiamo anche qualche altra cosa. Molti pugili inglesi orilandesi di grande importanza con collegamenti  con la MTK, fra cui Carl Frampton, si sono allenati vicino a Malaga, a Marbella, la località più chic della Costa del Sol. Alcuni di loro sono stati misteriosamente, ma forse non poi molto, aggrediti, fra cui l'ex campione europeo dei superwelter Jamie Moore, ora allenatore, che ha rischiato la vita per tre coltellate.

Adesso David Kinahan vive a Dubai e di lì non si muove, se torna in Irlanda lo impacchettano subito e altre polizie europee sarebbero molto desiderose di fare 4 improbabili chiacchiere con lui. Eppure nel mondo della boxe David Kinahan ha molti amici. Infatti è stato una delle persone che ha convinto Tyson Fury a buttarsi alle spalle la depressione che lo aveva aggredito e tornare a combattere e ha rimesso in carreggiata la vita finanziariamente disastrata dell'ex campione europeo dei medi Herol Graham. Bob Arum, che a 89 anni è l'organizzatore/manager tuttora più potente al mondo tramite la sua Top Rank, ne vanta le grandi doti "umane" e di mediatore e sostiene che fin quando le autorità irlandesi non lo interessano al problema la cosa non lo riguarda. Del resto è stato un uomo di giustizia anche lui ma la sua disinvoltura è ben nota e fu proprio il celebre organizzatore inglese Mickey Duff a dire "Stringerò la mano a Bob Arum ma prima toglierò l'anello..."

La cosa che ha mandato su tutte le furie Matt Christie e non solo lui è che Frank Warren e Eddie Hearn, i due organizzatori più potenti della boxe britannica e fra i più grandi del mondo, si sono affidati ai "buoni uffici" di Daniel Kinahan per raggiungere un accordo per due match fra Tyson Fury e Anthony Joshua da tenersi, guarda un po', nella penisola araba. E si chiede, come ci chiediamo noi, se è proprio necessario che la boxe debba ancora accettare certi personaggi di dubbia reputazione, per usare un eufemismo, tra l'altro per un affare che porta lontano dalla sua sede naturale dei match di tale importanza. E poi perché un accordo per due match?

La questione in Gran Bretagna è adesso molto sentita. Difficile biasimare i pugili, come scrive Christie, perché anche se guadagnano somme enormi non si sa mai poi quante finiscano esattamente nelle loro tasche e anche se tutto fosse fatto in modo corretto la loro carriera è usurante e breve. Ma i giornalisti che si occupano delle faccende sporche come queste della famiglia dei Kinahan sono giustamente molto irritati, loro rischiano non poco e i loro colleghi che si occupano di boxe esultano perché grazie a Kinahan due inglesi si battono in un'altra parte del mondo. Ed esultano con orecche e occhi ben chiusi. Che tristezza!  E sarebbe interessante sapere cosa ne pensano, per esempio, a DAZN

Tyson Fury contro Anthony Joshua si farà: accordo per due match per il prossimo anno

 

 

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