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Ritorna il conte Caccia: “Sarò più forte di prima”

 Caccia a Cento novembre
Dopo due anni di pausa rispunta un bel talento della boxe italiana. Si era fermato da campione d’Italia dei welter e dopo aver detto “no” ad una eventuale sfida europea con Bundu. Ha cambiato palestra e maestro. Riparte stasera da Cento.
di Maurizio Roveri
Rispunta. Si ripropone. Riassapora il gusto e l’eccitazione di tornare fra le dodici corde. Si rituffa nell’avventura. Il piccolo mondo del pugilato italiano ritrova un talento. Il talento del “Conte” Caccia. Questa sera sul ring del palazzetto dello sport di Cento. Bella notizia, il ritorno dell’ex-campione d’Italia dei pesi welter, che va a dare un po’ di ossigeno a questa nostra boxe professionistica che di talenti ne ha pochini, pochini…
Alessandro Caccia, detto “Il Conte” per le origini nobili della sua famiglia, rientra nell’arena dopo due anni di inattività. Era la primavera 2016 quando il “Conte” decise di staccare la spina. “Basta con la boxe, per ora”. Decisione sorprendente, anzi clamorosa considerando che a mollare tutto era un pugile bravo, già titolato, con 14 vittorie su 16 incontri, 1 pari tecnico e una sconfitta soltanto. Di colpo, Alessandro Caccia rinunciò al titolo italiano dei welter che deteneva e all’offerta di affrontare Leonard Bundu con in palio la corona europea. 
Ci vuole coraggio ad abbandonare tutto, dopo quasi sei anni di professionismo, di rigoroso lavoro quotidiano in palestra alla Pugilistica Padana dei Duran e alla New Millennium di Romano Becchetti. Sei anni di sacrifici, di crescita. Con due titoli conquistati: il titolo Latino WBC dei welter, vinto sconfiggendo per kot Renato De Donato sul ring del Teatro Principe di Milano il 28 febbraio 2015, poi la cintura di campione d’Italia diventata sua mettendo knock out al primo round Giacomo Mazzoni il 4 luglio 2015 ancora sulla scena del teatro Principe. Si usa dire che bisogna battere il ferro quand’è caldo. Proverbio giusto, a significare che quando il momento è favorevole occorre cavalcarlo. Lì si sarebbe dovuto programmare un piano che prevedesse - gradualmente ma con regolarità - appuntamenti più consistenti, più ambiziosi. Invece… quattro mesi più tardi Caccia era ancora sul ring a battersi per il titolo italiano. Un match durato lo spazio d’un battito di ciglia, terminato al primo round per una ferita alla testa dell’avversario, Michele Esposito. Verdetto di “pari tecnico”. Il “Conte” manteneva il tricolore, senza neanche dover sudare. Una magra soddisfazione, in realtà. Non era certo quello il salto di qualità… 
Improvvisamente gli viene detto di prepararsi perchè se ad aprile (aprile 2016) Gianluca Branco si fosse reso indisponibile per l’Europeo con Bundu, sarebbe potuto toccare proprio a lui andare a sfidare “The Lion” a Firenze. Sul momento sembrava una straordinaria opportunità. Ma, riflettendo: come può un pugile che in tutto il 2015 è stato sul ring in totale per 8 round (i 6 contro De Donato, 1 contro Mazzoni, 1 contro Esposito) passare dal… quasi niente - otto round, ribadisco, in un anno - ad una sfida così impegnativa e dura contro un campione che è stato 8 volte campione d’Europa e si è anche fatto onore in America quando si è battuto per il titolo Mondiale cedendo ai punti? E’ vero che certi treni bisogna prenderli al volo perchè potrebbero non ripassare più, ma è anche vero che una carriera andrebbe programnata, pianificata, sviluppata gradualmente. Progressivamente. Prima dell’Europeo, ci sarebbe stato semmai l’appuntamento con il titolo dell’Unione Europea. Questo è il mio pensiero da giornalista veterano di boxe. Presumibilmente dev’essere stato anche il pensiero di Alessandro Caccia, poichè disse no alla “proposta indecente” di affrontare Bundu come… riserva. Peraltro si sarebbe dovuto tuffare in una durissima estenuante preparazione senza avere la certezza che davvero sarebbe toccato a lui fare l’Europeo. Quel “no” ha procurato al “Conte” delle critiche. E forse - chissà - è in quel momento che si è deteriorato, e poi s’è rotto, il bel rapporto che c’era stato per dodici anni (considerando anche l’attività da dilettante) fra Caccia e la Pugilistica Padana. 
Un giorno, Caccia ha smesso di andare in palestra. E non si è più fatto vedere nel Palapalestre ferrarese. 
Aveva deciso di staccare la spina. Ne avvertiva la necessità. Proprio sul più bello della carriera, a 27 anni.
Caccia mette giu avv
“MI RIMETTO IN GIOCO” - Alessandro racconta. E si racconta. Dopo due anni di silenzi. “Sono pronto a rimettermi in gioco, per tornare forte, anche più di prima, e per conquistare altri titoli. Mi ripresento sorretto da nuove ambizioni“.
Ci sorprenderai?
Tutti pensavano che io avessi smesso con la boxe. No, non era così. Mi ero fermato. Mi sono preso una pausa. Ho avuto qualche mese di… pausa lunga, per fare un po’ di “pulizia”. Questo periodo l’ho dedicato alla ricerca di persone meritevoli di potermi insegnare, nonchè aiutarmi a formare meglio il mio percorso sia come uomo sia come sportivo. Eliminando le negatività. Sono sempre disponibile al miglioramento, per poter acquisire nuove possibilità per il mio futuro”.
Alessandro, due anni di sosta sono tanti. C’è il pericolo di aver perso il ritmo. E soprattutto quella scelta di tempo che è sempre stata la tua caratteristica più apprezzata…
Mi ero fermato perchè avvertivo la necessità di dare la priorità ad altri aspetti della mia vita. Cominciando a programmare quello che sarà il mio futuro, il mio lavoro nel dopoboxe. Comunque, mi sono tenuto in forma andando in palestra spesso per lavorare con gli attrezzi. Sono laureato in scienze motorie e so come usare i macchinari affinchè siano utili al mio fisico. Tre mesi fa ho deciso di tornare alla boxe professionistica ed a questo scopo ho parlato con il maestro Calogero Serio che svolge un’intensa attività nella palestra che ha aperto a Cento. Nella prima parte della mia carriera sono stato seguito da Massimiliano Duran. Ora sento che devo crescere ulteriormente come pugile e credo che cambiare maestro mi sia utile. Mi alleno a Cento nella palestra del maestro Serio e quindi ormai mi conoscono in quella città. Cento è a metà strada tra Ferrara, dove vivo, e Bologna dove ho molti amici. E sono sicuro che in questo sabato 18 novembre il palasport di Cento sarà pieno di miei tifosi. Combatterò in casa…”.
Vedremo un Alessandro Caccia differente dal Caccia del passato?
Stilisticamente no. Però nel periodo lontano dal ring ho lavorato per costruirmi una nuova armatura fisica e mentale”.
Ti eri fermato da campione d’Italia. Riparti inseguendo quali obiettivi?
Il sogno di un pugile è diventare campione del mondo. Ovviamente è anche il mio sogno. Realisticamente, mi affido alla famiglia Cherchi. Sono loro che gestiscono la mia carriera. Non ho mai detto a Salvatore, Christian e Alessandro Cherchi per quale titolo voglio o non voglio combattere. Se mi daranno l’opportunità di combattere per un titolo internazionale, la afferrerò. Se ci sarà l’occasione di combattere per un titolo internazionale, meglio ancora. Procederemo un passo alla volta senza escludere nessuna eventualità”.
CENTO BOXE NIGHT - Manifestazione pugilistica con ben quattro combattimenti fra pugili professionisti. Una serata speciale denominata “Cento Boxe Night”. Oltre al ritorno sul ring del “Conte” Caccia, in questa serata (organizzata dalla Opi Since 82 in collaborazione con la ASD Serio Boxing Team di Calogero Serio e con il Comune di Cento) saranno di scena: il forte venezuelano Samuel “El Pana” Gonzalez le cui battaglie hanno intensamente emozionato i messicani e ora - lasciato il Messico dopo una valorosa prestazione e una sconfitta con onore di fronte al kazako Soylybayev per il titolo Internazionale WBC dei superpiuma - comincia con la Opi Since 82 una carriera in Europa; poi, Nicholas Esposito detto Good Boy ventitreenne imbattuto dopo 5 match, e l’ex-campione italiano dei massimi leggeri Damian Bruzzese (record di 18 vittorie e 4 sconfitte per il buon pugile residente a Galliera). Sicuramente un Evento per Cento. I “nomi illustri”, o abbastanza illustri, ci sono. Lo sforzo organizzativo ammirevole. Però… sono gli avversari che non convincono e che - sulla carta - non possono essere all’altezza dei pugili della Opi 82. Avversari perdenti. 
Okay, si tratta di collaudi per El Pana Gonzalez, Damian Bruzzese, Nicholas Esposito e - a maggior ragione - per Alessandro Caccia che rientra dopo due anni. Va bene scegliere dei collaudatori, ma i vari Reynaldo Mora, Marko Nastic, Nerdin Fejzovic e Dusan Krstin sono proprio dei perdenti perdenti.
Sul ring per produrre spettacolo ed emozioni bisogna essere in due. Altrimenti escono dei match a senso unico. Ed è questo il pericolo che corre la riunione centese di questa sera. 
“El Pana” Gonzalez, che vanta 15 vittorie (11 delle quali prima del limite) e 5 sconfitte, incrocerà i guantoni con Reynaldo Mora il quale viene da 27 sconfitte consecutive. Ripeto: 27 sconfitte consecutive!
Nicholas Esposito, imbattuto, 5 incontri, 5 vittorie, avrà davanti il serbo Marko Nastic che non ha ancora vinto. Quattro match, tutti persi.
Alessandro “il Conte” Caccia (14 vittorie, 1 pari tecnico, 1 sola sconfitta) affronta Nerdin Fejzovic, bosniaco con 2 vittorie e 10 sconfitte.
Damian Bruzzese si presenta con un record di 18 match vinti e 4 perduti. Incontra Dusan Krstin, serbo di Novi Sad, che ha 7 incontri vinti e 8 sconfitte. Sulla carta questo Krstin è il meno peggio…
Insomma, gli avversari dei “quattro moschettieri” della Opi Since 82 della famiglia Cherchi totalizzano insieme qualcosa come 49 sconfitte.
E allora? Allora questi match sembrano destinati ad essere dei combattimenti impari. Spero di no. Per il bene del pugilato. Che ha bisogno di credibilità.

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