Favoritissimo il massimo di Londra
Peso massimo, quasi 2 metri di altezza, un promoter come David Haye che peso massimo di successo a lungo è stato, un allenatore come Abel Sanchez, una medaglia d'argento olimpica a Rio de Janeiro dopo una finale contestata e persa contro il francese Tony Yoka, sette match vinti da professionista, tutti prima del limite, 33 anni e quindi non tantissimo tempo davanti. E' quanto serve sapere del londinese Joe Joyce che questa sera alla O2 Arena di Greenwich, Londra, affronta l'ex campione di sigla WBC Bermane Stiverne per dimostrare di poter essere qualcuno anche nel mondo del professionismo. A guardar bene quello di Joyce potrebbe anche essere considerato un passo affrettato ma, a parte l'età non più verdissima, ci sono altre cose da considerare.
Per prima cosa si dovrebbe stabilire se il 40enne haitiano-canadese sia ancora veramente un pugile motivato o solo uno che va in caccia di una buona borsa prima di dedicarsi ad altro. Molto più basso di Joyce ma dotato di un pugno rispettabile, Stiverne è riuscito ad infilarsi in un clamoroso buco creatosi a livello di titoli di sigla ma è stato poi portato a scuola, come si dice, da un pugile come Deontay Wilder che è un terrificante picchiatore ma non è, nè sarà mai, un raffinato pugilatore.
Al peso Joe Joyce 120 kg mentre Stiverne ha fermato l'ago della bilancia a 123,94 kg
E nella rivincita del novembre 2017 Stiverne è durato meno di un round lasciando chiaramente intendere di non avere una gran voglia di battersi e soffrire per una causa che già sapeva persa. Da allora Stiverne, che è guidato dal quasi nonagenario Don King, non è più salito sul ring. Diciamolo francamente, questa è la tipica occasione in cui si offre a un giovane, neanche poi tanto, leone rampante il nome di un avversario buono per il record. Pronti ad essere smentiti, naturalmente, ma la nostra personale impressione è che questo match durerà poco e consentirà alla boxe inglese di aggiungere il nome di Joyce a quelli ben più provati di Joshua, Fury, Whyre e Chisora.
