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Bordo Ring

Berchelt domina Miura con le gambe e la testa

 berchelt all assalto di Miura

 Bella prova di intelligenza e maturità

 

Di Matteo Biancareddu

La sfida tra Miguel Berchelt e Takashi Miura, disputata questa notte – alba italiana – al Forum di Inglewood, California, è culminata in una schiacciante vittoria ai punti del messicano Berchelt, che ha dimostrato di essere un pugile molto più completo di quanto si pensasse. Tutti, tra cui noi e – ne siamo ragionevolmente certi – gli organizzatori del match, si aspettavano un combattimento infuocato e senza tatticismi, data la fama di irruenti picchiatori che accomunava i due pugili; ma lo spettacolo andato in scena sul ring è stato piuttosto un brillante saggio di tecnica e strategia a firma di Berchelt, che ha regolato lo sfidante con l’uso del jab, delle gambe e – non ultimo – della testa. Non credevamo capace il campione WBC di una simile performance, per il semplice fatto di averlo sempre visto scatenare battaglie furibonde e far valere la ferrea legge della sua dinamitarda potenza. Siamo stati quindi sorpresi nel constatare la lucidità e la regolarità con cui Berchelt ha sviluppato la sua boxe di rimessa, eseguendo alla perfezione la strategia studiata per l’occasione. Il giapponese Miura, letteralmente denudato in tutti i suoi limiti tecnici, è apparso impotente: a nulla sono valse certe sue reazioni d’orgoglio, tanto più inutili quanto più fossero furenti e disordinate; Berchelt l’ha imbrigliato e portato a spasso per l’intera durata del match.

Il titolo WBC dei superpiuma è quindi rimasto nelle mani di Miguel Berchelt (32-1-0, 28 KO), messicano di ventisei anni, la cui affermazione su Takashi Miura (31-4-2, 24 KO), giapponese di trentatré, trascende l’importanza del semplice risultato, perché dimostra soprattutto che il vincitore è un pugile a tutto tondo, multidimensionale, provvisto di varianti tattiche. Non lo scazzottatore che si pensava destinato alla stessa parabola del suo connazionale Francisco Vargas, peraltro presente in platea: un precoce declino a seguito di tante, troppe battaglie ravvicinate. Berchelt ha dimostrato ieri di poter modificare questa prospettiva. Davanti all’arrembante Miura, ha incessantemente pedalato all’indietro, disturbando l’avanzata del giapponese con fitte serie di colpi dritti; quando portava il sinistro, lo faceva spostando l’asse su quel lato, così da eludere il sinistro dell’avversario e trovare l’angolazione ideale per il destro, portato alternativamente in diretto o in montante al corpo. Una volta a media o a corta distanza, Berchelt insisteva con le combinazioni, forte della posizione favorevole assunta sul rivale e della maggiore velocità di braccia, che impediva al nipponico la soluzione d’incontro; quindi si defilava con un passo all’indietro, così da vanificare l’eventuale tentativo di replica. Un disegno tattico mirabilmente studiato e ancora meglio eseguito, che ha negato il pur minimo appiglio alla boxe rudimentale e farraginosa del mancino Miura. Il giapponese, com’è giusto fare in questi casi, ha provato ad accorciare muovendo la testa e il tronco, ma ha denunciato una sconcertante lentezza di gambe, tale da impedirgli di erodere la distanza. I suoi tentativi offensivi si risolvevano in altrettante disfatte, perché Berchelt li respingeva e puniva con la massima severità.

Miura andava al tappeto sul finire del round d’apertura, colpito da un gancio sinistro che, dato il cambio di angolazione, l’aveva colto scoperto. Poi perdeva, sul nostro cartellino come su quello di Harold Lederman di HBO, tutti i round con la sola eccezione del decimo. In quella ripresa e, seppure solo in parte, nella precedente, Miura raccoglieva i frutti del lavoro al corpo saltuariamente attuato fino a quel momento e intensificato appunto in quei due round. Nella decima frazione, Berchelt pativa enormemente i poderosi sinistri al fegato e alla bocca dello stomaco sferrati da Miura, e pensava quasi unicamente a scappare per recuperare la piena efficienza fisica. Anche in questa valutazione, il messicano dimostrava intelligenza e maturità. Gli ultimi due round lo vedevano tornare in sella e comandare le operazioni fino al rintocco dell’ultima campana, che ne suggellava la vittoria. All’orizzonte, adesso, si profila per Berchelt una rivincita con Vargas o, in alternativa, una riunificazione con il campione WBA Jezreel Corrales, a sua volta impegnato nella riunione di Inglewood.

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