Match inutile che offende il Madison
Scrivere di un match come quello fra Saul "Canelo" Alvarez e Rocky Fielding è imbarazzante quasi come lo è stato il match stesso. Imbarazzante anche pensare ci fosse qualcuno che concedesse qualche possibilità al supermedio inglese e non siamo certo noi. Imbarazzante che un accoppiamento così sia stato proposto come match clou al Madison Square Garden di New York, l'arena che più ha fatto la storia del pugilato moderno ma non certo con match così. Non c'è stato un nanosecondo in cui si potesse pensare che Fielding non diciamo potesse farcela ma potesse finire il match in piedi. Fin dall'inizio Canelo gli si è avvicinato e ha cominciato a scaricare terrificanti bordate ai fianchi del povero inglese. Fielding è ben più alto di Alvarez e ha un allungo nettamente superiore e anche un bambino sa che avrebbe dovuto usare con insistenza il jab, sempre almeno doppiato, e muoversi in continuazione. Ma Fielding è uno che combatte in posizione abbastanza eretta, non ha mobilità laterale ed Alvarez gli è scivolato a corta distanza con la facilità del coltello che entra in un panetto di burro. Già al 1° round un montante sinistro al corpo ha messo in ginocchio Fielding , la stessa scena si è ripetuta pressocché identica nel 2° round, nel 3° un gancio destro al mento rimette giù l'inglese che ancora una volta in piedi è stato rimesso giù da un altro colpo al corpo, l'ennesimo. Questa volta l'arbitro ha ritenuto giustamente di aver visto abbastanza e ha tolto dall'imbarazzo non solo l'inglese ma pure Alvarez e tutti gli spettatori presenti e quelli a casa. Siccome la boxe è solita fare pubblicità a se stessa e ai suoi campioni con il sistema dei circhi di una volta, il "venghino signori venghino", si dirà che Alvarez adesso è anche campione del mondo dei pesi supermedi, il che, per scomodare Pirandello, non è una cosa seria. Soprattutto è la solare evidenza che i titoli di sigla, nel caso il WBA Super addirittura, sono titoli sulla carta e basta, igienica.