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Bordo Ring

Joshua vs Ngannou comunque vada a finire sarà l’inizio della fine…

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di Dario Torromeo

Tyson Fury è un campione del mondo di pugilato, Francis Ngannou è stato campione dell’Ultimate Fighting Championship.
UFC e boxe sono due sport diversi.
Per il teatro della sfida, numero delle riprese, lunghezza dei round, uso dei guantoni, regole.
Tutti questi sono fatti.
Tyson Fury ha affrontato Francis Ngannou a 126 kg, il peso più alto registrato in carriera. Aveva una pancia più abbondante del solito e grasso in esubero sui fianchi. Era in affanno e fuori misura sin dai primi round.
Altri fatti.
Tyson si era allenato poco e male.
Questa è una deduzione, non va recepita come prova, ma credo vada comunque presa in considerazione.
Ngannou ha perso. 
Il pugile di origini camerunensi era all’esordio nel pugilato, a 36 anni compiuti. E ha perso. 
Il WBC lo ha inserito al numero 10 della classifica mondiale.
L’8 marzo Ngannou affronterà Anthony Joshua per una borsa milionaria. Se per il debutto ha incassato 10 milioni di dollari, si presuppone che stavolta saranno molti di più.
Il pugilato sta lentamente entrando tra le cose scomparse. I soldi hanno portato sul ring e in televisione Mayweather jr vs McGregor. Poi sono arrivati youtuber, influencer, attori. Sono quindi passati alle sfide della nostalgia: Tyson vs Jones jr, tanto per dirne una. Due campioni. Molti anni fa. 
Le vecchie foto a volte riscaldano il cuore, altre provocano solo tristezza. 
Soprattutto se in mezzo ci sono solo soldi.
E ora siamo arrivati al capolavoro di tutte le scivolate, il primo passo importante e forse decisivo verso la fine di questo sport.
Fury vs Ngannaou era roba da wrestling, nel senso che si sono mossi esattamente come pensavamo si sarebbero mossi. E in tanti si sono eccitati. A forza di mangiare fast food, hanno dimenticato quanto possa essere buono il cibo vero. Magari cucinato, non riscaldato.
Anthony Joshua vs Francis Ngannou è il passo decisivo verso l'ultimo atto. La scritta FINE calerà sulla categoria dei pesi massimi, comunque finisca. Con un rigurgito finale il 17 febbraio per Tyson Fury vs Olexsandr Usyk. Dove? A Riyadh, ovviamente. Sarà interessante capire chi tirerà fuori tutti questi soldi nel momento in cui, raggiunto l’obiettivo, l’Arabia Saudita chiuderà le porte a quel che resta del pugilato.
Una botta di inevitabile nostalgia mi porta indietro nel tempo, addirittura a Joe Louis, per undici anni campione del mondo dei massimi. A Muhammad Ali che in carriera ha sconfitto Shavers, Norton, Frazier, Bugner, Lyle, Foreman, Patterson, Bonavena, Cooper, Liston. E in giro c’è ancora qualche fuori di testa che lo considera un bluff.
Nella Top 10 dei quattro Enti, oggi ci sono Makhmudov, Sanchez, Bakole, Wallin, Hrgovic, Dubois, Wardley, Pero, Chaney, Kabayel, Franklin. E Ngannaou.
Detentore di tre cinture è un ex massimo leggero, bravo per carità, ma proveniente dalla categoria inferiore. L’altro credo sia un degno campione, nonostante il 90% degli appassionati la pensi diversamente, ma è decisamente inaffidabile.
Tutto passa, ogni cosa ha il suo tempo.
Il pugilato è pronto per finire nel cassetto dei ricordi. Tanto per cominciare alla grande, ci mette per prima la categoria più importante. I pesi massimi.
Non è per colpa della mia nostalgia. Chiedetene conto ai signori della boxe moderna, quelli che hanno lo sguardo limitato, quello che non va oltre i propri confini. Vogliono tutto e subito. Agli altri le macerie. 
Poi ci sono i pugili. Pochi quelli ricchi e fortunati, per quel che rimane della truppa pedalare e non fare domande.
Si comincia con i pesi massimi. Poi, si passerà al resto…

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