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Bordo Ring

La Galassi racconta Ho vinto, ho perso, sempre A modo mio

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In un libro la campionessa romagnola rivela tutti i segreti di una storia ricca di pugni e di passioni…

di Gualtiero Becchetti

“…Ho vissuto una vita piena
Ho viaggiato su tutte le strade
Ma più. Molto più di questo
L'ho fatto a modo mio…                                                                                                                                                 Ho affrontato tutto e sono rimasto in piedi
L'ho fatto a modo mio…”

Il titolo scelto da Flavio Dell’Amore e Dario Torromeo per sintetizzare la storia che hanno voluto raccontare non poteva essere più indovinato. “My Way”. “A modo mio”. La struggente canzone immortalata dalla voce di Frank Sinatra, con testo di Paul Anka e musica di Claude François.
Si narra di Simona Galassi nel libro di 160 pagine, edito da InMagazine. Una ragazza di 43 anni che un giorno lontano decise di salire sul ring, quando a tutti pareva ancora follia che una donna potesse ardire tanto, per vincere tutto quanto era possibile vincere; non ci si meravigli se alla sua età la si definisca “ragazza”.
Nella memoria collettiva i grandi di qualsiasi disciplina sportiva godono del privilegio di non invecchiare mai, quasi fossero l’estremo retaggio di quel mondo ellenico che celebrava i campioni quasi alla stregua degli dei.
E Simona Galassi è davvero una grande campionessa che nella vita ha fatto tutto a modo suo, perché caratterialmente è una romagnola “verace”, figlia di una terra burbera, allegra, esagerata e burlona ad un tempo, in cui essere testardi è quasi il marchio D.O.C.
Dell’Amore e Torromeo, al momento di cominciare a scrivere si sono trovati dinanzi al problema di farlo a “quattro mani”, con il rischio d’incorrere in stonature stilistiche e in incongruenze narrative, dal momento che é assai difficile armonizzare in una biografia sensibilità e stili diversi. Il problema è stato però brillantemente risolto dagli autori scegliendo la via più semplice, dividendo in due la vita di Simona Galassi e tenendo come elemento di separazione il suo passaggio dal pugilato dilettantistico a quello professionistico, un momento che effettivamente ha messo il punto finale alla “prima” Simona, quella della “burdéla” (ragazza) del minuscolo paese di Santa Maria Nuova dove la pianura s’appoggia sulle prime propaggini appenniniche, per lasciare strada alla “seconda” Simona, donna ormai compiuta e totalmente consapevole di ciò che di positivo e negativo la vita comporta.

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Dell’Amore, con lessico semplice, familiare e intimistico ha tratteggiato le vicende della protagonista dalla sua infanzia alla vita in casa e a scuola; i rapporti saldissimi e inossidabili con la famiglia, gli studi sempre brillantemente affrontati sino alla Laurea in Scienze Motorie presso l’Università di Urbino, gli amori giovanili, la promettente avventura nella pallavolo e quindi nella kick boxing e infine nel pugilato, il culto della buona cucina romagnola, l’avventura a Scranton (USA) dove conquistò l’alloro iridato come dilettante e il premio di miglior pugile del torneo nel 2001 (senza neppure la divisa della Nazionale, perché per le donne a quei tempi non era stata prevista…), eppoi le amiche e gli amici, le vacanze, il mare di Romagna e l’irresistibile ascesa tra le grandi atlete dello sport italiano…
A Dell’Amore subentra, a questo punto dell’opera, Dario Torromeo che tratteggia la storia di Simona Galassi dal 2007 in poi, quando la “regina di Romagna”, come la chiamano ormai i suoi sostenitori, si lascia alle spalle il dilettantismo per entrare tra i “prize-fighter”, facendo in breve tempo diretta conoscenza della miseria e della nobiltà del nuovo ambiente. A questo punto, il mutamento di stile e di tono impresso da Torromeo alla storia accompagna quasi fisicamente la svolta esistenziale della campionessa. Il lessico asciutto, essenziale, elegante ma nello stesso tempo semplice del giornalista di razza crea un mix gradevole e perfettamente bilanciato con quello in precedenza adottato da Dell’Amore.
Due Simone, due modi di raccontarla. Le vittorie, tante; le dolorosissime sconfitte, poche. Le corone europee e mondiali, le lunghe attese, i rinvii, le nuove amicizie, gli addii, le speranze e le delusioni, le fatiche, i sacrifici e le aspre rinunce. La grande paura per un declino che sembra bussare alla porta e la disperata, quasi feroce volontà di respingerlo e risorgere. Forse non c’è tutto, ma sicuramente c’è tanto nella seconda vita di Simona Galassi e per questo la lettura risulta piacevole, scorrevole e avvincente anche per chi di pugilato non sa nulla.
Le storie sono storie e risultano interessanti se hanno messaggi da trasmettere ai lettori, che in esse trovano occasione si specchiarsi e di riflettere.
Simona Galassi, accompagnata virtualmente dalla colonna sonora di “My Way”, “A modo mio”, è la degna protagonista di una bella storia destinata ad essere ricordata negli anni a venire e a “modo suo” la proseguirà dentro e fuori dal ring a testa alta, come sempre ha fatto, senza scorciatoie e da buona romagnola dolce e testarda.
Su questo nessuno ha dubbi. Per primi, Flavio Dell’Amore e Dario Torromeo che l’hanno voluta e saputa raccontare con cuore e maestria.
Flavio Dell’Amore/Dario Torromeo: “A modo mio, Simona Galassi: storia di pugni e di passioni” (edizioni InMagazine, 150 pagine, 13 euro)

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