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Bordo Ring

Spagna fuori dal professionismo!

Perico Fernandez.666Costretta dalle pressioni Aiba, esce da Wbc ed Ebu e acuisce il distacco tra terzo mondo pugilistico e grandi potenze. Quando arriverà il ripudio della Fpi?…


Prima o poi doveva accadere. La Spagna ha acuito ufficialmente il distacco tra il terzo mondo pugilistico e le grandi potenze della boxe. Presto arriveremo a una mappatura più precisa di quelli che sono i reali valori di questo sport. Da una parte Stati Uniti, Germania, Inghilterra e tanti altri Paesi in cui il pugilato è vivo, florido. Nazioni in cui ci sono arene piene, promotori con soldi a sufficienza per allestire grandi programmi, televisioni che trasmettono regolarmente incontri (un inciso: la chiusura annunciata di Sportitalia a partire dall’1 novembre è un colpo per tutta l’informazione sportiva, ma anche e soprattutto per la boxe che aveva in quella rete un punto di riferimento importante). Dall’altra avremo nazioni che vivranno la loro vita dietro il sipario. Perché dei dilettanti se ne parla (e solo per qualche giorno) esclusivamente in occasione di Olimpiadi e Mondiali.

wbc copyCon una lettera a Mauricio Sulaiman (nella foto riproduciamo il documento ufficiale), direttore esecutivo del Wbc, e una nota informativa apparsa sul sito della Federazione Pugilistica Spagnola, il presidente della Federazione iberica Antonio Martin Galan ha tolto la sua nazione dal panorama del pugilato professionistico. Ha scelto l’Aiba, il dilettantismo in esclusiva.

Questo il testo della nota: “Alla luce dei recenti sviluppi e seguendo le raccomandazioni dell'AIBA, il nostro presidente ha interrotto i suoi rapporti con il World Boxing Council e l'Ebu, enti dedicati alle organizzazioni professionistiche di pugilato.

La lettera esprime, in maniera leggermente più estesa, lo stesso concetto.

Il campione Wbc dei medi, l’argentino Sergio "Maravilla" Martinez ha svolto una parte fondamentale della sua carriera in quella nazione. E' stato lì che ha ricevuto aiuto, protezione e opportunità dalla Federazione, quando era diretta da Ruben Martinez, all’epoca anche vice presidente del Wbc.

Sergio Martinez, ha così commentato il fatto sul sito del World Boxing Council: "E' una decisione deplorevole che può essere capita solo perché è stata presa per salvaguardare gli interessi del pugilato olimpico sotto la pressione intollerabile dell’Aiba. I monopoli che si vogliono creare sono dannosi per la concorrenza e per il lavoro all’interno del mondo pugilistico."

La boxe professionistica spagnola ha avuto inizio nei primi decenni del secolo scorso e può vantare undici campioni del mondo. Ci sono Javier Castillejo, Pedro Carrasco, "Perico" Fernandez (foto in alto), Miguel Velazquez, Jose Manuel Duran, Cecilio Lastra, José Antonio López, Gabriel Campillo, Kiko Martinez e Jorge Mata. Il primo pugile spagnolo che ha conquistato un titolo mondiale è stato Baltazar Sangchilli nei pesi gallo.

Oltre a questi ci sono stati altri atleti di grande popolarità come il basco Paulino Uzcudun, che ha combattuto contro i migliori pesi massimi del suo tempo, tra cui Joe Louis e Primo Carnera ed ha vinto per tre volte la corona continentale. Idoli della Spagna intera sono stati Josè Urtain e Roberto Castanon, picchiatori, potenti e capaci di infiammare il pubblico sino a riempire le arene come accadeva una volta quando, dalla metà degli anni Venti alla metà degli anni Settanta, Madrid e Barcellona erano le capitali della boxe europea. Ora, è tutto finito.

Che fine faranno i professionisti di quel Paese? L'annuncio non gioverà a nessuno. Non gioverà certamente a  Kiko Martinez che ha in programma il titolo Ibf dei supergallo per il 21 dicembre contro Jeffrey Mathebula. Con quale affiliazione combatterà? E, soprattutto, chi ratificherà il suo match dal momento che dovrebbe svolgersi a Elche nella Comunità Valenciana?

Non se ne gioveranno i quattro campioni della Comunità europea o i tredici pugili inseriti nelle classifiche Ebu.

E porterà il problema anche in casa nostra. Luca Giacon è affiliato con la Federazione Professionistica Spagnola, che non esiste più. Sotto la bandiera di quale Federazione andrà ora a boxare?

spagna11 copyIl World Boxing Council, sul suo sito, ha così commentato la nota informativa della federazione iberica (foto): “Oggi è stato scritto un nuovo capitolo della storia. Il pugilato spagnolo è scivolato in un burrone e questo, ovviamente, non può giovare a nessuno.

Ricordo che l’Aiba aveva negato a sei pugili spagnoli la partecipazione agli ultimi Campionati del Mondo dilettanti appena conclusisi ad Almaty, in Kazakistan, solo alla vigilia dell’evento.

La “colpa” della Federazione iberica era stata quella di avere fatto combattere i propri atleti in una serata giudicata dall'Aiba a carattere professionistico.

Presto vivremo la stessa situazione con la Federazione Pugilistica Italiana? Quando arriverà il ripudio ufficiale del pugilato professionistico da parte della Fpi? Che fine faranno i nostri cinque campioni europei? Michele Di Rocco, Leonard Bundu, Devis Boschiero, Emiliano Marsili, Simona Galassi assieme a tutti gli altri pugili attualmente affiliati con la Fpi attendono una risposta. Possibilmente in termini più rapidi di quella che non è mai stata data a Giulia “Silver Cloud" Grenci. Ricordate? Troppo forte per fare i campionati europei, troppo debole per disputare i campionati italiani...

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