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Bordo Ring

Un altro show di Crawford, l'angolo ferma Diaz

I due saliti sul ring da pesi medi!

 

Per una volta un angolo responsabile fa la cosa giusta e toglie dal match il proprio pugile perché le cose potevano farsi davvero pericolose. E' così che il fuoriclasse Terence Crawford, campione del mondo dei superleggeri, 29 anni da Omaha, Nebraska, si libera al Madison di New York del coraggioso sfidante Felix Diaz, 33 anni, dominicano, già medaglia d'oro alle Olimpiadi del 2008 a Pechino. Diaz è stato un avversario coraggioso, testardo, ma con Crawford questo non basta, questo è un pugile che o si batte da solo o possono batterlo solo altri fuoriclasse oppure l'inesorabile scorrere del tempo.

Crawford affrontava un mancino e ha scelto di farlo anch'egli da mancino essendo uno dei pochi pugili al mondo che possa veramente combattere con la stessa efficacia in guardia normale o guardia destra. Non abbiamo contato i jab destri che ha portato nel primo match per mettere distanza e chiarire subito chi fosse il padrone del ring ma sono stati tantissimi. Avevamo scritto presentando il match che Diaz avrebbe dovuto avvicinarsi a lui con cautela e pazienza ma che la sua sola strada percorribile era un match a corta distanza. Diaz ci ha provato a partire dal 2° round dove ha alzato il ritmo e mulinato dei ganci avvicinandosi a Crawford ma era più fumo che arrosto tanto il campione del mondo era bravo nell'agire di rimessa con colpi puliti, potenti, efficaci. 

Un dentro-fuori che Crawford ha proseguito aggiungendo gradatamente il montante sinistro tanto che al 4° round Diaz ha portato per rustrazione una testata assolutamente volontaria, senza effetti per fortuna, ma che in molti posti nel mondo gli sarebbe valsa la squalifica immediata. Solo nel 7° round Diaz riusciva a mettere un bellissimo gancio sinistro al volto di un Crawford che stava rilassandosi un po' troppo, ma lo statunitense lo ha incassato come niente fosse e si è rimesso a contrastare il ringalluzzito avversario con colpi d'incontro bellissimi e massaggi assai pesanti ai fianchi conditi da prese in giro di cui non si sentiva la mancanza.

Il match secondo noi è finito qui. Nonostante l'incoraggiamento dell'angolo che gli ha fatto notare come Crawford non avesse gradito quel gancio Diaz ha probabilmente capito che se nemmeno un colpo così poteva aiutarlo la partita era perduta. Infatti nei due round seguenti Crawford ha fatto ciò che voleva e scosso più volte il dominicano che si affidava solo a improvvisi attacchi senza costruzione nè speranza. All'inizio del 10° round il medico controllava lo stato di salute di Diaz dando il benestare al prosieguo del match. Crawford non insisteva, scherzava anche troppo battendo dei colpetti sulla testa del rivale facendosi richiamare dall'arbitro ma poi lasciava andare le mani negli ultimi 20 secondi e ciò era utile all'angolo di Diaz per prendere la decisione giusta fra decimo e undicesimo round.

A bordo ring era presente Julius Indongo, il namibiano recente vincitore di Ricky Burns, possibile infatti un suo incontro con Crawford con molte cinture in palio ma il campione del mondo è solo Crawford. Indongo è un pugile fuori dagli schemi ma Crawford sembra al di sopra delle sue possibilità. Un'ultima annotazione, sia Crawford che Diaz sono saliti sul ring con un peso reale da pesi medi, anzi Diaz addirittura una libbra in più essendo arrivato a 161 per effetto della reidratazione dopo le operazioni di peso. Ricordiamo che il limite dei superleggeri è di 140 libbre, circa 9 chili in meno. Quando la boxe si darà regolamenti seri?

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