Bravissimo Giovanni Poggi a Milano!
Su un ring si battono due uomini uno per sopraffare l'altro e vincere un incontro di pugilato. C'è anche un terzo uomo sul ring chiamato a far rispettare le regole e a tutelare l'incolumità di quei due uomini. Generalmente questo terzo uomo più bravo è meno lo si nota ma a volte, quando per esempio la "temperatura" si surriscalda un po' troppo, è chiamato a intervenire spesso per riportare le cose nei binari della regolarità. L'arbitro di boxe spesso è vituperato per le decisioni che prende siano esse un knock down che tale non era o un conteggio mancato, un richiamo ufficiale, un K.O.T dichiarato in anticipo, un conteggio troppo veloce, un conteggio troppo lento. A volte il suo intervento è invocato (l'odioso grido "la testa!" che parte da angolo e platea soprattutto quando il proprio pugile è in difficoltà) altre criticato. Ma un arbitro può salvare la vita a un pugile o comunque evitargli complicazioni serie in uno sport che sarebbe ipocrita non definire pericoloso come lo sono quasi tutti gli sport compreso il calcio.
Ieri sera chi scrive ha visto il titolo italiano dei pesi welter che si svolgeva a Milano fra Antonio Moscatiello e Riccardo Pintaudi. Un match combattutissimo ma correttissimo in cui il terzo uomo, il signor Giovanni Poggi di Lecco, ha dovuto intervenire pochissimo. Ma l'unica volta che ha dovuto davvero farlo il suo intervento è stato addirittura fulmineo e ha salvato Pintaudi da conseguenze che potevano essere terribili piombando fra i due pugili nello sviluppo inatteso di una situazione potenzialmente drammatica. Capita che un portiere inoperoso per tutta la partita sia chiamato al 90° minuto a parare un rigore e salvare il risultato della sua squadra. Ieri sera a Milano il signor Poggi, fisico da atleta, preparato e veloce, ha salvato molto di più.