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Boxe&Dintorni

Storia, funzionamento e importanza del TBRB

Un successo sempre crescente



Era il settembre del 2012 quando chi scrive ricevette una mail con l'invito a far parte del nascente Transnational Boxing Rankings Board (da qui in poi TBRB) e bastarono poche ore di riflessione e e qualche giornata di indagine per comprendere l'importanza di una simile scelta.  E' opportuno un po' di storia per chiarire come stavano le cose in quel periodo. Per più di un decennio la cosiddetta championship Policy organizzata da "The Ring Magazine" aveva tentato di mettere ordine nel mondo del pugilato mondiale messo a soqquadro da decenni dalle cosiddette "alphabet organizations" , o "banda dell'alfabeto" come le ha chiamate recentemente Dario Torromeo sul nostro sito riferendosi allo sbriciolamento subito dal pugilato, esempio unico fra gli sport più storici. La Championship Policy era stata ideata dal direttore Nigel Collins, di cui Boxeringweb ospitò anche un articolo e che nel prossimo giugno sarà installato nella Hall of Fame di Canastota, riconoscimento massimo per chi si occupa di boxe nel mondo. La "creatura" di Collins si basava su un assunto elementare che le "bande dell'alfabeto" avevano disatteso disinvoltamente per i loro scopi di lucro, e cioè che essendo il mondo uno solo potesse esserci un solo campione del mondo per ogni categoria e che un titolo mondiale lo si potesse conquistare o perdere solo sul ring e non attraverso decisioni prese a tavolino, frutto o meno che fossero della corruzione.  L'unica eccezione era rappresentata dalla possibilità che un pugile vi rinunziasse per cambiare categoria o per abbandonare l'attività.  Fra le varie regole la più importante era che solo un incontro fra il primo e il secondo pugile in classifica, in casi speciali anche fra il primo e il terzo, potesse assegnare un titolo mondiale vacante. Le classifiche erano stilate dal comitato di redazione di The Ring Magazine supportato da un panel di consiglieri formato da esperti di tutto il mondo il cui parere veniva settimanalmente richiesto e di cui chi scrive entrò a far parte su richiesta dello stesso Collins. The Ring Magazine continuava a uscire in edicola mensilmente ma l'aggiornamento settimanale era disponibile sul sitoweb. La creatura di Collins ebbe successo al punto che se il match coinvolgeva un campione del mondo riconosciuto da The Ring il fatto veniva segnalato dagli annunciatori sul ring e lo stesso Collins o un suo delegato consegnavano la cintura di campione al vincitore. Le classifiche venivano poi spesso citate dai vari telecronisti delle diverse televisioni che trasmettevano la boxe. Un primo colpo alla credibilità di queste classifiche arrivò dall'acquisto, da parte di una società controllata da Oscar De La Hoya, di The Ring Magazine. Ai dubbi De La Hoya rispose che lo aveva fatto per salvare dalla chiusura la rivista che leggeva da bambino  e che mai e poi mai avrebbe forzato la mano a direzione e redazione per aiutare i pugili della Golden Boy Promotions da lui formata e presieduta. Sulle prime fu proprio così ma improvvisamente occorse pochissimo all'ex Golden Boy per mancare alla propria parola. Sulla vicenda non vi sono state dichiarazioni ufficiali ma in molti pensarono tutto dipendesse dalla necessità di proteggere alcuni pugili che la Golden Boy amministrava, in particolare i messicani Saul Alvarez e Julio Cesar Chavez Jr, sostenutissimi dall'ente di casa, il WBC. Nello spazio di poche ore, e in un weekend, De La Hoya si sbarazzò di Collins e di quasi tutta la scomoda redazione. Le dimissioni dei membri del Panel, fra cui quella di chi scrive, arrivarono immediatamente senza neppure un cenno di risposta (chi scrive dovette addirittura insistere per vedere tolto il proprio nome) mentre le classifiche perdevano ogni credibilità finendo addirittura nelle mani di un ex arbitro in conflitto di interesse essendo la figlia un giudice in attività di servizio. 

Nello sgomento per gli avvenimenti e in mancanza di una alternativa seria noi di Boxeringweb mettemmo in piedi un panel che colmasse un vuoto creatosi e riuscimmo ad interessare grandi nomi del pugilato mondiale che non fossero in conflitto di interesse affiancandoli a una decina fra i migliori esperti italiani, in maggioranza nostri collaboratori. Andammo avanti per poco meno di un anno fino all'arrivo della proposta del TBRB. Chi scrive la segnalò ai colleghi sottolineando come l'iniziativa di Boxeringweb aveva sì colmato un vuoto ma non era possibile che una iniziativa presa nella periferia della grande boxe potesse avvicinare la credibilità che la Championship Policy di The Ring aveva raggiunto prima del disastro tanto più con un panel formato al 50% da italiani e tanto più a fronte di una nuova iniziativa che potesse davvero sostituirla con una credibilità davvero mondiale. Non ci fu neppure bisogno di discutere tanto è vero che sposammo immediatamente la causa del TBRB soddisfatti di poter avere un collaboratore nel board. 

La proposta venne da Springs Toledo, giornalista e scrittore statunitense, uno dei tre "chair" del costituendo TBRB assieme ai colleghi Tim Sparks e Cliff Rold. L'idea era quella di formare un board di esperti di tutto il mondo che non avessero alcun legame professionale con manager, organizzatori, pugili, e naturalmente con le famigerate "alphabet organizations". e di produrre una classifica mensile per ognuna delle 17 categorie di peso oltre che per la cosiddetta Pound for Pound. Su proposta di chi scrive, subito entusiasticamente accolta nonostante l'evidente aggravio di lavoro, si passò subito alla proposta di classifiche settimanali oltreché alla ovvia apertura di un sito web. Nel board affluirono, su chiamata condivisa, esperti di tutto il mondo molti dei quali dimissionari da quello che era stato il Panel di The Ring.  Qualche tempo dopo Springs Toledo prese il ruolo di supervisore identificando in chi scrive questo articolo come "chair" al suo posto.

A differenza di quanto avveniva a The Ring, il board assume nel TBRB una importanza maggiore e paritaria ai membri assurti al rango di "chair". Il compito di questi ultimi è infatti di proporre entro ogni domenica sera, ora italiana, le variazioni sulla base degli incontri che si sono svolti. Dopo qualche ora di discussione via mail vengono pubblicate le proposte su una parte del sito non visibile da chi non fa parte del board e per due-tre giorni esse vengono ivi dibattute. Le decisioni finali vengono prese a maggioranza e le classifiche pubblicate fra il martedì e il mercoledì.  Alcune regole non sono uguali a quelle che caratterizzavano The Ring. I titoli mondiali possono essere aggiudicati solo fra il nr 1 e il nr 2 di ogni categoria e, nonostante questa regola maggiormente severa, allo stato attuale ve ne sono ben 9, oltre il 50%, un traguardo che The Ring non era mai riuscito a raggiungere. Naturalmente il principio base che un titolo si perda o si conquisti solo sul ring con le uniche eccezioni già menzionate è stato confermato. Un'altra regola importante stabilisce che dopo un anno di inattività si perde il posto in classifica, compresa la pound for pound, ma non si perde il titolo mondiale in coerenza con il principio base sopracitato. Un'altra regola fondamentale è quella che protegge dai verdetti scandalosi che troppo spesso infestano questo sport, una protezione che The Ring non era in grado di assicurare. Se il verdetto di un match vede il 75% dei voti contrari nel Board esso non viene riconosciuto ai fini della redazione delle classifiche. Fanno eccezione solo gli incontri con un titolo mondiale riconosciuto dal TBRB in palio. Allo studio vi sono regole che possano sanzionare i pugili che si presentino in eccedenza di peso o che facciano uso di sostanze dopanti. Già ora un pugile che combatte in colpevole eccedenza di peso rispetto a quello della propria categoria non vede considerata la sua prestazione anche se positiva. 

Tutte le regole, le classifiche, l'archivio, i partecipanti e molto altro lo potete trovare sul sito web www.tbrb.org.  Quanto ai risultati ottenuti in meno di 2 anni e mezzo essi sono sorprendenti. Fino a un certo punto però data la qualità degli esperti che sono stati invitati a partecipare.  Importantissimi siti web specializzati hanno adottato le classifiche del TBRB, altri non mancano di citarle. Quotidiani di rilevanza internazionale hanno sottolineato l'importanza di una iniziativa di questo tipo. La televisione ESPN, forte del grande sostegno recato dall'allenatore e commentatore Teddy Atlas, una delle figure di maggiore rilievo del panorama pugilistico mondiale, ha più volte sostenuto questa battaglia ed esaminato le classifiche e contatti di grande importanza sono attualmente in atto in questo settore. Naturalmente ci sono alcune voci contrarie sostenute dalle varie "alphabet organizations" che vedono in iniziative di questo tipo una minaccia alla loro stessa nefasta esistenza. Fino a quando però non esisterà una unica Federazione mondiale come la FIFA nel calcio professionistico (negli Stati Uniti neppure esiste una Federazione interstatale boicottata più volte prima ancora che proposte di questo tipo arrivassero in votazione al Congresso) è l'unica strada per rendere potabili le acque di un movimento marcio. 

Già alla fine del secolo scorso l'allora direttore della rivista Boxe Ring, Roberto Fazi, cominciò a chiamare "titoli di sigla" i vari titoli delle bande dell'alfabeto, noi di Boxeringweb lo stiamo facendo spesso e da anni. Che molti addetti ai lavori, abituati ai maneggi delle sigle e scodinzolanti alle occasioni loro offerte, preferiscano lo status quo non è giustificabile ma comprensibile. Nella psicologia di molti pugili poi combattere per un titolo da qualcuno classificato come "mondiale" è evidentemente di stimolo. Non tocca a loro porre rimedio a questa situazione anche se qualche presa di posizione, ne ricordiamo alcune clamorose di atleti di livello, sarebbe importante. Il compito spetterebbe soprattutto a stampa e televisioni ,Un caso recente, sia pure in buona fede, è quello di Leonard Bundu che a Las Vegas ha combattuto e purtroppo perso un match di grande importanza contro Keith Thurman ma non certo un match valido per un mondiale, tanto più in una categoria dove militano Mayweather e Pacquiao per tacere di altri.

Boxeringweb, il primissimo sito di boxe italiano per importanza e numero di lettori, ha adottato da subito le classifiche del TBRB, che altri lo facciano nel nostro Paese, fossero giornali cartacei o online oppure televisioni, non ha molta  importanza per il pugilato internazionale ma rappresenterebbe un atto di chiarezza auspicabile e una presa di posizione nei confronti di chi questo sport ha smembrato a danno della sua credibilità. Ma molto nella nostra Italia andrebbe fatto per superare la mentalità di "campanile" che ci limita e, nel  caso specifico, non riesce a far superare l'avversione per "l'altro" magari solo perché non si è in prima persona fra i protagonisti di un movimento di rinnovamento. Dimenticando che questo rinnovamento è nell'interesse di tutti.

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