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La Boxe nella storia

 Al Madison Square Garden in 72.000 nel 1838 per vedere Henry Armstrong-Barney Ross

Al Madison Square Garden in 72.000 nel 1838 per vedere Henry Armstrong-Barney Ross

BARNEY ROSS VS HENRY ARMSTRONG

 

Nella classifica dei cinquanta migliori pugili di sempre, stilata da ESPN ((Entertainment & Sports Programming Network), Henry Armstrong figura al terzo posto, dietro a Sugar Ray Robinson e Muhammad Ali e davanti a Joe Louis. Barney Ross è al ventiduesimo, subito davanti al suo grande rivale Jimmy McLarnin. Il mondiale dei welter del ‘38 tra Ross e Armstrong è naturalmente considerato uno dei più grandi di sempre.

E’ il 31 maggio 1838, il ring è il Madison Square Garden Bowl di Long Island City, nel Queens, un’arena all’aperto non più esistente che aveva una capienza di 72.000 spettatori… e quel giorno non c’era un posto libero. Beryl David Rosofsky, “The Pride Of The Ghetto” (L’Orgoglio Del Ghetto), nasce a New York il 23 dicembre 1909. Suo padre Isidore, emigrato da Brest-Litovsk, città della Bielorussia ai confini con la Polonia, era uno studioso del Talmud, testo e fonte primaria dell’ebraismo nel mondo. Approda prima a New York, dove Beryl David nasce, per poi trasferirsi con la famiglia a Chicago dove diventa rabbino e proprietario di un negozio di ortaggi. Beryl David viene cresciuto in seno alla sua famiglia con l’intento di seguire le orme del padre. La sua vita cambia improvvisamente strada quando suo padre viene ucciso con un colpo di arma da fuoco nel corso di una rapina nel suo negozio. Sua madre Sarah, non essendo più in grado di mantenere un tenore di vita accettabile per i propri figli è costretta a mettere i piccoli Ida, Sam e George in un orfanotrofio… ad accogliere il quattordicenne Beryl David, sono le strade violente della Chicago del proibizionismo. Inizia a frequentare i teppisti locali, furti e risse sono all’ordine del giorno… il biografo Douglas Century, in “Barney Ross: The Life Of A Jewish Fighter”, sostiene addirittura che sia stato messo sul libro paga di Al Capone. Inizia però anche ad allenarsi al Catholic Youth Center dove l'allenatore di boxe era l'intelligente combattente d'altri tempi, Packy McFarland. Sale sul ring con il nome di Barney Ross.

 

Non è in possesso del colpo del KO e le sue mani somigliano più a quelle di un pianista, ma è velocissimo ed estremamente preciso. Inizia a combattere nel ‘29 da peso leggero; dall’aprile del ‘31 al maggio del ‘33 inanella una serie di venticinque vittorie consecutive che lo portano a sfidare il grandissimo Tony Canzoneri, campione del mondo in carica contemporaneamente di leggeri e superleggeri. E’ il 23 giugno 1933, siamo al Chicago Stadium e Tony mette in palio entrambe le cinture. Ross, che ne viene da una fantastica vittoria sul futuro HoF Billy Petrolle, batte Canzoneri di stretta misura e con verdetto di maggioranza. Tony Canzoneri, Barney Ross, Jimmy McLarnin… la storia della boxe degli anni trenta passa attraverso alle fantastiche sfide tra questi tre artisti del ring. Barney Ross batte nuovamente Tony Canzoneri il 12 settembre di quell’anno al Madison Square Garden Bowl di Long Island City, e sarà una split decision al termine di quindici round brutali e sanguinosi, poi abbandona il titolo del mondo dei leggeri non riuscendo più a fare il peso… titolo che per la cronaca torna nei guanti di Tony Canzoneri nel ‘35 grazie alla vittoria su Lou Ambers. Il 28 maggio 1934 ha inizio la rivalità tra Ross e Mc Larnin. Jimmy McLarnin è il campione del mondo dei welter; il ‘29 maggio del ‘33 ha detronizzato Young Corbett III… ma da allora non è più salito sul ring. Di fronte ai sessantamila spettatori del Madison Square Garden Bowl di Long Island City è una split decision favorevole a Barney Ross. Quattro mesi dopo, stesso ring e ancora split decision, questa volta favorevole a McLarnin, ma con 22 giornalisti su 29 presenti a bordo ring ad aver visto il successo di Barney Ross. La bella è il 28 maggio del ‘35 al Polo Ground di New York, lo stadio del baseball, e l’arbitro è nientemeno che il grande “Manassa Mauler” Jack Dempsey. Sono quindici round tiratissimi, sul filo dell’equilibrio, ma questa volta la decisione è unanime e favorevole a Barney Ross. Nei successivi tre anni il campione del mondo dei welter e re di tre diverse categorie di peso ottiene diciassette successi consecutivi, e il 31 maggio 1938 sale sul ring del Madison Square Garden Bowl di Long Island City forte di un record di +72 -3 =3, 22 KO. Il suo avversario è “Homicide Hank” Henry Armstrong (+87 -11 =7, 59 KO), campione del mondo dei piuma e futuro re di tre diverse categorie di peso contemporaneamente, record mai eguagliato. Henry ne viene da 37 vittorie consecutive, e dato che la sua ultima sconfitta, risalente al dicembre del ‘36, è stata per squalifica (Tony Chavez, Municipal Auditorium di Saint Louis) per colpo irregolare in un match che stava assolutamente dominando, possiamo contare la cifra di ben 48 avversari dominati negli ultimi 48 incontri disputati. Tra le sue vittime tantissimi nomi che hanno fatto la storia della boxe degli anni trenta: Midget Wolgast, Baby Arizmendi, Juan Zurita, Mike Belloise, Aldo Spoldi, Benny Bass, Petey Sarron, Enrico Venturi, Chalky Wright. Henry Melody Jackson Jr. nasce a Saint Louis, Missouri, il 12 dicembre 1912. E’ il figlio di un afroamericano con discendenze irlandesi e di una nativa appartenente alla tribù degli Irochesi, discendenza della quale va fiero amando definirsi “Irochese purosangue”. E’ un attaccante nato, ama il corpo a corpo ed è in possesso del colpo del KO. I due sono famosissimi e al Garden Bowl non c’è un posto vuoto, 72.000 spettatori presenti. L’arbitro del match è il famosissimo Arthur Donovan, giudici Billy Cavanaugh e George LeCron. Sarà l’ultimo incontro del grande Barney Ross. Armstrong attacca fin da subito; Ross tenta di tenerlo lontano con il suo velocissimo jab sinistro, ma da subito ci si rende conto che la cosa è impossibile. Il ritmo di Armstrong è incalzante e la sua potenza fa il resto. Ross riesce a rimanere nel match per i primi cinque round, poi Armstrong inizia a dominare. Dal nono il dominio è totale. Negli intervalli più volte l’angolo di Ross comunica a Barney l’intenzione di fermare il match, ma la risposta del campione del mondo è “se fermate il match non vi rivolgerò più la parola”. Dall’undicesimo fino a fine match, al suono della campana di fine round, Arthur Donovan accompagna Barney Ross all’angolo, e sembra che Barney abbia più volte chiesto di non fermare il match: “Devo uscire come un campione. Lasciami finire, non sono mai stato sconfitto per KO”. Il mestiere e la classe permettono a Ross di terminare in piedi il match, ma Armstrong in seguito rivelerà di aver parlato a Ross nel tredicesimo round: “Come ti senti?” “Sono morto” “Va bene, ma da ora fino al termine colpisci solo col sinistro, se spari con il destro sei morto!” 12 a 2 il cartellino di Donovan, 10 a 4 quello di Cavanaugh e 11 a 2 quello di LeCron, tutti “for the winner and new welterweight world champion… Armstrong” Dopo il pensionamento Barney Ross diventa il proprietario di un locale di successo a Chicago.

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Nel 1941 il trentaduenne Ross, avendo passato il limite di età per la leva, fa domanda di arruolamento nel corpo dei Marines, e nel corso dei feroci combattimenti contro le milizie giapponesi da dimostrazione del suo enorme coraggio, fu ferito da schegge ad entrambe le gambe e ad un fianco, fu promosso sergente sul campo e in seguito fu insignito della Distinguished Service Cross, la seconda più alta decorazione dell’esercito degli Stati Uniti assegnata per estremi atti di coraggio e rischio della vita in combattimento, e di una citazione presidenziale dal presidente Roosevelt. Purtroppo per le gravi ferite subite gli furono somministrate grandi quantità di morfina, della quale diventò dipendente al suo ritorno a Chicago. Vittima degli spacciatori di eroina, che gli dissanguarono l’intero patrimonio, Ross perse tutto, il suo locale, sua moglie e la sua autostima. Si stima che abbia speso mezzo milione di dollari alimentando la sua tossicodipendenza. Toccato il fondo si consegnò volontariamente a una struttura di recupero governativa a Lexington, nel Kentucky, dalla quale uscì completamente guarito sei mesi dopo. Si dedicò senza successo al commercio di armi, cercando di contrabbandare armi in Israele durante la Guerra arabo-israeliana del 1948, poi trovò lavoro tramite un amico come segretario, tesoriere e responsabile dei rapporti di lavoro per la Eureka Shipbuilding Corporation a Newburgh, nello stato di New York. Nel tempo libero teneva conferenze sui mali della tossicodipendenza. Muore a Chicago il 17 gennaio 1967 dopo una lunga e dolorosa battaglia contro un tumore alla laringe. Nel 1956 è stato inserito nella Ring Boxing Hall of Fame e nel 1990 nella International Boxing Hall of Fame di Canastota.

Paolo Lantini

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