di Flavio Dell’Amore
Maurizio Stecca nasce a Santarcangelo di Romagna nel marzo del 1993.
Dopo la splendida vittoria alle Olimpiadi di Los Angeles e i complimenti di Muhammed Ali, Hagler, Hearns e Ken Norton,Icio torna nella sua Rimini che lo aspetta per fargli festa.
Mille impegni e riconoscimenti e il matrimonio con Roberta lo consegnano al mondo delle celebrità, ma è tempo di passare al professionismo.
L’evento nasce adombrato da una spiacevole querelle per aggiudicarsi la sua procura. Il maestro Elio Ghelfi gli aveva consigliato tempo addietro di firmare un impegno con Rocco Agostino, ma Branchini vuole assolutamente il giovane campione e scende a Rimini per convincerlo a entrare nel suo team.
Dopo polemiche e fiumi d’inchiostro si trova un accordo economico con Agostino che porta Stecca definitivamente nella sfera d’azione dei Branchini.
Esordio a torso nudo il primo dicembre 1984 a Milano e vittoria contro Francis Aparicio per kot al terzo round, al limite dei pesi piuma. Umberto Branchini guida con perizia il campione olimpico e match di routine si alternano con test probanti e impegnativi come quello con Nourredine e con Ben Rejeb.
Nel 1987 interessante esperienza a New York dove Stecca batte il quotato Cleo Garcia al mitico Madison Square Garden. La stampa non è però soddisfatta dei risultati di Stecca che al terzo anno da professionista non ha ancora conquistato titoli, i giornali non risparmiano critiche a Branchini. Umberto, che guida la Colonia Totip con molta scaltrezza, cerca spazio ai vertici mondiali e assiste interessato ad una scissione al comando della Wba.
Alcuni membri del glorioso Ente si staccanto dall’Associazione e fondano una nuova sigla: la World Boxing Organization (WBO). Branchini non si lascia sfuggire questa nuova opportunità di lavoro e in pochi mesi procura occasioni iridate a Lupino, Nati, Damiani e Kamel Bou Ali. Oltre che, ovviamente, a Stecca.
A Milano a fine gennaio 1989 Maurizio si batte per il mondiale WBO. Avversario per il titolo dei piuma quel Pedro Nolasco già affrontato sul ring di Los Angeles in semifinale.
Stecca vince travolgendo Nolasco sotto una montagna di colpi in soli sei round. La prima difesa del titolo contro il venezuelano Mayor è facile, ma non riscuote abbastanza interesse dalla stampa che invece dedica spazio all’ingresso in campo pugilistico del Gruppo televisivo Fininvest. La boxe nazionale grazie a questo prezioso alleato raccoglie grande attenzione e Branchini naturalmente ne beneficia. Spinto anche dalla critica, il decano Umberto cede e d’accordo con Elio Ghelfi sceglie di opporre “Icio” a un elemento di rango assoluto. Si retiene che Lou Espinoza sia il più adatto alle caratteristiche tecniche del campione olimpico e l’11 novembre del 1989 Rimini è pronta ad applaudire Icio.
Ma il guerriero di Phoenix è un terribile bombardiere e demolisce Maurizio round dopo round, fino a quando al sesto assalto con un destro alla milza mette in ginocchio Stecca e gli toglie il titolo.
Si riparte da zero con più consapevolezza e meno illusioni. Quattro match vinti nel 1990 contro comprimari e nel gennaio del 1991 un nuovo tentativo per il vacante Wbo contro Armando Reyes a Sassari.
Il match non è piacevole per l’ostica boxe del giovane dominicano, ma Stecca indovina una splendida combinazione al quinto tempo e torna campione. Alla fine della primavera Umberto Branchini decide di ritirarsi per motivi di salute ed Elio Ghelfi assume la guida totale di Icio.
A giugno e settembre del 1991 due difese tranquille contro Ramos e Driscoll. All’inizio della successiva stagione viene accettata una sfida ben remunerata, che arriva da Londra, contro Colin McMillan. Forse per la prima volta in carriera Stecca si trova davanti un avversario più veloce di lui. Il riminese lotta con grinta e ha sprazzi di classe, ma il verdetto e il titolo rimangono in Inghilterra.
I media sono feroci con “Icio” a cui predicono un fine carriera ormai vicino, ma il riminese ha ancora frecce importanti nella sua faretra.
Nel dicembre del 1992 va a conquistare in terra di Francia il titolo europeo contro Fabrice Benichou. In apertura di match Stecca va al tappeto. Poi, con il passare dei round il suo jab sinistro scatta come ai bei tempi e applausi e verdetto sono per lui.
Il 1993 risulta la stagione più bizzarra della carriera. Perde il titolo europeo in France contro Hervè Jacob in marzo per intervento medico, ma lo riconquista in maggio a Dunquerque sempre contro Jacob. Il match è illuminato da un superbo uno-due di Icio che stende il francese al decimo round. Ma con la Francia il discorso non è finito. A settembre Haccoun lo batte al nono tempo, complice una ferita.
Volge alla fine la fantastica storia di Maurizio Stecca, ma non prima dell’ultimo colpo!
Nel 1995 torna sul ring per conquistare il titolo italiano dei superpiuma contro Menegola: mancava proprio la corona nazionale nel palmares di un campione che ha vinto tutto.
Nel 1997 entra, chiamato da Franco Falcinelli, nel team azzurro come tecnico. Con il passare degli anni diventerà responsabile del settore Giovanile, nel 2009 otterrà la qualifica di maestro e Tecnico Aiba tre stelle.
Il prossimo sogno è un posto per Tokyo 2020.
Maurizio Stecca
(9 marzo 1963)
Mondiale Wbo supergallo 1989.
Mondiale Wbo piuma 1991-1992.
Record: 49-4-0 (22 ko).
I PRIMI A ENTRARE NELLA HALL OF FAME ITALIA – Nino Benvenuti (dilettante) pubblicato il 25 settembre, Nino Benvenuti (professionista) 29 settembre; Patrizio Oliva (dilettante) 3 ottobre, Patrizio Oliva (professionista) 6 ottobre; Maurizio Stecca (dilettante) 10 ottobre, Maurizio Stecca (professionista) 13 ottobre.
(6. continua)