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Bordo Ring

Stevenson umilia Cloud

adonisstevensonIl nostro inviato ci racconta la magica notte di Montreal. Il trionfo di Superman, le stranezze di Pascal, il talento di Beterbiev. E tante ragazze da metterti ko...


Dall’inviato

Dario Torromeo

MONTREAL – Un taglio profondo, ma soprattutto l’angoscia che cresceva ad ogni round. Adonis Stevenson deve essere sembrato davvero Superman al povero Tavaris Cloud che è stato picchiato, deriso, umiliato per sette riprese. Poi Al Bonanni ha preso amorevolmente la sua testa fra le mani, mentre il dottore si agitava all'angolo sottolineando con le parole ed i gesti come quella ferita fosse diventata troppo pericolosa. A quel punto tutti e tre, in un silenzio assordante il pugile, poco più che un sussurro gli altri due, hanno detto basta. Il ragazzo della Florida ne aveva prese abbastanza.

Per sette round non era mai riuscito a far scattare i suoi colpi. L’altro lo teneva a distanza con il jab destro e poi rientrava con il sinistro. Prima diretti, poi ganci e alla fine anche montanti. Gli si piazzava davanti a braccia larghe, senza guardia. Gli metteva la faccia a portata dei pugni, poi la toglieva una frazione di secondo prima che arrivasse il colpo di Cloud che finiva invariabilmente per raccogliere solo aria. Sembrava quasi che lo sfidante si ftrovasse per la prima volta nella vita davanti a un mancino e non sapesse cosa fare.

Un mondiale a senso unico. Il re dei mediomassimi è questo signore che ha appena festeggiato i suoi 36 anni. Un uomo venuto da Port au Prince che ha scoperto qui in Canada la sua nuova patria. Ma per cercare giusti consigli tecnici e strategie tattiche ha dovuto fare una deviazione. A Detroit, nel Kronk Gym. Lì, prima con Emanuel Steward e poi con il nipote del maestro Javon Sugar Hill, ha costruito fisico, mente e boxe da campione.

Su-per-man, Su-per-man, Su-per-man.

Il grido di festa e di incitamento avvolgeva il Palasport.

Ora per Stevenson la difesa ufficiale contro Tony Bellew, il 30 novembre qui a Montreal. Al Bell Center, impianto che per quanto riguarda la boxe ho scoperto soltanto ieri. Mi sembrava di essere arrivato nel paese dei balocchi. Per uno che veniva dalle riunioni di casa Italia c’era da rimanere a bocca aperta. Sono stato decine di volte a Las Vegas, ho visto megashow, campionati del mondo a raffica. Lo splendore dell’MGM, la classicità un po’ kitsch del Caesars Palace. Belli, per carità. Ma qui c’è più classe.

ringcard3Splendide ragazze e schermi giganteschi

Questa era una riunione di medio livello per Montreal. Cinquemila spettatori, il 90% dei quali paganti. Hanno venduto biglietti da 50 a 500 dollari, incassando più di un milione. Hanno venduto cinquanta tavoli da sei posti a centocinquanta dollari al posto, in cambio di spettacolo pugilistico e mini cena.

Avevano quattro sponsor principali che comparivano ovunque e dieci sponsor di supporto che sfilavano sui led delle tribune. E poi avevano la HBO, il mega network che paga qualcosa in più delle nostre televisioni…

Quattro schermi giganteschi, e se dico gigantestchi credetemi: lo erano, mandavano in diretta le fasi dei match, così che anche quelli seduti al sesto piano delle tribune pensavano di essere a bordo ring. Anzi, sul ring. Dopo ogni ripresa sullo schermo appariva il cartellino di Gaby Mancini, un italo canadese che è stato pugile, giudice, arbitro ed ora è dirigente della federazione.

E avevano una sfilata di belle fanciulle da metterti ko.

Le due sul ring, come da copione: una bionda e una bruna, indossavano top scollatissimi, minigonne e scarpe con tacco 13. I top non tenevano su le tette, accadeva il contrario. Roba da non crederci.

Altre due ballavano sul cubo ad ogni intervallo di round, altre quattro si dimenavano tra un match e l’altro su un palcoscenico posto a un lato alla sala. C’era da perdere la testa.

Pascal, Giano bifronte,  a gennaio con Bute

Sette match, sette canadesi. Tre di nascita, quattro d’adozione. Ed è il Canada, non l’Inghilterra, gli Stati Uniti, il Messico o Portorico. Bisogna venire quassù per capire come la boxe sia più viva che mai. A noi è rimasta la storia, a loro il futuro.

Jean Pascal si è presentato sul ring con sulla nuca la scultura di un barbiere artista. Il fenomeno aveva disegnato il viso dello stesso Pascal che così appariva come una sorta di Giano bifronte. Nella sfida con George Blades ha cercato di tenere fede al personaggio. Ha giocato con il suo rivale, incapace di contrastarlo efficacemente. Lo ha dominato. A gennaio affronterà Lucian Bute, questo era poco più che un test di valutazione. L’ha superato alla grande, infliggendo tre conteggi al nemico nel quinto round, togliendogli ogni filo di resistenza al punto che l’arbitro ha giustamente interrotto l’incontro. Un montante, una lunga serie al volto e un gancio destro doppiato da un diretto i colpi decisivi.

beterbiev hwBeterbiev è il pugile più bello della serata

Artur Beterbiev (nella foto il momento decisivo) è il pugile che mi è piaciuto di più in questa serata. E’ solo al suo secondo match da professionista, deve ancora trovare i meccanismi giusti. O meglio, deve rendere meno rigida la sua azione. Ma ha già fatto vedere cose notevoli. Ha messo via in tre round Rayco Saunders, uno che non perdeva per ko da dieci anni esatti. E’ finita con l’americano portato via in barella (deve essersi slogato la caviglia destra, cadendo al tappeto in occasione del terzo kd) e Beterbiev che si abbracciava con i secondi. Due incontri, due vittorie per ko.

Il russo è un altro transfuga. Campione mondiale dilettanti nel 2009, dopo l’Olimpiade di Londra 2012 ha detto addio ai signori dell’Aiba ed è approdato nel professionismo vero. La boxe ci ha sicuramente guadagnato.

Alvarez, un successo per la sua bambina

Bella vittoria di Eleider Alvarez contro l’esperto Edison Miranda. Pugile tosto, col pugno pesante, questo ragazzo colombiano naturalizzato canadese ha un gancio destro che farà molte vittime. Il cross che ha fatto cadere a faccia avanti il portoricano nell’ottavo round è stato da manuale. Ha dominato il match ma al signor Richard de Carufel non è bastato, ha giudicato la prestazione appena sufficiente per strappare un verdetto di misura: 95-94. Si vergogni! Alla fine Alvarez ha dedicato la vittoria alla figliola che festeggiava il suo compleanno. Auguri.

Larbi costringe Decarie a soffire per vincere

Ha vinto a fatica Decarie. Il francese Larbi lo ha impegnato a fondo, potendo contare su una maggiore rapidità nel muovere le braccia e su una tecnica superiore. Io avevo match pari, i giudici non sono stati dello stesso parere: 59-55, 58-56, 58-56. Me ne farò una ragione. Larbi non so se ci riuscirà, mi sembrava piuttosto seccato all’annuncio del verdetto.

Lauri mette sul ring tutta l’esperienza

Giuseppe Lauri ha messo sul ring tutta la sua esperienza ed è riuscito a limitare i danni contro Bizier. Ha cercato di mischiare le carte, di non offrire grandi spazi, di non farsi trovare impreparato. L’altro lo ha inseguito, lo ha centrato, ma la sua azione non mi ha mai dato l’impressione di essere sufficientemente efficace. Una netta sconfitta ai punti, ma senza subire molti danni.

Televisori anche sull’ascensore

Esco soddisfatto dall’arena, ho vissuto una bella serata di boxe. Prendo l’ascensore per andare al parcheggio (sì, al Bell Center c’è anche il parcheggio interno, all’altezza della strada), mentre scendo alzo un attimo gli occhi. Sulla parte di fronte alla porta dell’ascensore c’è un televisore che manda in diretta le immagine delle interviste.

Ma allora vi piace vincere facile…

RISULTATI - Mediomassimi: Beterbiev (2+, 2ko, Rus) b Sounders (23+ 23- 2=, 10 ko, Usa) kot 4; welter: Bizier (21+, 14 ko, Can) b Giuseppe Lauri (53+ 15-, 21 ko, Ita) p. 6; welter: Decarie (28+ 2-, 7ko, Can) b Larbi (17+ 4- 2=, 5 ko, Fra) p. 6; mediomassimi: Alvarez (13+, 8 ko, Can) b Miranda (35+ 9-, 30 ko, Col) p. 10; mediomassimi: Pascal (23+ 2- 1=, 17 ko, Can) b Blades (23+ 5- 2=, 16 ko, Usa) kot 4; mediomassimi (campionato del mondo Wbc, 12x3) Adonis “Superman” Stevenson (d, 22+ 1- , 19 ko, Can) b Tavoris “Thunder” Cloud (24+ 2-, 19 ko, Usa) kot 8. Arbitro: Michael Griffin; giudici: Steve Morrow, Daniel Van de Wiele, Calude Paquette.

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