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La Boxe nella storia

"Old Master"Joe Gans : il più grande peso leggero di tutti i tempi

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Nella “suite floor” del Madison Square Garden, il quarto ed attuale Garden, c’è la statua di bronzo di Joe Gans, con i guanti alle mani ed in guardia sinistra. Nella precedente struttura, la terza, in funzione dal 1925 al 1968, la statua di Gans era all’uscita degli spogliatoi. I pugili che ne uscivano per salire sul ring battevano il loro pugno destro contro quello di Joe… portava loro fortuna.

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Secondo Nat Fleischer (1887-1972), fondatore nel 1922 della rivista Ring Magazine e suo direttore per cinquant’anni, Joe Gans è stato il più grande peso leggero di tutti i tempi. Fu il terzo afroamericano a fregiarsi del titolo del mondo, dopo il canadese “Little Chocolate” George Dixon, il primo, re dei piuma dal 1891 al 1897 e dal 1898 al 1900, e Joe “Barbados Demon” Walcott, che proprio cittadino americano non era, campione dei welter dal 1901 al 1904 e avversario di Gans in un memorabile scontro il 30 settembre 1904 a San Francisco terminato con un verdetto di parità dopo venti straordinari round.

Joseph Gant, questo il suo vero cognome, cambiato in Gans e rimasto per sempre tale in seguito ad un errore di stampa, nasce a Baltimora il 25 novembre 1874. Comincia a boxare a sedici anni e, il 23 ottobre 1893, nella sua Baltimora, è per la prima volta sul ring per un match professionistico. Tra il 1893 e il 1909 salirà sul ring almeno 199 volte (questi i dati ufficiali di Boxrec) ottenendo un record di 147 vittorie, 101 delle quali prima del limite, 10 sconfitte e 16 pareggi, a cui vanno aggiunti venti verdetti non emessi sul ring da una giuria ma dichiarati dalla stampa specializzata (i così detti verdetti NWS) che portano il record di Joe Gans a un impressionante 160-12-21, più 6 No Contest. Estremamente veloce, usava principalmente il jab sinistro per poi doppiarlo con il destro; e quando doppiava con il destro gli effetti erano devastanti. Centouno (e più) vittorie per KO stanno a dimostrarlo. Aggiungiamo il fatto che era un bersaglio difficilissimo da colpire ed ecco spiegato il successo di Joe Gans. Questa sua capacità di boxare fece rapidamente scuola tanto che ciò gli valse, con il crescere della sua fama, l’appellativo di “Old Master”. Ernest Hemingway dedicò a lui il breve racconto “A Matter Of Colour”… una questione di colore.

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Ed effettivamente è stato solo per una questione di colore che il nostro campione   ha combattuto per la prima volta per il titolo solamente nel 1900, dopo ben sette anni di grandi match ed enormi successi, ed anche di alcune ingiuste decisioni arbitrali in favore di avversari con il colore della pelle diverso dal suo. In tre occasioni, nel 1895, dovette disputare un round in più del previsto per poter consegnare il verdetto al suo avversario: l’11 febbraio contro John Coates, ma Joe vinse comunque il match, il 16 febbraio contro James Daly e il 13 aprile contro Johnny Van Heest. In quest’ultimo incontro, nonostante Gans avesse comunque dominato la nona ripresa aggiunta, l’arbitro Daniel Carr assegnò comunque il verdetto al suo avversario di fronte a un pubblico fortemente perplesso. Tra il primo gennaio e il 28 maggio di quell’anno Gans sostenne la bellezza di 27 match.

Quando il 23 marzo del 1900 a New York Joe Gans ha finalmente la possibilità di battersi per il mondiale sarà una testata del campione del mondo, lo svizzero residente a Buffalo Frank Erne, giudicata involontaria dall’arbitro Charlie White, a negargli il successo. Joe Gans, impossibilitato a continuare il match per il sangue che gli impedisce di inquadrare il suo avversario, deve fermarsi al dodicesimo.

Gans per la rivincita deve aspettare due anni, nel corso dei quali disputa trantaquattro incontri vincendone trentuno. Ha battuto pugili che precedentemente lo avevano stoppato in maniera non proprio pulita e con verdetti dubbi, come Young Griffo, un australiano con un record di 112 vittorie e 8 sconfitte, stoppato con un KO tecnico all’ottavo a Coney Island, e Bobby Dobbs, KO al settimo prima e al quattordicesimo poi in due scontri a Baltimora. Una vittoria per KOT al quinto (e non per squalifica come riportato da Boxrec) sul più pesante Eddie Connolly, campione del mondo dei welter nel 1900, il 6 gennaio 1902 a Philadelphia, gli spiana la strada per una seconda opportunità mondiale.

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La rivincita con Frank Erne arriva il 12 maggio 1902 a Fort Erie, in Canada. Gans parte come una furia. E’ un uragano di colpi a due mani quello che si abbatte sul volto e sul corpo del campione del mondo. Erne sanguina copiosamente dalla bocca e dal naso fin dal primo minuto. Il KO arriva dopo 1’40 del primo round. A quasi ventott’anni e al centoquarantatreesimo incontro (115-7-15, ND 6) Joe Gans è il quarto campione del mondo dei pesi leggeri, dopo Jack McAuliffe (1886-1893), George “Kid” Lavigne (1896-1899) e per l’appunto Frank Erne (1899-1902); il primo, naturalmente, di colore.

 

Nell’arco di tredici mesi, tra il giugno 1902 3 il luglio 1903, Joe Gans difende il titolo nove volte, vincendo sempre per KO. E’ imbattibile a livello di pesi leggeri.

L’otto dicembre 1903, a Boston, il suo avversario è un giovane ventenne più grosso di lui, 140 libbre contro le 135 di Joe; il suo nome è Sam Langford. Sono quindici round tra due autentici fuoriclasse. Langford vince ai punti, ma Gans ne esce ancora più grande.

Il 30 settembre 1904, come già detto in precedenza, il grande match contro Joe “Barbados Demon” Walcott a San Francisco. Walcott è anche lui, come Langford, a 140 libbre; è un picchiatore che pratica una boxe aggressiva. Gans boxa di rimessa, e vince in velocità. Al termine di venti bellissimi round l’arbitro Jack Wellsh ha a referto 7 round per Gans, 5 per Walcott e 8 in parità. La vittoria spetterebbe a Gans, ma Mr. Wellsh decreta il pari, in virtù della maggiore aggressività del Demonio delle Barbados.

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Un mese dopo, sempre a San Francisco, la prima vera debacle della carriera del grande Joe Gans. Jimmy Britt non è un fuoriclasse, ma in cinque round spedisce Gans al tappeto quattro volte. Mentre Gans al quinto si sta rialzando per la quarta volta Britt lo colpisce dall’alto verso il basso sulla nuca. L’arbitro Eddie Graney squalifica Britt e Gans mantiene il titolo. Ma Joe, a trent’anni e dopo 181 match, sente il bisogno di una pausa. Abbandona volontariamente il titolo e si ferma.

Nel 1905 sale sul ring solo due volte: sei round a marzo contro un suo ex avversario mondiale, Rufe Turner, un colored californiano di Stockton, veterano dei ring che terminerà la sua carriera nelle Filippine sedici anni dopo nel 1921, e a settembre pareggiando in quindici round a Baltimora contro Mike “Twin” Sullivan, un ventisettenne di Cambridge, nel Massachusetss che nel 1907 conquisterà il mondiale dei welter. Il 1906 vede il ritorno di Gans sul ring a tempo pieno. E Mike “Twin” Sullivan finisce due volte KO.

Il mondiale dei leggeri, intanto, è passato prima brevemente nelle mani di Jimmy Britt, e poi in quelle di Oscar “Battling” Nelson, un danese di Copenhagen residente a Chicago. La sfida tra i due, la prima delle tre, si svolge al Woodward’s Pavillon di San Francisco ed è un match al limite dei 45 round. Joe Gans è preparatissimo per l’evento, si è allenato come non mai, è pronto per un’altra vittoria per KO. E ciò avviene al quarantaduesimo round. Lo stop non è una squalifica come riporta il sito di Boxrec, ma è un intervento dell’arbitro George Siler che ferma Nelson ormai ridotto ad una maschera di sangue dopo oltre due ore di lotta.

Nel 1907 Gans difende il titolo tre volte dagli assalti del canadese “Kid” Herman Landfield, sconfitto all’ottavo il primo gennaio, di quel Jimmy Britt che lo aveva messo giù quattro volte tre anni prima, ridotto anch’egli ad una maschera di sangue il 9 settembre a San Francisco e fermato al sesto dall’arbitro Jack Welsh, e di George Memsic, battuto ai punti in 20 round a Los Angeles in un match arbitrato da James J. Jeffries… si, proprio lui, Jim Jeffries, l’immenso e imbattibile re dei massimi per sei lunghi anni, dal 1899 al 1905.

Il 4 luglio 1908, dopo due vittorie per KO senza mondiale in palio e una difesa del titolo, vinta sempre per KO, all’undicesimo, sul giramondo tedesco Rudy Unholz, un tipo che disputerà 132 match tra SudAfrica, Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda, è la volta del secondo match tra Joe Gans e Oscar “Battling” Nelson.

Sul ring della Mission Street Arena di Colma, in California, oltre a “Battling” Nelson, si presentano a Joe Gans i suoi quasi trentaquattro anni, i suoi 197 incontri e l’inizio di TBC polmonare che mina il suo fisico. Gans perde il titolo; è la prima volta in sei anni che perde il titolo: E’ sconfitto per KO al diciassettesimo, e saranno 21 i round che reggerà, prima di crollare, due mesi dopo nella “bella”, sempre sullo stesso ring.

Un ultimo incontro, uno solo, il 12 marzo 1909, vinto ai punti a New York, poi la terribile malattia aggrava le sue condizioni fisiche già provate.

Morirà di TBC il 10 agosto 1910 nella sua Baltimora, condividendo questa triste sorte con altri pionieri del ring e fuoriclasse del suo tempo quali “Nonpareil” Jack Dempsey e Paddy Duffy, che morì a soli venticinque anni con la cintura dei welter ancora ai suoi fianchi.

Nel 1954 sarà eletto nella Ring Boxing Hall Of Fame e dal 1990 è membro della International Boxing Hall Of Fame di Canastota insieme ai più grandi di sempre.

 

Paolo Lantini

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